Solo la malattia spegne il vizio del fumo

Solo la malattia spegne il vizio del fumo Ma una ricerca scopre anche un folto gruppo di irriducibili, composto soprattutto da giovani Solo la malattia spegne il vizio del fumo A . •«_ ■ • • • J _ 11 ' _ • . « . . . • 1 • J • _ 77 „ Aumentano ipentiti della sigaretta per timore di danni alla salute ROMA. E' indifferentemente maschio o femmina, tra i 24 e i 44 anni, vive nell'Italia di Nord-Ovest o a Sud, fuma meno di 20 sigarette al giorno e ha già provato almeno una volta a smettere di fumare, ha una vita sociale intensa e il fatto di essere un fumatore lo imbarazza perché non ama sentirsi male accetto o discriminato. E' attento alla propria salute e alla propria efficienza fisica e sarà questa, con ogni probabilità la molla che lo spingerà a buttar via definitivamente l'amata sigaretta. E'il ritratto dell'italiano «potenziale pentito» del fumo, il candidato più probabile a farla finita con il vizio condiviso da quindici milioni di italiani, così come lo propone la ricerca di Intermatrix presentata ieri al Cnr. Si fuma meno in Italia, secondo l'indagine, come nel resto in tutti i Paesi industriali. I fumatori che solo cinque anni fa rappresentavano il 36% della popolazione adulta, sono scesi al 30% cioè sono due milioni e mezzo in meno. Una diminuzione notevole, dovuta tanto alla flessione di chi non si avvicina al fumo (che sono cresciuti solo dal 46.4 al 47%), quanto a una maggior disponibilità a smettere. E tuttavia, alla costante discesa del numero di fumatori si contrappone una loro «radicalizzazione» progressiva. Chi fuma è più convinto e fuma più di prima. Non a caso i forti fumatori, che accendono ogni giorno più di venti sigarette, sono passati dal 1986 a oggi dal sedici al venti per cento. Tutti i viziosi sono accomunati dal fatto di aver provato a smettere almeno una volta, o comunque di averci pensato. Ma con risultati diversi. L'indagine, condotta su un campione casuale di 700 persone, individua due grandi categorie. Gli «irriducibili» sono il 37.6% e sono più spesso giovani tra i 20 e i 24 anni, forti fumatori residenti nel centro italia. Sono quelli che non smetteranno a nessun costo, dicono oggi. Si descrivono come «liberi, poco controllati, trasgressivi, insofferenti dell'autorità, ironici e estroversi, per loro il fumo ha rappresentato un mito, fumano per rabbia, per tensione, per relax, per piacere, al mattino appena svegli, al lavoro; in poltrona, dopo l'amore, soli di notte, in compagnia. Per questi «sfrenati irreversbili» il fumo non è un piacere ma «il piacere», un «vizio bellissimo» al quale non pensano neppure a rinunciare. Anche se si dimostrano disponibili quando si chiede o si impone loro di non fumare. Ben più numeroso (60%) è il gruppo dei «saggi nostalgici», che l'idea di smettere prendono spesso in considerazione. «Re¬ versibili» li chiama anche la ricerca, in bilico fra la condizione di fumatore e quella di «ex». Per questa categoria ambivalente fumare è un piacere ma anche una dipendenza limitante, davanti alla sigaretta provano attrazione ma anche fastidio per l'odore, e senso di colpa ogni volta che l'accendono. Attratti dall'idea di rigenerare il proprio corpo, sono anche coloro che percepiscono di più la propria decadenza fisica. La ridotta capacità di fiato durante gli sforzi, o la ridotta capacità sessuale che , sebbene la maggior parte sia convinta che non non dipenda dal fumo, incide non poco (39%) nella decisione di smettere di fumare. Per tutti lo strumento più efficace per farla finita è la volontà. Il 65% dei «pentiti» afferma infatti di aver abbandonato le sigarette «non appena ha voluto». Nel 77.7%, è stata addirittura l'unica spinta, [m. g. b.]

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