Quel gran puritano di papà di G. Bai.

Quel gran puritano di papà Quel gran puritano di papà Mi portò via a metà di «Ultimo Tango» NEW YORK. Aissa Wayne è appena giunta a Manhattan. Per promuovere il libro ha preso parte finora a una cinquantina di show tra tv e radio: «M'hanno accolta bene dappertutto - ci dice - tranne che in una stazione radio del Midwest, dove l'intervistatore esordì dicendomi che detestava mio padre. C'è stata una valanga di telefonate in diretta degli ascoltatori, tutte affrontavano temi politici e molti credevano che avesse un atteggiamento reazionario contro le minoranze. A parte quel caso isolato il volume è piaciuto un po' a tutti per l'onestà, perfino tra i ventenni che non pensavo conoscessero papà: un giovane autista che mi portava all'aeroporto mi raccontava del padre che lo seviziava e da 3 a 15 anni sognava spesso John Wayne che veniva a porre fine a quel tormento. Non è incredibile?». Perché ha deciso di pubblicare questi ricordi? Ho iniziato a scriverli improvvisamente e poco alla volta sono diventati un vero e proprio libro, i miei bambini non hanno mai conosciuto il nonno, così l'ho fatto anche pensando a loro e inoltre volevo dire alla gente che Wayne era anche vulnerabile, dolce, buono, non soltanto macho. E' la descrizione di un rapporto tra padre e figlia. Come giudica le biografie precedenti? Ho apprezzato molto quella di mia madre perché m'ha fatto capire che non diventò una star all'improvviso come credevo, ha dovuto lottare, non m'è piaciuta quella della segretaria Pat Stacy che non reputo sincera e considero «Shooting Star» (Stella Cadente) di Maurice Zolotow un libro interessante, mio padre invece l'odiava perché si afferma¬ va che «fu concepito prima che i genitori si sposassero». Ci parli dei suoi ruoli accanto a lui in 4 film. Tutte particine: «La battaglia di Alamo», «I Comancheros» dove cantavo una canzone, «I tre della Croce del Sud» diretto da John Ford con Lee Marvin, e in «McClintock» ero la figlia della serva, una Stefanie Powers allora molto giovane con tante lentiggini sulla faccia che copriva con abbondante trucco. «Non dirlo a nessuno», si raccomandava. Nel libro afferma di essere stufa dei western... Sì sempre la stessa solfa, per cui finii per apprezzare quei film «diversi» come «Prigionieri del cielo» e «Un uomo tranquillo», il mio preferito in assoluto, perché lo mostrava romantico come veramente era, oltre al western «Sentieri selvaggi» di Ford e «Il Grinta» che ottenne l'Oscar. Si parla di una forte passione per Marlene Dietrich... Sì è vera. Fu la sua segretaria a raccontarmi che una volta sul set lei l'invitò in camerino, poi gli domandò l'ora e lui rispose «non so». A quel punto sollevò il vestito mostrando le lunghe gambe, sulla giarrettiera teneva un orologio, e disse «vieni a leggerla qui». Che cosa ricorda dell'Italia? A Roma avremmo dovuto incontrare il Papa, mi ero messa tutta in bianco, con mantiglia e ombrello dello stesso colore, avevo 7 anni, imparai tutta la settimana a baciare l'anello, ma c'era così tanta gente che lo vedemmo solo da lontano. Papà pensava di poter parlare italiano facilmente conoscendo bene lo spagnolo, ma ben presto dovette ricredersi, e faticò parecchio a farsi capire. Come ha reagito alla sua scomparsa? Non mi sentivo affatto preparata alla vita. Risultato: due matrimoni falliti, errori a ripetizione, finché capii che dovevo svegliarmi e crescere. Negli ultimi 10 anni sono decisamente cambiata, ho rivisto la mia vita e ciò m'ha spinto a scrivere il libro. Con 3 figli (Jennifer 9 anni, Nicholas 8, Anastasia 4) e senza un marito devo stare molto attenta, mi sono iscritta a legge e penso alla laurea. Desidero un lavoro in televisione, magari a condurre un talk show, anche se c'è molta concorrenza: sono troppo timida per il cinema. Che fanno i suoi 2 fratelli? Patrick appare ogni tanto in tv, ma non riesce a sfondare, mentre Ethan fa «Beautiful», adesso è in Italia da più di 6 mesi per un'altra soap a fumetti. Iniziative in vista per ricordarlo? 11 John Wayne Cancer Institute è una clinica di Los Angeles che promuove cure per il cancro, e raccogliamo fondi attraverso grandi party benefici, presto metteremo sulla tomba l'epigrafe «Brutto, forte, ma nobile» scritta in spagnolo, come desiderava, [g. bai.]

Persone citate: Aissa Wayne, Alamo, John Ford, John Wayne, Lee Marvin, Marlene Dietrich, Maurice Zolotow, Pat Stacy, Stefanie Powers

Luoghi citati: Italia, Manhattan, New York, Roma