MA SATANA E' SEMPRE AL POTERE di Igor Man

MA SATANA E' SEMPRE AL POTERE La strategia di Saddam MA SATANA E' SEMPRE AL POTERE EN trionfo senza vittoria: ecco cos'è stata, per gli americani, la guerra del Golfo. Tutti i giornali, compreso il nostro, han pubblicato la notizia d'un ennesimo golpe iracheno. Fallito (ottanta gli ufficiali impiccati da Saddam Hussein). Ma ora che scocca l'anniversario della «Madre di tutte le battaglie», a Washington e al Cairo corre insistente la voce d'un «inuninente» colpo di Stato a Baghdad. «Wishful think ing». Ho conosciuto un sacerdote caldeo che m'ha confessato, stravolto, di pregare Dio perché spenga Saddam nel sonno. Che altro potrebbero fare gli iracheni - meglio: quelli che lo odiano -, se non pregare? Ma coloro che odiano Saddam non sono poi tanti: la propaganda è riuscita a far credere al popolo che la disgrazia dell'Iraq si chiama «imperialismo americano». L'embargo strozza l'Iraq come una implacabile garrota ma indirettamente sostiene Saddam Hussein. Qualche settimana fa il neo Califfo ha radunato il fior fiore dei quadri militari. Una bella cerimonia di stile inglese, venti ufficiali decorati con l'onorificenza «Madre di tutte le battaglie», discorso finale del rais. Diffuso dalla tv. Non la Cnn, una volta tanto, bensì quella irachena. In definitiva, ha detto Saddam, chi ha veramente vinto è stato l'Iraq. Il suo discorso somiglia a quello del 26 di febbraio del 1991, nel momento del disastro immane. E' un altro saggio perfetto della cosiddetta utopia politica musulmana. Una utopia (negativa) nella quale ogni contraddizione viene annullata. Dimodoché la vittoria e/o la sconfitta sono viste entrambe come parentesi della storia. «Avete vinto, siete vittoriosi», dice Saddam ai suoi ufficiali decorandoli, perché «avete scelto il giusto cammino». Che è appunto quello di rifugiarsi in una parentesi della storia. Bukra, domani, fra tre anni o tra un secolo, la parentesi cadrà e i guerrieri oggi umiliati coglieranno il fiore della vittoria. Tutto questo discorso per cercar di capire come, perché Saddam non sia stato ancora disarcionato quando a dare il colpo di grazia a Mussolini bastarono due bombe su Roma. Tutto questo discorso per concludere che l'embargo è un boomerang. Nel 1991 la mortalità infantile s'è raddoppiata: dal 4 all'8 per mille. Il « 10 per cento dei tre milioni di bambini iracheni soffre di denutrizione e turbe psichiche». Nel suk la roba straripa ma soltanto quelli della nomenklatura possono comperarla; gli altri, i miserabili, si vendono il materasso per sette arance. La vita media in Iraq era di 66 anni; è scesa a 46. Ma perché Bush ha proclamato un cessate il fuoco unilaterale salvando così la vita al tiranno? Forse perché (come mi disse Prìmakov) glielo aveva chiesto Gorbaciov, allora ostaggio di quella Armata Rossa che considerava l'Iraq «cosa sua» sicché non poteva ammettere che gli yankee bivaccassero a Baghdad. Forse perché un Saddam, sia pure dimezzato, tiene a bada le ambizioni della Siria. Forse perché con Saddam in piedi Bush ha una sorta di alibi permanente. Forse semplicemente perché, come recita un antico proverbio arabo, davanti a Dio il destino degli uomini è un pidocchio. Igor Man

Persone citate: Bush, Gorbaciov, Mussolini, Saddam Hussein