Accusa di tradimento per 13 militari

Accusa di tradimento per 13 militari Ustica, il magistrato invia comunicazioni giudiziarie ai massimi vertici dell'Aeronautica Accusa di tradimento per 13 militari «Sulla strage hanno mentito» ROMA. Hanno mentito all'autorità costituita, e adesso devono rispondere di attentato all'attività del governo e alto tradimento. Per la strage di Ustica sono finiti sotto accusa i vertici dell'Aeronautica militare. Il giudice istruttore Rosario Priore ha firmato tredici comunicazioni giudiziarie destinate a sette generali e sei ufficiali, ed ha invitato il governo a costituirsi parte civile nel processo contro i militari. L'elenco dei nuovi indiziati (in questa inchiesta si procede ancora con il vecchio codice di procedura penale) si apre con il generale Lamberto Bartolucci, capo di Stato maggiore dell'Aeronautica nel giugno dell'80, all'epoca della tragedia, e si chiude con il generale Franco Pisano, il penultimo capo di Stato maggiore dell'Arma azzurra, rimasto in carica fino a due anni fa. In mezzo ci sono altri «grossi calibri» come il generale Zeno Tascio, che il 27 giugno '80 - quando il Dc9 Itavia si inabissò con 81 persone a bordo - dirigeva il Sios, il servizio segreto dell'Aeronautica. Ai militari viene contestato il fatto di aver ostacolato le indagini, nascondendo alla magistratura e al governo alcune circostanze, prima fra tutte quella della presenza di traffico aereo statunitense nei cieli dove avvenne l'incidente. I reati ipotizzati sono molti, e distribuiti diversamente fra i tredici militari chiamati. L'articolo 289 del codice penale (attentato contro organi costituzionali) con l'aggravante dell'alto tradimento (articolo 77 del codice militare di pace) viene contestato a quattro generali: oltre a Bartolucci e Tascio sono stati chiamati in causa anche Corrado Melillo (ex capo del terzo reparto dello stato maggiore dell'Aeronautica) e Franco Ferri, sottocapo di stato maggiore all'epoca della strage. In pratica tutto il vertice dell'arma azzurra di quel periodo.' Per i reati ipotizzati la legge prevede una pena non inferiore a 10 anni di carcere, aumentata di un terzo per l'alto tradimento. Sotto accusa anche il generale Franco Pisano, insieme con i generali Domenico Zauli e Giovanni Cavatorta e il colonnello Gianluca Muzzarelli. Furono loro, nel maggio 1989, a consegnare all'ex-ministro della Difesa Valerio Zanone una relazione dove si escludeva qualsiasi responsabilità da parte dell'Aeronautica. Il problema è - sostiene ora il giudice Priore - che i quattro alti ufficiali hanno nascosto nel corso della loro inchiesta dati e circostanze che pure facevano riferimento all'attività statunitense nei cieli di Ustica e all'interessamento dell'Aeronautica per quei movimenti. Che la sera dell'incidente molti sforzi siano stati dedicati a chiarire le mosse delle forze aeree statunitensi è ormai dimostrato da molti elementi. Dalle trascrizioni dei colloqui fra i centri radar di Roma e Catania, ad esempio, è saltato fuori che alle 22,45, cioè quasi due ore do- po la scomparsa del Dc9, dalla capitale si tentava di mettersi in contatto con l'ufficio operazioni della base militare Usa di Sigonella. E ancora, in un interrogatorio di due giorni fa, il maresciallo Antonio Trombetta, «radarista» in servizio a Ciampino quel 27 giugno '80, ha confessato quanto aveva ripetutamente negato in precedenza: la sera del disastro sentì parlare della presenza di aerei statunitensi e di una portaerei Usa nella zona del disastro. Fu il capo controllo di Ciampino, ha riferito Trombetta, a mettersi poi in contatto con l'ambasciata di Washington in Italia. La copertura messa in atto dai militari, cominciata dodici anni fa, è continuata - qualunque ne sia stato il motivo - fino ad oggi. Altri reati contestati sono quelli di favoreggiamento e falsa testimonianza, distribuiti tra i vari militari chiamati in causa. Fra questi c'è Federico Benincasa Mannucci, ex capo centro del Sismi (il servizio segreto militare) a Firenze. Fu lui, al tempo della strage, a redigere un'informativa che tentava di accreditare l'ipotesi della bomba, sostenendo che a bordo del Dc9 doveva esserci il giudice istruttore di Firenze Tricomi che indagava sul terrorismo rosso. Gli altri militari finiti sotto accusa sono Ernesto Basile De Angelis (nell'80 capo ufficio operazioni del centro-radar di Licola), Giorgio Russo (capo ufficio operazioni del Riv di Ciampino all'epoca della strage) e i tenenticolonnello Adriano Piccioni e Claudio Coltelli. Le richieste dei pubblici ministeri Giovanni Salvi e Vincenzo Roselli, accolte dal giudice istruttore nei giorni scorsi, risalgono alla fine di dicembre, all'indomani della trasferta negli Usa. In una settimana di frenetica attività i magistrati accertarono in quella visita che gli Stati Uniti ebbero molte informazioni sulla tragedia di Ustica fin dall'immediatezza della strage, proprio mentre quelle stesse informazioni venivano negate al governo e alla magistratura italiana. Giovanni Bianconi «Hanno sempre ostacolato le indagini nascondendo ai giudici e ai ministri la presenza dell'aviazione americana nella zona dove accadde il disastro» I resti del Dc9 riassemblati in un hangar Sotto: II giudice Rosario Priore Sue le tredici comunicazioni giudiziarie Due dei generali sotto accusa Zeno Tascio (sopra) e Franco Pisano (a destra) Il generale Lamberto Bartolucci capo di stato maggiore dell'Aeronautica nel giugno dell'80 V