Parte civile? Il governo decide oggi di Gio. Bia.

Parte civile? Il governo decide oggi Parte civile? Il governo decide oggi Cossiga convoca al Quirinale il generale Nardini ROMA. Sotto i nuovi colpi dell'inchiesta giudiziaria sulla strage di Ustica, il «Palazzo» sussulta. Da 48 ore la notizia delle comunicazioni giudiziarie contro i vertici dell'Aeronautica militare è sul tavolo del presidente del Consiglio Andreotti, con la firma del giudice istruttore Rosario Priore. Il governo - forse già nel Consiglio dei ministri di oggi - deve decidere se accogliere l'invito del giudice a costituirsi parte civile contro gli indiziati di «attentato all'attività del governo» e «alto tradimento». Anche Cossiga, dal Quirinale, segue con attenzione gli sviluppi dell'inchiesta, e ieri sera ha ricevuto il capo di Stato maggiore dell'Aeronautica Stelio Nardini. Il comunicato emesso dalla Presidenza della Repubblica dà solo notizia dell'incontro, senza aggiungere una parola sul contenuto del colloquio, ma è fin troppo evidente che il capo dello Stato e il generale Nardini hanno parlato della svolta impressa all'inchiesta penale. Cossiga, all'epoca del disastro di Ustica, era presidente del Consiglio, e in più di un'occasione ha avanzato l'ipotesi di essere stato inganna- to da qualcuno su quella vicenda. Ora, le comunicazioni giudiziarie sembrano confermare quell'idea. Poco prima di salire al Quirinale, il generale Nardini aveva fatto diffondere un comunicato che esprimeva la posizione ufficiale dello Stato maggiore dell'arma azzurra. «La notizia di ulteriori e diretti coinvolgimenti nella vicenda giudiziaria di Ustica di proprio personale - si legge nella nota - è causa di profonda sofferenza, ma non scalfisce in alcun modo la fiducia che l'Aeronautica militare ha sempre riposto e manifestato nei confronti degli organi preposti all'accertamento della verità». Fiducia nella magistratura, quindi, anche perché quelle comunicazioni giudiziarie per i militari sono solo «atti emessi per rispettare i diritti della difesa con le garanzie costituzionalmente previste per ogni cittadino». Per questo l'Aeronautica «non accederà a polemiche, né tantomeno risponderà ad attacchi da qualsiasi parte provengano», ma nello stesso tempo si dichiara «vicina e solidale» con i nuovi indiziati. Il recupero del relitto del Dc9 - conclude il comunicato - rafforza la convinzione che la magistratura possa presto pervenire all'accertamento dei fatti relativi alla causa del disastro e all'individuazione di eventuali responsabilità, sulla base delle regole di un «giusto processo secondo diritto». A diffondere la notizia delle nuove comunicazioni giudiziarie è stato, ieri mattina, il ministro della Difesa Virginio Rognoni. Presentatosi alla commissione parlamentare d'inchiesta sulle stragi per un'audizione prevista da tempo, il ministro ha chiesto un rinvio proprio per valutare la situazione alla luce dei nuovi fatti. Fiducia nella magistratura viene dichiarata anche da Rognoni, che però ricorda anche «il principio di non colpevolezza, che deve accompagnare tutto il corso del processo fino alla sentenza definitiva». Rognoni, a sua volta, era stato informato da Andreotti la sera prima, subito dopo l'arrivo della lettera di Priore dove si specificavano le accuse contro i vertici dell'Aeronautica ai tempi della strage (i generali Bartoluc- ci, Ferri, Melillo e Tascio) e segnalava l'opportunità che il governo si costituisca parte civile nei confronti del militari finiti sotto inchiesta. Gli avvocati Galasso, Garraffa, Gamberini, Marini, Ferrucci e Di Maria - che sono già parte civile nel processo per conto dei familiari delle vittime di Ustica - sostengono che le nuove comunicazioni giudiziarie «costituiscono l'esito coerente di un'ampia attività istruttoria che ha smascherato manipolazioni e depistaggi» sulle cause della strage. Daria Bonfietti, presidente dell'associazione familiari, sottolinea che in questi dodici anni «si è fatto di tutto da parte di settori dello Stato per nascondere la verità». Achille Occhetto, segretario del pds, getta su tutta la vicenda un'inquietante interrogativo: «Se dei generali sono arrivati al punto di occultare le prove, di correre il pericolo di essere accusati di alto tradimento, è possibile che ci sia stato qualche politico, qualche potenza, qualche forza più grande, che li abbia spinti a muoversi in questo modo». [gio. bia.]

Luoghi citati: Roma, Ustica