Mosca, cannoniere della parolaccia «Sono un cretino che in tv fa gol»

Mosca, cannoniere della parolaccia «Sono un cretino che in tv fa gol» L'«Appello del martedì» punta sulle pornostar: dopo Moana stasera tocca a Petra Mosca, cannoniere della parolaccia «Sono un cretino che in tv fa gol» DEL CALCIO MILANO DAL NOSTRO INVIATO «Sarò un cretino». Ma no, ma no. Il regista Gaspari si siede e parla di lui: «E' straordinario, Maurizio Mosca. Un torrente in piena». E Mosca si liscia la cravatta: «Mi chiamano i compagni di scuola: lo sai che fai le stesse cose che facevi al liceo? Sarà così, non sarò cambiato, sarò un cretino». Sembra un bambinone. Paffutello, Piccolino, gli occhi vispi. Si mette anche le dita nel naso. Pierino. Adesso sorride e il fotografo accende le luci: «Guarda me, contento, così. Devi pensare io con questo pendolino me li pappo tutti. Bravo, bravo». Maurizio Mosca gli sta facendo un sorriso da paralisi. E il pendolino: «Guarda il movimento verticale, Sandro. Vuol dire centravanti. Segna Van Basten. Poi si sposta, vedi come è più forte di qui. Careca e Careca. 2-1 per il Napoli». Difatti: Milan-Napoli 5-0. Ne azzeccasse una che fosse una, glielo ripete pure Sandro Piccinini. Gli hanno telefonato dalle Marche per chiedergli se poteva fare il pendolino per dei figli malati. Dovevano essere genitori esauriti, sarà stato un tentativo di infanticidio. Eppure, Maurizio è contento lo stesso. «Ma è un gioco, santocielo, perché se la prendono? Un giorno passo a Genova, prendo il giornale e leggo i titoloni: nuova figuraccia di Maurizio Mosca. Aveva pronosticato la sconfitta della Samp. Ma vi rendete conto? E' solo un gioco, stiamo scherzando. Quale figuraccia. Io lo so che mentre lo faccio i giocatori si toccheranno le palle, i dirigenti pure. Ma il pendolino è un punto di riferimento, la gente mi ferma per strada». In fondo, non sarebbe difficile spiegare Mosca. Era caporedattore alla Gazzetta dello Sport di Palumbo, che era un giornale popolare all'italiana. E' andato in tv, un po' con quello spirito, e adesso litiga a destra e a manca. E' un idolo della Gialappa's band, un appuntamento fisso di «Mai dire gol». S'infuria, si agita, si scatena, e quando c'è da insultare insulta. Quando ci vuole, ci vuole. E' anche questa la tv spazzatura? «Cretinata. Per me, non esiste. Perché si dicono parolacce? Non l'ho mai capito questo discorso. C'è una televisione che può più o meno piacere. Ma non c'è televisione spazzatura. Mi fanno ridere questi finti moralisti che se sentono una parolaccia in tv gridano allo scandalo. Chissà cosa diranno loro davanti ai figli. Gente divorata dall'invidia, dalla frustrazione. Finti intellettuali». Ecco, invece, uno scambio di battute fra chi non ha queste aspirazioni. In tv Moana Pozzi illustra le cosce. Mosca: «Attenti, qui si stanno alzando i tavolini». Helenio Herrera ride che è un piacere, approva la «raffinatezza». Ancora Mosca: «Moana, tu fai eccellenti spettacoli a Milano». Eccellenti? Spiegazione: «Siamo spontanei». Verissimo. «Non è un circo. Facciamo la tv che la gente vuole, a casa le mogli sono incuriosite da Moana Pozzi». Sicuro? Chi gliel'ha detto? «Le amiche me lo dicono. E stasera verrà Petra, e farà domande sexy a Mughini. La televisione non inganna, e quindi ci sta benissimo Moana Pozzi». Tutto cominciò con Biscardi, al Processo del lunedì. Undici anni fa. «Biscardi, lo dirò tutta la vita, è eccezionale». Ah sì? «Certo. Merita l'Oscar della furbizia. Accende le polemiche e finge di spegnerle. Si tinge i capelli una volta alla