Madre e figlia, volo nel mistero
Madre e figlia, volo nel mistero L'ultimo a vederle è stato il console che le ha accompagnate all'aeroporto Madre e figlia, volo nel mistero Il giallo delle Antille GENOVA NOSTRO SERVIZIO Nel giallo delle due donne scomparse alle Antille un capitolo lo scrive il console onorario italiano a Curacao, Cathryn Pruneti. Pruneti ha riferito ai funzionari della Farnesina che le due donne (Bianca Reyna, 56 anni, di origine colombiana e la figlia Margherita Carpi) si erano messe in contatto con lui per le pratiche relative all'eredità di Guillermina Henriquez. Il console ha così fornito l'assistenza richiesta e ha anche sollecitato la Reyna e sua figlia a far intervenire la polizia se si fossero sentite in pericolo. Però, il suo suggerimento non è stato raccolto. Il console ha anche aggiunto di avere egli stesso accompagnato le due donne all'aeroporto di Curacao il 9 gennaio. Hanno fatto il check-in per imbarcarsi su un volo per l'Italia della «Klm», ma al momento della partenza il personale ha scoperto che non erano sull'aereo. I responsabili della compagnia hanno avvisato il console Pruneti e questi, a sua volta, ha informato la polizia locale. Ma, fino a ora, la scomparsa delle due genovesi rimane un mistero. Le due donne sarebbero state sequestrate, una settimana fa, da una setta misteriosa nell'isola di Curagao (Antille Olandesi) in pieno mar dei Caraibi. Bianca Reyna e la figlia Margherita erano partite per il Centro America il 2 gennaio scorso perché la madre adottiva di Bianca, Guillermina Henriquez, era deceduta lasciandole in eredità un cospicuo conto in banca e una villa. A denunciare il «rapimento» è stato l'ex marito di Bianca, Enrico Carpi, 60 anni. «Il giorno dopo l'Epifania - ha raccontato - ho ricevuto una telefonata. A casa c'era anche l'altro mio figlio Giovanni. Non ho capito se la voce fosse di Bianca o di Margherita. La comunicazione era troppo disturbata. Mi hanno chiesto aiuto. Dicevano di essere prigioniere e che qualcuno impediva loro di partire. Forse hanno pronunciato anche la parola "setta" ma non sono sicuro di avere compreso bene». Carpi continua: «L'unica cosa che so è che Guillermina aveva aderito, tempo addietro, a una congregazione religiosa dedita all'aiuto reciproco. Non vorrei che fossero proprio loro i misteriosi individui che non lasciano partire la mia ex moglie e mia figlia, magari per cercare di impossessarsi di parte dell'eredità della nonna». Conclude: «Non è la prima volta che le due donne fanno un viaggio nelle Antille, ma prima oora non avevano mai avuto simili ritardi». Bianca, con la figlia Margherita e l'altro figlio Giovanni, 30 anni, vive in un modesto appartamento di via Colletti 1 a Voltri, all'estremità della periferia del ponente cittadino. La donna aveva conosciuto Enrico Carpi quando l'uomo era emigrato in Colombia nei primi Anni Sessanta. Nel Paese sudamericano l'uomo si era distinto per un'azione coraggiosa: aveva sventato da solo l'assalto dei banditi a una corriera e aveva salvato i passeggeri. Nella sparatoria con i malviventi era rimasto anche ferito da tre proiettili a una mano, alla spalla e al collo. Ma, nel passato di Enrico Carpi c'è anche un episodio oscuro che l'aveva portato in prigione. Era il 30 aprile del 1973. Una pattuglia delle squadre volanti della polizia genovese l'aveva fermato in via Buranello perché si era venuto a sapere che aveva armi. In effetti Carpi aveva due pistole. «Mi erano state regalate dal governo colombiano per la mia azione contro i rapinatori che avevano assalito la corriera - dice -. I poliziotti volevano prendermele e io mi so¬ no rifiutato». C'era stata così ima sparatoria in strada fra lui e gli agenti. Carpi fu arrestato e condannato in tribunale a sette anni di reclusione. In appello la pena gli fu notevolmente ridotta. Gli furono inflitti due anni di carcere che scontò interamente. Poi, partì nuovamente per l'America latina. Nonostante la separazione dalla moglie, Enrico Carpi mantiene ottimi rapporti con Bianca e i figli. Lui abita a Bolzane- to, a circa dieci chilometri dal centro cittadino. Ma spesso va in casa della ex moglie. Come, il sette gennaio scorso, quando ha ricevuto la misteriosa telefonata. Carpi fa un'ipotesi ben precisa della scomparsa. Pensa che sull'eredità di Guillermina abbiano cercato di mettere le mani gli esponenti della setta religiosa di Curagao. Attilio Lugli Ma non sarebbero mai salite sul jet. Il marito insiste: ostaggio d'una setta che vuole l'eredità Bianca Reyna Carpi e la figlia Margherita (foto grande) scomparse nelle Antille. Sopra Guillermina, madre di Bianca
Luoghi citati: America, Antille Olandesi, Carpi, Centro America, Colombia, Italia
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