Eccesso di farmaci Colpa delle donne di Bruno Ghibaudi
Eccesso di farmaci Colpa delle donne De Lorenzo: niente 007 ma verifiche severe Eccesso di farmaci Colpa delle donne ROMA. «Non esistono 007 della sanità che entrano nelle case degli italiani per controllare se nell'armadietto dei farmaci ci sono veramente le medicine acquistate in precedenza, come è stato erroneamente detto nei giorni scorsi. Ci saranno invece dei controllori che nel massimo rispetto della privacy e dei diritti dei cittadini si limiteranno ad accertare se gli esenti da ticket a cui vengono ripetutamente prescritte medicine di costo elevato ne fanno effettivamente uso». Francesco De Lorenzo ritocca con decisione questa immagine distorta rimbalzata nei giorni scorsi sui giornali. L'occasione è la presentazione, presso l'Istituto Superiore della Sanità, del volume «Guida pratica ai farmaci», realizzato da Selezione del Reader's Digest, e dell'indagine Doxa sugli atteggiamenti degli italiani nei confronti dei farmaci. «Nel mirino dei controlli ci sono soltanto quei cittadini esenti da ticket che con la complicità di medici e di farmacisti si fanno prescrivere più di una volta medicinali di costo superiore alle 100 mila lire per ricetta e poi li girano a parenti o ad amici. I controllori, senza neppure entrare in casa, si limiteranno a chiedere all'intestatario della ricetta di esibire il contenitore delle medicine prescritte nei giorni immediatamente precedenti e che non possono perciò essere state già assunte del tutto». Una misura che dovrebbe fungere da deterrente contro sprechi e abusi, naturalmente, dal momento che di solito nel nostro Paese la febbre dei controlli dura lo spazio di un mattino. «Lo faceva anche l'Inam prima della riforma» ha commentato con scetticismo Alberto Ambreck, presidente della Federfarma. «Ridurre la spesa farmaceutica non è facile per molti motivi - ha commentato Giacomo Leopardi, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti - e innanzitutto per il progressivo invecchia- mento della popolazione, che richiede un sostegno farmacologico che si fa via via più esteso». Truffe a parte, le radici degli sprechi sono in maggior parte altrove: nella disinformazione dei cittadini, nelle pressioni delle case farmaceutiche sui medici, nell'anomalo rapporto che ancora oggi lega ai farmaci la nostra gente. Dire che gli italiani sono divoratori di farmaci è un luogo comune ampiamente smentito dalle statistiche: in molti Paesi industrializzati i consumi sono molto più elevati. Più esatto, invece, ricordare che molti farmaci vengono ancora oggi usati in maniera impropria. E la recentissima indagine Doxa, effettuata su un campione rappresentativo della popolazione di tutta Italia (oltre 2000 adulti di 168 comuni) lo conferma implicitamente. Anche se 8 persone su 10 ammettono di essere in buona salute, negli ultimi sei mesi quasi il 60% degli italiani adulti ammette di aver assunto almeno un farmaco. Non ci sono differenze sostanziali fra Nord, Centro e Sud ma ovunque le donne ne consumano il 30% in più degli uomini. Nell'80% dei casi i farmaci vengono prescritti da ur. medico, nel 20% vengono invece acquistati per propria iniziativa oppure su consigli di un farmacista, di un parente o di un collega. E spesso le ricette vengono sollecitate al medico solo per ottenere i medicinali gratuitamente o a prezzo ridotto. Ma lo sanno, gli italiani, che cosa prendono? Le indicazioni dell'indagine non sono del tutto tranquillizzanti. Ad informarsi presso il medico o il farmacista sugli effetti collaterali e sulle conseguenze delle interazioni con altre medicine o con certi alimenti sono meno dei due terzi. Ma sono meno di un quarto quelli che si preoccupano di sapere se i farmaci possono influenzare negativamente la guida. Bruno Ghibaudi IN UN MESE
Persone citate: Alberto Ambreck, De Lorenzo, Francesco De Lorenzo, Giacomo Leopardi, Inam
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