Duello sul ghiaccio, muore hockeista

Duello sul ghiaccio, muore hockeista Courmayeur, giovane altoatesino colpito da una mazzata. Ancora oscuri i motivi del decesso Duello sul ghiaccio, muore hockeista L'avversario ora è sotto inchiesta, omicidio colposo COURMAYEUR DAL NOSTRO INVIATO La mazza rotea veloce e colpisce dall'alto in basso il torace di Miran Schrott, 19 anni, di Ortisei, azzurro di hockey. Sembra un normale scontro di gioco, violento, come di solito lo sono quelli sulle piste di ghiaccio, ma Miran muore un'ora e mezzo dopo, all'ospedale di Chamonix. E' la prima vittima dell'hockey in Italia. Sono le 23 di martedì. Compagni e avversari del giovane terzino non sanno ancora nulla. Hanno appena finito la partita del campionato nazionale cadetto. Miran, neo campione del mondo del gruppo C, alle 21,30 si è scontrato accanto alla porta del Gardena con il capitano del Courmayeur/Aosta, Giacinto («Jimmy») Boni, 28 anni, italo canadese residente a Bolzano. Manca ancora il referto dell'ospedale di Chamonix, ma i medici parlano di arresto cardiaco. Provocato dal colpo? Risposte certe non ne hanno, sarà l'autopsia disposta dal procuratore presso la pretura di Aosta Mario Vaudano a verificarlo. Tuttavia il dottor Bernard Marsigny, che si è prodigato per salvare il giocatore con i suoi colleghi di Chamonix, dice: «Non ci sono traumi apparenti sul corpo, nessun ematoma». Poi fa tre ipotesi: «Un malessere dovuto a cause cerebrali, un malore unito all'impatto, oppure il colpo che ha provocato lesioni interne». Forse nello scontro si è spostata la protezione imbottita che Miran aveva sul torace e la mazza ha provocato un violento trauma. Di un malore si è parlato subito dopo l'incidente. Il giovane soffriva di epilessia. Lo ha confermato Giuliano De Luca, cassiere del Gardena, che conosceva Miran da quando cominciò a giocare, a 9 anni. «L'ultima crisi l'ebbe 6 anni fa, poi si curò, non aveva più avuto alcun sintomo». Ma dal presidente del Gardena, Hans Bernardi, arriva una smentita decisa. Il medico della squadra valdostana, Sauro Rocchio, vicesindaco di Courmayeur, fra i primi a soccorrere il giocatore gardenese spiega: «Anche se ci fosse stata una crisi epilettica non può essere stata la causa della morte». Parla di «continui arresti cardiaci» mentre Miran era sdraiato sul ghiaccio. E ancora: «Per i medici di Chamonix la morte è dovuta a arresto cardiaco o a emorragia cerebrale». Il sindaco di Courmayeur, Albert Tamietto, ha aggiunto: «Quando il giocatore era a terra aveva la bocca serrata, hanno dovuto aprirgliela con il fischietto». Quando il terzino del Gardena cade sul ghiaccio, pubblico, giocatori e arbitri non ci badano: Boni ha compiuto un fallo di reazione. Sono passati 2' e 54" del secondo tempo, la sua mazza colpisce il giovane difensore all'altezza del cuore mentre l'azione di gioco è altrove. Il capitano dopo aver sferrato la mazzata se ne va e di nuovo l'azione si sposta, neppure l'arbitro, che non è molto distante, ferma il gioco, né punisce Boni. Miran cade comprimendosi il fianco destro, poi si gira sul ghiaccio e cerca inutilmente di alzarsi. Le riprese tv della troupe aostana della Rai rivelano che fra i due giocatori vi sono stati due colpi durante l'azione d'attacco. Lo scontro avviene quando Boni cerca di smarcarsi accanto all'area gardenese mentre 11 dischetto corre veloce dall'altra parte della patinoire. Boni trattiene con il braccio destro il collo del difensore per impedirgli di avanzare, ma Schrott sguscia via e colpisce con il guantone destro la mascella dell'attaccante. La reazione è immediata. Il gardenese si gira di fianco e alza il braccio per sistemarsi il casco. In quel momento arriva il fendente di Boni che tiene la mazza a due mani. I primi a soccorrerlo sono i suoi compagni di squadra, poi arrivano i medici delle due squadre. Sauro Rocchio lo rianima, ma comprende che il giovane è grave. Intervengono i volontari del soccorso, i tre carabinieri di servizio. In pochi minuti Miran Schrott è al tunnel del Monte Bianco: l'ambulanza è scortata e a strada libera perché l'emergenza ha consigliato il blocco del traffico. Poi la sala rianimazione e la speranza. De Luca dice: «Sembrava si riprendesse, ma il cuore ha ceduto». La notizia arriva a Courmayeur un quarto d'ora dopo. La prima reazione è l'incredulità, poi la rabbia, quindi Jimmy Boni, sotto choc, viene portato via dai dirigenti della squadra. Nella notte il Gardena torna in Alto Adige, mentre a Courmayeur giocatori e dirigenti valdostani passano la notte in riunioni. Intanto c'è già stato un primo risultato dell'inchiesta affidata al sostituto Tiziano Masini dal procuratore presso la pretura Mario Vaudano: il magistrato ha emesso un avviso di garanzia nei confronti di Jimmy Boni, ipotizzando il reato di omicidio colposo. Il giocatore rischia da un minimo di 6 mesi a un massimo di 5 anni. " A Ortisei sia Schrott sia Boni sono famosi. Miran, figlio di un grande campione del passato, Sepp Schrott, fra i protagonisti del primo scudetto del Gardena nel 1968, e Jimmy che con la maglia del Bolzano ha collezionato cinque successi nazionali. Ieri Sepp ha fatto il lungo viaggio verso Chamonix con la moglie, Sabine, d'origine slovena, per poter riabbracciare il figlio. Ha ricordato: «Mio figlio stava bene, ha avuto solo un piccolo male 5-6 anni fa, dal quale si era poi ripreso». A Courmayeur i giocatori della squadra locale sono introvabili. Non vogliono parlare con nessuno. Jimmy Boni alla fine, attraverso i dirigenti ha fatto arrivare la sua versione: «Mi spiace di quello che è accaduto, ma non mi sento colpevole. Non penso di avere fatto fallo, tant'è che l'arbitro, che era a soli 10 metri, non è neppure intervenuto». Enrico Martinet Tutto comincia con un normale fallo di gioco tra Schrott e Boni Boni (44) colpisce Schrott (3) con la mazza. Il disco di gioco è ormai lontano Schrott si accascia a terra. La partita continua, gli arbitri non ravvisano falli E' l'attimo del dramma: al giocatore di Ortisei vengono prestate le prime cure