Verso il Duemila con l'auto elettrica di Michele Fenu
Verso il Duemila con l'auto elettrica Negli Usa, fra Detroit e Los Angeles, si lavora per programmare la grande rivoluzione Verso il Duemila con l'auto elettrica Incertezze e scetticismi, ma forte impegno Alla GMsi studiano gli scenari delfuturo LOS ANGELES DAL NOSTRO INVIATO Tra Detroit e Los Angeles gli Usa si preparano alla grande rivoluzione dell'auto elettrica di fine millennio. Una complicazione in più per un'industria alle prese con difficili problemi, ma i costruttori stanno facendo di necessità virtù: la California, come sempre, ha dato il la in tema di sfida all'inquinamento, dettando una serie di norme e scadenze per arrivare a veicoli a emissioni zero (in gergo «Zev», ovvero Zero emissions vehicles). E molti altri Stati hanno offerto la loro adesione al programma. Si va avanti, quindi, pur con molte incertezze di varia natura, perché i veicoli elettrici costeranno di più e ancora non è noto come i politici californiani intendano comportarsi in tema di agevolazioni per chi li comprerà o come vorranno «punire» chi non si adeguerà alle norme. Dal '98 le Case che operano in California e che immettono su quel mercato (due milioni di pezzi all'anno) oltre 35 mila auto ogni 12 mesi dovranno offrire una quota «elettrica» del 2% (40 mila esemplari secondo le stime attuali), quota destinata progressivamente a salire. E' una materia in discussione, tra entusiasmi ambientalistici e scetticismi. Fanno osservare a Los Angeles: «Qui si vorrebbe anche avere una benzina più pulita. Costerebbe 19 cents in più a gallone, ma un'inchiesta tra i consumatori ha posto in rilievo che la gente non è disposta a spenderne più di dieci». Come dire circa 30 lire al litro (oggi il prezzo è di 350 lire). A Detroit scuotono la testa, ma procedono. GM, Ford e Chrysler, con l'aiuto del governo, hanno costituito un consorzio per lo sviluppo delle batterie, il tallone d'Achille della trazione elettrica, gettando nella sfida centinaia di milioni di dollari. Tira la volata la General Motors, che, se non altro, ha già pronta un'auto di questo tipo, l'ormai celebre Impact, e che dispone, in California, del prezioso apporto tecnologico dei laboratori della Hughes, la società aerospaziale ed elettronica acquisita negli Anni 80. La Impact sarà prodotta a Lansing, nel Michigan, in uno stabilimento dismesso dalla Buick, ma ancora non si conosce quando sarà posta in vendita. E' un «top secret» che in GM difendono con accanimento per ragioni commerciali. Diciamo, comunque, un anno o due. «Costruire e gestire auto elettriche è una rivoluzione», sottolineano i tecnici del primo costruttore mondiale. Un team di 400 persone lavora al programma sotto le bandiere della neonata divisione Gmev (General Motors Electric Vehicles). Si aggiunge: «Bisognerà saper vendere queste nuove vetture, persuadere i consumatori delle loro qualità e prestazioni, creare le infrastrutture necessarie e avere l'appoggio totale dei legislatatori statali». E' una programmazione che si sforza di scendere nei dettagli e che sorprende chi arriva dall'Italia, dove siamo ancora ai dubbi sui catalizzatori, sui valori di inquinamento e sui provvedimenti da attuare e dove quello che oggi vale domani non vale più. «Ad esempio - dicono in GM -, bisogna spiegare bene alla gente le caratteristiche dei veicoli elettrici, predisporre "stazioni di servizio" lungo le strade, officine dove sia possibile cambiare rapidamente le batterie, predisporre parcheggi e corsie preferenziali nelle autostrade urbane e, magari, offrire al cliente, quando va in vacanza e deve compiere lunghi viaggi, l'uso di una vettura di tipo tradizionale senza che debba spendere una lira». «Siamo in un periodo di transizione ma vogliamo esser pronti per il D-Day», concludono quelli della GM. Chissà cosa direbbero se dovessero lavorare in Italia? Michele Fenu La Impact della General Motors sarà prodotta a Lansing (Michigan)
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