Pippo Baudo fa litigare i magistrati di Fabio Albanese

Pippo Baudo fa litigare i magistrati Il capo della procura si sarebbe opposto al controllo sul telefono del presentatore Pippo Baudo fa litigare i magistrati Catania: rogo alla villa, il giudice lascia l'inchiesta CATANIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un gesto di protesta. E gli atti dell'inchiesta sull'attentato alla villa di Pippo Baudo finiscono sul tavolo del capo della procura Gabriele Alicata. Il sostituto procuratore Francesco Pulejo, titolare dell'indagine, avrebbe deciso un mese fa di non occuparsi più del caso, dopo aver ricevuto risposte negative su nuove indagini. Il magistrato, a quanto si dice a Palazzo di Giustizia, avrebbe voluto mettere sotto controllo il telefono del presentatore. Una richiesta fatta prima a voce, poi per lettera ufficiale ai suoi diretti superiori. Ma al procuratore aggiunto Vincenzo D'Agata dev'essere sembrata eccessiva se, prima a voce, poi per lettera, ha risposto al dottor Pulejo che non se ne parlava nemmeno. Il giovane magistrato della procura non ci ha pensato due volte e ha rimesso l'inchiesta: «Non ho più intenzione di occuparmene - avrebbe detto -, adesso pensateci voi». La procura della repubblica di Catania, con un comunicato emesso in serata ha reso noto che: «La designazione del dottor Pulejo non è mai venuta meno né per revoca né per richiesta di sostituzione da parte sua. Egli, pertanto, è ancora il sostituto incaricato dell'indagine preliminare sull'attentato dinamitardo alla villa di Baudo». Pulejo lavorava al caso sin dal giorno dell'attentato, il 2 novembre dello scorso anno. Almeno una decina di chili di tritolo furono piazzati durante la notte nel salone centrale della villa di Baudo, a Santa Tecla, presso Acireale. L'esplosione distrusse completamente l'edificio. Dall'inchiesta non sarebbero emerse novità di particolare rilievo. Ma, evidentemente, il colloquio con il presentatore non deve avere del tutto convinto Pulejo che, infatti, ha deciso di richiedere l'intercettazione del suo telefono. Chissà, forse perché Baudo aveva ripetuto più volte: «Mai ricevuto minacce». L'istanza risalirebbe a un mese fa. Lo stretto riserbo in cui tutta la vicenda è avvolta non consente di acquisire ulteriori elementi. Al Palazzo di Giustizia di Catania, dove la voce è diventata insistente negli ultimi giorni, nessun magistrato vuole commentare o soltanto confermare l'accaduto. Dall'ufficio del procuratore capo non arriva alcuna dichiarazione. Chi risponde ai cronisti si limita a dire che «il dottor Alicata non è in ufficio». I procuratori aggiunti Mario Busacca e Vincenzo D'Agata dicono di non essere a conoscenza della vicenda. Nemmeno il diretto interessato, il giudice Francesco Pulejo, vuol dire qualcosa sull'accaduto. Nelle indagini sarebbero stati inseriti anche due precedenti attentati subiti dalla famiglia Baudo negli anni passati. Il primo ri¬ sale al 4 febbraio dell'89. Qualcuno cosparse di benzina la casa di campagna dei genitori, a Militello Val di Catania. Appena pochi giorni fa, lunedì scorso, un'operazione dei carabinieri di Catania ha portato in carcere nove persone, accusate di associazione mafiosa. Sono gli uomini che fanno capo al clan di Carlo Spartà. Secondo voci, mai confermate ma nemmeno smentite, la cosca sarebbe responsabile del tentato incendio della villa di Militello. Il clan avrebbe chiesto una tangente. L'attentato sarebbe stato la conseguenza del rifiuto a pagarla. Baudo, commentando la vicenda, ha dichiarato: «Sono veramente meravigliato di quanto accade, anche perché io ritenevo di avere il telefono sotto controllo. E ritenevo che questo controllo fosse doveroso e opportuno data la pericolosità della cosa. Tra l'altro, io sono sotto scorta dal primo giorno, cioè da quando hanno incendiato la mia villa». Fabio Albanese La villa di Pippo Baudo fu distrutta da un attentato il 2 novembre scorso

Luoghi citati: Acireale, Catania, Militello Val Di Catania