Chiambretti «licenziato»

Chiambretti «licenziato» Raitre: chiuderà a marzo, a causa delle elezioni, «Il portalettere» Chiambretti «licenziato» Lo scomodo postino colpisce infatti onorevoli, ministri, sottosegretari Non sarebbe possibile mantenere la trasmissione cambiando destinatari ROMA. Se Andreotti, diffidandolo per violazione di domicilio, non è riuscito a mettere il bavaglio al Portalettere Chiambretti che è andato avanti imperturbabile per la sua strada di disturbatore del pubblico potere, ci sono riuscite invece le elezioni politiche che lo faranno andare a riposo a marzo, e questo nonostante Chiambretti sia diventato, per ammissione collettiva, un dispensatore di esilaranti momenti di verità. Obiettivo del Portalettere Chiambretti, infatti, è soprattutto il mondo degli onorevoli, ministri e non, segretari di partito e non, sottosegretari a qualcosa e non, in periodo pre-elettorale un universo intoccabile. Ma che senso avrebbe farlo andar avanti lo stesso cambiando obiettivi, mandandolo a sorprendere e smascherare nelle loro piccole miserie gente che con il potere ha poco o niente da spartire? Angelo Guglielmi, direttore di Raitre, s'è lasciato andare a queste e ad altre considerazioni durante una cena offerta per festeggiare i risultati ottenuti dalla sua fascia preserale, quella formata appunto da «Il portalettere» che Guglielmi in un lapsus ripetuto s'è ostinato a chiamare «Il portaborse», da «Blob» del duo Ghezzi-Giusti, e da «La cartolina» di Andrea Barbato, tutti e tre costretti a battersi contro la concorrenza, oggi raddoppiata, dei tg. Eppure, nonostante milioni di spettatori alla stess'ora in cerca di notizie, questi tre programmi a costo zero, puri esercizi di stile televisivo, dissacranti nei contenuti ma formalmente ineccepibili, si sono stabilizzati su un ascolto di 2 milioni e mezzo, passando dal 6 all'I 1 per cento di share. «E' la prova - dice Guglielmi - che non sempre la qualità è nemica della quantità e che una tv generalista, rivolta a ogni spettatore, non è ancora entrata in crisi come si sostiene da più parti». Tra un rigatone alla «paiata» e una coda alla «vaccinara», nel vecchio ristorante romano di fronte al Mattatoio, in una confusione vociante che è un po' l'immagine di questa terza rete, Guglielmi s'è divertito a trovare curiose definizioni per i suoi «eroi» del preserale: Chiambretti, dotato di capacità medianiche irresistibili, è stato identificato con la televisione tout court che dove arriva impone la sua legge; quelli di «Blob» sono stati soprannominati cannibali autocommestibili, forti di una ferocia pari alla passione con cui divorano se stessi e il loro prodotto; Andrea Barbato è diventato un vendicatore della notte, uno che con gelida ironia gliele conta giuste a quelli del Palazzo. Un Guglielmi ridente, cosa assai rara, ha espresso anche molta soddisfazione per la fascia di tarda serata di Raitre, quella di «Avanzi», «Profondo Nord», «Diritto di replica», «Harem», «C'era una volta Fluff», tutti ormai in grado di camminare autonomamente. Meno bene, quest'anno, ha •ammesso il direttore, va Donatella Raffai con «Parte civile», una trasmissione che se non migliora potrà essere cancellata, e il duo Graziottin-Di Majo di «Chi l'ha visto?» che rischia lo spostamente in altro orario. E «Girone all'italiana» 4i Barbato che alla domenica non tocca il milione? «La lascio dov'è: mira a un pubblico speciale, non può far di più». Per il futuro Guglielmi ha in mente un «Avanzi» quotidiano, le Olimpiadi con Chiambretti, un varietà senza piscina e senza Parietti, un corso accelerato di scuola con Ippoliti e sta preparando un ((Aspettando...», programma in attesa di un Arbore, un Beniamino Placido, un Beppe Grillo, un Troisi che non arriveranno mai. [si. ro.] Piero Chiambretti

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