settimana, non l'ha mai notato? Una volta rosso, una volta castano, un'altra biondo. Lecca i potenti in una marnerà inverosimile». Addirittura. «E' l'unico suo difetto enorme. Per il resto è grandissimo. Fa apposta a fingere di parlare male italiano». Ah, fa finta. «E' un ruf¬ fiano». Basta così. Dopo Biscardi, arrivarono gli altri. E arrivò Mosca, con le sue polemiche. «Guardi. Io non ho mai avuto rancori con nessuno. Quando Maradona mi dette dell'omosessuale, lo querelai perché ero costretto, perché aveva superato i limiti». E con Squitieri? «Ah. Mi diede dell'attore di fotoromanzo, quel pregiudicato di Squitieri». Beh, con Trapattoni almeno i toni sono un po' meno forti. «Questa è una polemica che mi dispiace. Io e il Trap siamo più o meno cresciuti insieme. Ho cominciato la mia carriera quando lui era un ragazzino del Milan, ci conosciamo da allora, si figuri. Considero il Trap grandissimo generale di spogliatoio ma non un uomo di panchina». Però, in panchina ha vinto un mucchio. «Grazie a questo suo carattere assetato di ambizione, forte, tenace. Ma non ha mai saputo dare un gioco alle sue squadre. Lui è stato sempre salvato da Cabri ni, Causio, Bettega, Platini, Matthaeus». Bene, Trapattoni sarà contento. E Brera? «Brera ha sempre fatto l'orbo nel mondo dei ciechi, ha sempre giocato all'intellettuale in mezzo ai cretini. Mi auguro che Sacchi vinca il mondiale apposta per fare un dispiacere a Brera». Proviamo a parlare bene di qualcuno. «Mughini. Lo trovo un bellissimo personaggio, che ha coraggio, è efficace, è sintetico». Meno male. «Ed è umile». Non sembrava. «Umilissimo, invece. E ha una voce meravigliosa, affascina la gente con la sua gestualità». Bene. E poi? «Mi piace la Gialappa's band, anche se mi prende sempre in giro. Mi fanno ridere». Anche a noi. «Certo, lo capisco. Io sono fatto così. So ridere di me, sarà perché mio padre era Giovanni Mosca, grande umorista». Pure Maurizio non se la cava male come umorista... «Gliel'ho detto. Io sono spontaneo. Mi accusano un po' tutti di fare del circo. Ma io non capisco. Quando ho cominciato in televisione, nel '79, pure allora tiravamo i rigori davanti alle telecamere. Io e Johnny Dorelli. Mi ricordo che vinse lui 2-1. Perché non posso tirare un rigore in televisione a Zenga? E' lesivo di che cosa? E poi, cosa faccio il pacato che sono un isterico». Beh, sì. «Io sono me stesso. So accettarmi per quello che sono. Se uno dice una cretinata io mi infurio. A me piacciono i personaggi spontanei, non quelli che recitano alla Cazzaniga o alla Caminiti. Che c'è di male?». Niente. «Però, nei miei confronti sono stati usati termini di una tale volgarità e violenza che non si sono mai usati neanche per un pluriassassino». Beh, non esageriamo. «Come no: buffone, clown, incompetente, stupido, sciocco, omosessuale. E' facile dire: bisognava star calmi, bisognava star zitti. Stai zitto tu!» Capito, capito. «La sa una cosa?» Che cosa? «Io ho grande nostalgia della carta stampata. L'odore della carta, i telefoni, il caos di una redazione, la vita del giornale, e la notte, quando si chiude. Se potessi tornerei indietro». E perché non lo fa? «Adesso sto qui. Ma la gente è contenta, sa?». Pierangelo Sa pegno «Biscardi, un furbo che fìnge di non saper parlare Brera gioca all'intellettuale in mezzo agli stupidi» Maurizio Mosca (a destra) conduttore sportivo rivale di Aldo Biscardi (sopra). Per il sorpasso nella audience punta sulla presenza nelle sue trasmissioni di pornostar come Moana Pozzi

Luoghi citati: Genova, Marche, Milano, Mosca, Napoli, Palumbo