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«E' caduto il Dc9, senti gli americani» La sera stessa a Ciampino si fece l'ipotesi di una collisione durante esercitazioni Usa «E' caduto il Dc9, senti gli americani» Ustica, i nastri nascosti dai vertici dell'Aeronautica ROMA. «Guarda, io chiamo l'ambasciata e chiedo dell'attaché. Secondo me una delle cose più probabili è una collisione in volo con uno dei loro aerei». Sono le 22,39 del 27 giugno '80, al centro di controllo dell'aeroporto di Ciampino. Da poco meno di due ore il Dc9 dell'Itavia con 81 persone a bordo è sparito dagli schermi radar. Un ufficiale di controllo, non ancora identificato dalla magistratura, prende il telefono e cerca di mettersi in contatto con l'ambasciata degli Stati Uniti. La sua voce, registrata sui nastri, ha svelato le «bugie» dei vertici dell'Aeronautica che avevano sempre taciuto gli scambi di informazioni con gli Usa e l'esistenza di una esercitazione statunitense nei voli di Ustica, la sera dell'incidente. I militari del centro radar di Ciampino, secondo le registrazioni, chiamarono prima l'ambasciata statunitense, poi la base militare di Sigonella. Per non aver mai parlato di tutte queste circostanze, i vertici dell'Aeronautica dell'epoca - i generali Bartolucci, Ferri, Melillo e Tascio - sono imputati di attentato all'attività del governo con l'aggravante dell'alto tradimento. Per il giudice Priore gli elementi a loro carico sono sufficienti a sostenere un'incriminazione, molto di più del semplice indizio. Altri tre generali e un colonnello - Pisano, Zauli, Cavatorta e Muzzarelli sono imputati per abuso d'ufficio, falso ideologico e in atto pubblico, favoreggiamento: sotto accusa è la relazione, considerata fin troppo reticente, presentata all'ex ministro della Difesa Zanone nel 1989. Con le cause del disastro però, le comunicazioni giudiziarie non c'entrano: secondo i magistrati l'attività di depistaggio ai danni del governo c'è stata indipendentemente dal motivo per cui il Dc9 s'è inabissato. Al proposito sono state disposte tre nuove perizie. Giovanni Bianconi A PAGINA 2