Divisi dal passato

Divisi dal passato Divisi dal passato Sondaggio in Germania e Israele BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La maggior parte degli israeliani non ama i tedeschi, e quasi un quarto di loro ritiene impossibile una riconciliazione: nella «scala della simpatia», i cittadini della nuova Germania unita stanno alla pari con i palestinesi, e nel giudizio di un terzo degli abitanti di Israele sono addirittura «al fondo», peggio di tutti. A cinquant'anni dall'avvio dell'Olocausto - deciso sulle rive del Wannsee, a Berlino, il 20 gennaio 1942 - ebrei e tedeschi rimangono divisi dal passato, segnati da diffidenze antiche, da paure profonde e difficili da sradicare, nonostante i segnali reciproci di buona volontà, i gesti di amicizia compiuti ai vertici dei due Paesi. La conferma viene da un sondaggio dello Spiegel in edicola oggi. Ma, secondo i dati raccolti dal settimanale tedesco, l'antipatia è reciproca, dal momento che il 32 per cento dei tedeschi considera gli ebrei «corresponsabili», se «sono odiati e perseguitati». Il sondaggio è stato realizzato contemporaneamente nei due Paesi in vista del cinquantenario della Conferenza di Wannsee dall'Istituto Gallup e dalla Emnid. I risultati mostrano che la maggioranza dei sessanta milioni ai tedeschi adulti - tanto all'Ovest quanto all'Est - si vergognano delle persecuzioni e dello sterminio pianificato dai nazisti. Ma tutti o quasi si considerano «senza colpa» per quanto avvenuto sotto il Terzo Reich: 42 su cento escludono una «responsabilità particolare» nei confronti degli ebrei, ai quali personalmente non hanno mai fatto niente, e soltanto un terzo del totale ritiene che anche la generazione d'oggi non può sfuggire a questo peso terribile. Due terzi, il 62 per cento, pensano che a quasi mezzo secolo dalla fine della guerra si debba «tirare una riga sul passato», non pensarci più e finirla di attribuire a tutto un popolo e a un Paese la «responsabilità dell'Olocausto». In Israele, al contrario, la maggioranza è concorde: il tempo non ha sanato la ferita tremenda dei massacri, lo sterminio nazista condiziona ancora pesantemente il giudizio sui tedeschi. Per oltre la metà degli ebrei adulti (l'83 per cento della popolazione israeliana, il resto sono arabi) il passato non è finito, anche se nel dettaglio la valutazione varia. Il 22 per cento rifiuta infatti qualsiasi riconciliazione, mentre il 27 per cento vuole amicizia soltanto con i giovani tedeschi, quelli «nati dopo», e non vuol saperne degli altri. Il 42 per cento, invece, è favorevole all'amicizia coi tedeschi. Il giudizio più pesante emerge però dalla «scala della simpatia», dieci punti da «più cinque» a «meno cinque». Mentre per i tedeschi gli ebrei sono «un popolo come un altro», gli israeliani sono duri e concordi nella condanna: i tedeschi, per loro, valgono «meno 1,6» quanto a simpatia, lo stesso punteggio ottenuto dai palestinesi. Ma secondo il 33 per cento i cittadini della Germania unita valgono addirittura «meno cinque», il minimo assoluto. Emanuela Novazio

Persone citate: Emanuela Novazio

Luoghi citati: Berlino, Germania, Israele