Per uscire dalla crisi serve un patto tra pubblico e privato

Per uscire dalla crisi serve un patto tra pubblico e privato IL CASO-TORINO Brizio: nè pessimisti nè rassegnati Per uscire dalla crisi serve un patto tra pubblico e privato Dopo Pichetto, da ieri al vertice della Camera di commercio, sul «caso-Torino» (come combattere il declino, dove reperire le risorse) interviene il presidente della giunta regionale Gian Paolo Brizio. LA crisi internazionale, nazionale e piemontese, presenta al Piemonte tre vie d'uscita: la creazione di infrastrutture, materiali e immateriali, a supporto dello sviluppo della ricerca e dell'economia, sia nei segmenti innovativi che in quelli «maturi»; il confronto con i «sistemi regionali» europei concorrenti, la stretta collaborazione tra pubblico e privato. La Regione sta percorrendo tutte e tre queste strade. Abbiamo lavorato al completamento dei centri intermodali, abbiamo partecipato alla stesura della convenzione con le Ferrovie dello Stato e Torino per il nodo torinese ed il nuovo assetto ferroviario in Piemonte; abbiamo guidato il Comitato promotore dell'alta velocità con le Regioni della Padania (Lombardia e Triveneto) e dell'Oltralpe (Rhóne Alpes). Inoltre la Regione ha allargato alla qualità i benefici della legge sulla innovazione che consente alle imprese minori di avere entro tre mesi risposta sulle possibilità di finanziamento dei loro progetti innovativi e contestuale erogazione. Si stanno avviando iniziative per i Parchi scientifici, è stata approvata la costituzione dell'«Agenzia per l'Innovazione» si è dato avvio operativo al Centro di Supercalcolo che porta il Piemonte alla dotazione di due Supercalcolatori «Cray» sui cinque esistenti in Italia e che ha comportato investimenti d'avanguardia della Sip nella rete di comunicazioni. E' stato presentato il Piano energetico regionale, si è avviata la convenzione con la Snam per la diffusione del metano, è stato perfezionato l'accordo socio-economico con l'Enel per l'avvio della centrale di Trino. In campo espositivo si è costituita, in pieno accordo con i privati, la società per Expo 2000. Per sostenere l'edilizia, infine, motore di ogni ripresa, è stata approvata una legge regionale che modifica la precedente normativa del settore in concomitanza quasi perfettamente temporale con l'approvazione da parte della Città di Torino del Progetto preliminare di Piano regolatore. Non siamo schiacciati con- tro le Alpi, così periferici da non poter esplicare un ruolo di guida secondo il disegno del secolo scorso, quando, all'insegna di una «ingovernabilità da Torino» fu trasferita la capitale. Le Alpi possono tornare ad essere elemento di aggregazione e non di divisione. Ma una politica di sviluppo per il Piemonte può essere condotta soltanto dalle istituzioni locali e primariamente dalla Regione? Può il Piemonte farcela da solo, o ha bisogno di scelte nazionali? Ci eravamo posti l'obiettivo, all'inizio di questa legislatura regionale di far contare di più il Piemonte, abbiamo cercato di farlo con energia sia a livello della Conferenza Stato-Regioni, sia nei vari contatti bilaterali con i ministeri e le amministrazioni dello Stato. Si tratta di far comprendere appieno al livello nazionale, al governo e al Parlamento che certi interventi infrastrutturali o di sostegno alla ricerca in Piemonte sono assolutamente necessari, non soltanto per la nostra regione, bensì, certamente, per l'intero Paese. E' una partita aperta sulla quale siamo impegnati a fondo e non abbiamo mancato su specifici problemi, di richiedere l'appoggio dei parlamentari piemontesi raccogliendoli anche, più volte, sia a Torino, sia nella sede romana della Regione Piemonte. Infine, alcune considerazioni sugli atteggiamenti. Non è certamente producente il pessimismo disfattista, come non lo sarebbe una nuova edizione di quella cultura e di quella politica della crisi e della rassegnazione che ha toccato il Piemonte a cavallo degli Anni 70 ed 80. Occorre un moto di orgoglio, per superare anche strani e ingiustificati complessi che volgono alla rinuncia. Occorre uno sforzo degli operatori economici, un'azione intensa, una forte collaborazione tra pubblico e privato, fra le forze economiche e sociali. La Regione Piemonte è impegnata su questo terreno per concorrere a creare le condizioni che consentano al Piemonte di cogliere tutte le opportunità che gli stanno davanti per un'uscita verso l'alto dalla congiuntura presente. Se non ritenessi perseguibile questa via, se non credessi in essa, non resterei un giorno di più a coprire il posto di responsabilità che mi è stato affidato e non per correre a Roma «a fare la storia»: perché penso che la storia si possa e si debba fare anche da qui, da Torino e dal Piemonte. Gian Paolo Brizio

Persone citate: Brizio, Cray, Gian Paolo Brizio, Pichetto