«La Stando non teme le cosche» di F. Alb.

«La Stando non teme le cosche» Smentite le voci della chiusura dopo gli attentati ai grandi magazzini «La Stando non teme le cosche» Tagli a Catania «ma per problemi organizzativi» CATANIA. Fra conferme e smentite, da qualche giorno una voce circola insistente in città: la Standa chiude e va via. Dopo tre attentati in centro, un paio almeno in provincia, i grandi magazzini della catena di Berlusconi avrebbero deciso di ridimensionare la loro presenza a Catania. Il supermercato di piazza Palestra a fine mese dovrà cedere i locali «per finita locazione»; il negozio del centrale viale XX Settembre potrebbe chiudere alcuni reparti; il palazzo di via Etnea, distrutto da un incendio doloso due anni fa, non sarà riaperto se non tra molti mesi e, comunque, senza più il reparto alimentare. «Nessuna fuga da Catania per paura del racket delle estorsioni - dice il responsabile delle relazioni esterne della Standa James Hansen -, anzi siamo ben intenzionati a restare». ((Abbiamo dei problemi di locazione che andranno discussi ed affrontati tra le parti interessate - dice il funzionario della sede regionale di Palermo, Garella -. Se non troveremo l'accordo, penseremo a possibili alternative». Le voci però non danno tregua. Il 18 gennaio di due anni fa due taniche di benzina, piazzate al centro del pianoterra, distrussero in poche ore uno dei più grandi magazzini che la Standa ha in Italia, quello di via Etnea. Una sede prestigiosa, alloggiata in un antico palazzo barocco ristrutturato. Dopo due anni, i lavori di rifacimento sono ancora in corso. Avrebbero dovuto essere completati già da diversi mesi. Una prima data per la nuova inaugurazione era stata fissata per il prossimo marzo, poi è stata spostata a tempo inderminato. Su questo episodio, in particolare, il prefetto di Catania Domenico Salazar ha dato disposizioni ai suoi funzionari per verificare se esistono ostacoli di carattere burocratico o, peggio, pressioni perché la sede centrale di via Etnea non venga riaperta. Nei giorni scorsi in prefettura si è svolta anche una riunione: «Non ho ancora avuto la possibilità di sentire direttamente il responsabile della Standa - dice il prefetto -, ma stiamo verificando ogni ipotesi. Al momento però non ci sono elementi che confermino questa intenzione. Potrebbero esserci soltanto problemi di organizzazione. Il problema è che negli ultimi tempi a Catania i fatti si vivono sotto spinte emozionali, senza che poi abbiano fondamento certe notizie». Il prefetto si riferisce a ventilate, ma non attuate, chiusure di industrie come la Sgs Thomson. Sulla sfondo, a sentire i sindacati, ci sarebbero problemi legati alla gestione del personale. Secondo la Cgil catanese la Standa «in questa città non ha avuto, come è diritto di ogni vittima della mafia, la necessaria solidarietà», [f. alb.]

Persone citate: Berlusconi, Domenico Salazar, Garella, James Hansen, Thomson

Luoghi citati: Catania, Italia