«Sì, incaricherò Craxi» di Francesco Santini

«Sì, incaricherò Craxi» «Sì, incaricherò Craxi» 77 Presidente: lui e il Centro de non erano Giulietta e Romeo? LONDRA DAL NOSTRO INVIATO Se la de non lo metterà in condizione di dare l'incarico a Craxi dopo le elezioni, Francesco Cossiga potrebbe anche tentare di formare un «governo del Presidente» per evitare «un secondo scioglimento delle Camere» prima della fine del suo mandato. Durissimo con Forlani e i leader del suo ex partito, deciso ad escludere un nuovo incarico di governo alla de, il Presidente della Repubblica, in una conferenza stampa improvvisata prima di rientrare in Italia, ha confermato quanto aveva anticipato alla stampa. Subito dopo ha attaccato con violenza Occhetto per la «richiesta di garanzie» nei confronti delle iniziative del Capo dello Stato inoltrate a Nilde lotti e a Giovanni Spadolini. Ma allora Presidente darà l'incarico a Craxi? «A sentire quello che la de diceva sino all'altro giorno, questo dovrebbe essere il turno di Craxi. Ma ho visto che i democratici cristiani, specie quelli che morivano d'amore per lui, come l'onorevole Gava, hanno cambiato idea improvvisamente. Forse sarà soltanto una questione di commercio per il dopo elezioni. Un modo per dire a Craxi "ti diamo la Presidenza del Consiglio e tu ci dai tre ministri e due sottosegretari in più di area partenopea"». Su Craxi presidente del Consiglio Cossiga, quindi, non cede. Nella sala stampa della Grosvenor House di Londra le picconate del Presidente italiano riescono a soffocare anche quelle dei «lavori in corso» del grande albergo di Hyde Park. Certo per l'incarico al segretario socialista bisognerà aspettare le elezioni ed il risultato del voto. «Mi era sembrato di capire - afferma Cossiga -, soprattutto per l'amore spasimante di una parte della de per Craxi, che fossero sempre della stessa opinione». E allora, «fino a ieri erano Giulietta e Romeo anche se in ruoli invertiti perché, francamente, nei panni di Giulietta Craxi ce lo vedo poco». Ma lei vuole un governo del Presidente? «Un governo del Presidente si potrebbe fare solo in una situazione eccezionale, come accadde con me, quando Pettini mi mandò a chiamare ingiungendomi di formare un governo in 24 ore». Quindi? «Quello fu un governo del Presidente giustificato dal fatto che, se avessi fallito io, si sarebbe andati alle elezioni anticipate. E allora, siccome si deve pur governare, salvo che non mi si voglia spingere a sciogliere le Camere un'altra volta, dovrò pur formare un governo». Sulle garanzie all'impeachment chieste da Occhetto Cossiga mostra ilarità: «Siamo al patetico: vi pare possibile che io mi metta a fare la campagna elettorale? Ma se Occhetto ed altri del pds approfitteranno della campagna elettorale per attaccarmi, allora io ribatterò colpo su colpo alla radio, alla televisione, sulle piazze». E per la messa in stato d'accusa? «L'iniziativa si estingue con lo scioglimento delle Camere». Le risulta che Andreotti voglia rallentare la crisi? «Se Andreotti viene a dirmi di aver cambiato idea sullo scioglimento sarò io a convocare i segretari dei partiti e a chiedere quindi ad Andreotti se è disposto a non controfirmare la chiusura deHa legislature»,.. , Ma Andreotti non è il suo candidato per la successione al Quirinale? «Sul mio successore io non parlo. Ho un mio candidato, ma non posso fare il nome. Candidato personale perché non posso votare». Forlani l'ha smentita sulla de armata nel '48. «Non condivido i timori e i tremori dell'onorevole Forlani. Ma chi c'era a difendere la de in quei drammatici anni? Soltanto io, Baget Bozzo e i partigiani dell'Osoppo? Eravamo soltanto noi a prendere misure per impedire che i comunisti, perse le elezioni facessero il colpo di Stato in Romania, Bulgaria, Ungheria, Cecoslovacchia e Polonia?» E le armi? «Le abbiamo trovate fino a poco tempo fa in Emilia Romagna, a Milano, Ancona. Per leggere l'elenco delle armi ritrovate ci vorrebbero quattro o cinque giorni». Ma il senatore Mancino, capogruppo de in Senato, la definisce un «abile deviatore». Cossiga esplode: «Sarei stato un abile deviatore se avessi parlato dell'aumento dei depositi della banca dell'Irpinia». Francesco Santini