Dietro la voglia di casual batte il cuore di un manager

Dietro la voglia di casual batte il cuore di un manager A Milano Collezioni trionfa l'avventura. Mario Valentino rilancia il giubbotto, Dolce e Gabbana le borchie Dietro la voglia di casual batte il cuore di un manager MILANO. In luoghi diversi, show-room e palazzi, magari in un garage o in inedito loft, si va a vedere la moda maschile dell'autunno-inverno '92-'93. La moda per uomo si è svegliata dal letargo e se i tradizionalisti puntano sull'estrema semplicità, naturalezza e rigore, toni morbidi e omaggio ai valori del lavoro e del passato, come Giorgio Correggiari e i suoi magnifici toni di grigio, i giovani stanchi di travestirsi da manager, avranno di che saziarsi con un abbigliamento molto sport e molto colorato, senza però stravaganze o eccessi di narcisismo, forse appena un accento qua e là aggressivo e persino sexy. Da Mario Valentino spiegano così, in funzione del corpo in bella vista, l'idea del giubbotto, ora in pelle di pitone o a stampa maculata, ma anche in cuoio, tagliato e ricucito a mano lungo disegnature Navajos, più lungo davanti più corto dietro. Ma al di là di un giovanilismo grintoso in spezzati di velluto di lana e cotone, stazzonati con disinvoltura, non mancano gli mediti eroi metropolitani in completi poco manager e molto avventura, caban di grosso fustagno infeltrito, pantaloni affusolati, cappotti in cachemire. Per un uomo, avvezzo a vivere al massimo livello, provvisto di ogni privilegio, non tenuto quindi a dimostrarli attraverso il vestito, si aprono stagioni con licenza di vivere sopra le righe, nel solco meno siculo-mediterraneo e senz'altro più europeo, di Dolce & Gabbana. Quello che conta è scegliersi una passione: del volo in bomber bombardati di spille, per nulla allergici ad un collo di leopardo; del mare, in maglie, blazer e gilet e bianco e blu. Le accomuna appunto la distesa di spilline pubblicitarie a raffica da spalla a cintura. Gucci è così sicuro del prevalere del classicismo inglese mischiato allo sportwear americano, da parlare di «vestiti creati per durare una vita» per i completi di giacche doppiopetto, pantaloni con taschini a due pences e maglie in cachemire a tre fili, eseguite a mano o per la giacca da motociclista in nappa di camoscio, il bomber in lussuosa pelle di struzzo. In effetti c'è più spazio di ieri per uomini dotati di carattere e decisi a crearsi uno stile personale: scegliendo da Byblos le proposte più interessanti votate al tempo libero e accasate in città, cappottoni, lunghe giacche con spacchi vistosi, comode, destrutturate in colori naturali ma anche in vulcanico rosso, blu tempesta e qualche pallido giallo o verde acqua, per effetti rétro. Spettacolare a Palazzo Barozzi la presentazione Fendi in un clima di realismo americano Anni Quaranta, inquieto nella solitaria ricerca di valori che può esprimersi all'inizio anche nella ricostruzione di un tipico e coevo laboratorio sartoriale: cartoni, antichi ferri da stiro, tavolacci da lavoro e modelli di oggi per un uomo che nell'impazzito caleidoscopio di riferimenti, citazioni e scelte consapevoli, segue meno la moda e ama inventarsi ironiche perversioni. Stile severo da tempi difficili ma verde ungherese per loden e maghe melange, grigio nei panni spigati e nel boucle, camosci effetto renna, nylon tecnico color tamarindo nella pelle doublé: e dettagli eccentrici, cravatte stile arazzi Gobelin, o pop, calze a grisaglia sgranata, camicie millerighe su fondi appena mossi. Per il «vissuto», omaggio Fendi a Edward Hopper, il pittore definito per i suoi interni inconsueti «il Manet di New York» al quale in questi mesi l'Europa dedica grande attenzione da Londra a Torino nella mostra al Lingotto. Tutta la collezione Fendi si ispira al quadro di Hopper del 1942 «Falchi della notte», così assorto nel clima di guerra: a Palazzo Brazzi c'è il bancone del bar e tre personaggi del quadro come manichini, mentre altri due in veste di indossatore si alternano con abiti differenti in presenza della rosso-vestita Claudia Koll, protagonista del prossimo film dì Tinto Brass. Lucia Sollazzo Un modello di Mi ssoni, presentato alle sfilate di Milano Collezioni per la moda maschile autunnoinverno "92-'93 Le sfilate milanesi hanno tenuto a battesimo un nuovo fenomeno: la fine dell'epoca dei modelli superbelli e il trionfo dei ragazzi normali (nella foto un modello di Gigli) L'attrice Claudia Koll, protagonista del prossimo film di Tinto Brass, «Così fan tutte», ospite delle sorelle Fendi. Dalle stiliste è arrivato un omaggio al pittore americano Edward Hopper

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