Un giallo il concorso di psichiatria

Un giallo il concorso di psichiatria Vicerettore dell'Università, escluso dalla cattedra di ordinario, si rivolge ai giudici Un giallo il concorso di psichiatria Primario di Bologna denunciò accordi sotterranei Attesa per la sentenza, prevista a metà febbraio Sui concorsi universitari per docenti di prima fascia c'è polemica da anni. Una regola a cui non è sfuggito neppure quello bandito nell'88 e concluso l'anno scorso. Contro l'esito di quel concorso ha presentato ricorso al Tar del Lazio il prof. Pier Maria Furlan, vice rettore della nostra università. Titolare dall'82 di un corso di psichiatria, direttore del Servizio di salute mentale dell'Usi 34, autore di pubblicazioni scientifiche, Pier Maria Furlan era convinto di riuscire ad aggiudicarsi la cattedra a Torino. La bocciatura è arrivata imprevista. La storia, raccontata nel ricorso dai suoi legali, i professori Paolo Vaiano di Roma e Claudio Dal Piaz di Torino, parte dall'84. Quell'anno era stato indetto un concorso per ordinari che aveva innescato roventi polemiche. E c'era stato un ricorso al Tar Lazio di due candidati bocciati, i professori Clara Muscatello di Bologna e Franco De Maria di Trieste. Il tribunale aveva dato loro ragione. Come effetto della sentenza i vincito¬ ri del concorso (tra cui gli psichiatri Eugenio Aguglia e Gaetano Penati) persero la qualifica appena acquisita di professori ordinari. Qualifica necessaria per essere nominato commissario d'esame nei concorsi per docenti ordinari o di prima fascia. Eppure, nella commissione per il concorso dell'88 figuravano come commissari i professori Aguglia e Penati. Cosa era accaduto? Questi due docenti avevano presentato appello al Consiglio di Stato, ma, prima che la causa fosse discussa, i professori Muscatello e De Maria, a sorpresa, rinunciarono all'azione. Così fu cancellato il verdetto del Tar, e tutto ritornò come prima. Nell'88 il prof. Muscatello risultò vincitore, il collega De Maria ancora sconfitto. Ma intanto era accaduto un altro episodio clamoroso. Uno dei più autorevoli psichiatri italiani, il professor Vittorio Volterra di Bologna, con una lettera aperta a tutti i colleghi, nel gennaio '89, anticipava quello che sarebbe accaduto nel concorso. Sosteneva cioè che erano state create nuove cattedre per tacitare i concorrenti bocciati nell'84. Stigmatizzava quel fatto: «Un'operazione irresponsabile da codice penale, stile Chicago Anni Trenta, architettata da individui che nulla hanno a che fare con la psichiatria». Tre mesi dopo il professor Volterra fu nominato commissario di quel concorso, ma si dimise dopo aver segnalato al ministero i motivi della decisione. Accordi «sotterranei» furono denunciati anche dal professor Vincenzo Rapisarda di Catania. Nell'esposto del prof. Furlan ci sono accuse, si indicano episodi sconvolgenti. Ora tutto è all'esame del Tar che dovrebbe pronunciarsi a metà febbraio. La sentenza è molto attesa perché sono numerosi i partecipanti a tanti altri concorsi non convinti dei risultati. Nino Pietropinto L'autore del ricorso, Pier Maria Furlan, vicerettore dell'università, titolare di un corso di psichiatria e direttore del Servizio di salute mentale ' dell'Usi 34