«Ci dimettiamo per un guru» di Franco Cavagnino

«Ci dimettiamo per un guru» Due cardiologi lasciano Asti per andare in India da Sai Babà «Ci dimettiamo per un guru» «Cureremo gratis i nostri malati» ASTI. Due tra i più affermati cardiologi astigiani lasceranno per sempre la loro città, la casa, le amicizie, gli averi e andranno a vivere in India. Entrambi sono devoti di Sai Babà, il maestro spirituale considerato ben più di un asceta e lavoreranno nell'ospedale da lui creato a Puttaparthi, nel centro di una zona desertica, a tre ore e mezzo dalla città più vicina. Faranno i volontari, curando tutti, poveri e ricchi, gratuitamente, come vuole lui. Alberto Caratti, 52 anni, ex consigliere comunale del pei negli Anni 70, figlio del noto incisore Caro, abita in una bella villa poco fuori città; lo studio è in centro, a due passi da piazza Alfieri. Sarà accompagnato dalla moglie Carla e il 2 febbraio raggiungerà l'India insieme con il collega Ugo Sandri, 44 anni, torinese di origine, da 18 abitante ad Asti. Più tardi Sandri verrà raggiunto dalla moglie e dai tre figlioletti che studieranno nella scuola di lingua inglese, annessa alla cittadella ospedaliera. E' un atto di fede, il loro, verso Sai Babà che, ad Asti, conta oltre 50 seguaci, molti dei quali noti professionisti. «E' nostra convinzione - spiega Caratti - che sia un'incarnazione divina; predica l'unità delle religioni, chiede che ognuno si dedichi alla fede cui appartiene ed è riuscito a costruire opere di grande importanza sociale, scuole e ospedali; ma non dimentichiamo l'aspetto miracolistico, guarigioni e resuscitazioni». Il centro medico di Puttaparthi è un piccolo gioiello, come racconta Sandri: «Dispone di un centro di cardiochirurgia all'avanguardia ed uno di cardiologia. Presto vi sarà anche la neurochirurgia. Ha annessi un aeroporto, scuole, dalle elementari all'università e gli alloggi del personale che potrà così essere sempre reperibile. Ma soprattutto si curerà gra¬ tuitamente qualsiasi persona ne abbia bisogno». I due medici, come buona parte degli altri devoti astigiani, hanno fatto conoscenza col Sai Babà 10 anni fa: la figlia di Caratti, Sabrina, oggi ventiduenne, ha studiato in India, gli altri compiono viaggi più volte all'anno, mescolandosi ai milioni di fedeli che da tutto il mondo raggiungono il Maestro. Sulle pareti delle loro case campeggiano ritratti di Sai Babà, su tavoli e mensole, molte foto che li ritraggono con il Maestro. Ed è stato durante uno dei numerosi pellegrinaggi che i medici hanno avuto una prima presa di contatto col centro ospedaliero che, dal 2 febbraio, potrà contare sui primi dottori europei: loro appunto. Sandri, in India, vi ha portato moglie e figli che non hanno avuto dubbi quando si è trattato di compiere il grande passo: «E' bello che la decisione di andare laggiù sia stata presa tutti insieme, con grandissima serenità e convinzione, E non era una scelta facile: si tratta di lasciare la casa - prosegue il medico - le amicizie, gli affetti, tutto insomma. Non avrei mai potuto costringere i miei a fare un passo del genere contro la loro volontà». Di quella che è stata la loro vita per anni, faranno tabula rasa e le occupazioni di questi giorni ne sono la dimostrazione tangibile; l'alloggio e l'auto da sistemare, i saluti a parenti, amici e colleghi, lo studio medico da chiudere. Solo Sabrina, la figlia di Caratti, rimarrà qui. Rimpianti? «No grazie alla fede» confessa Caratti. E il collega è sulla stessa lunghezza d'onda; il richiamo di un lavoro da interpretare ora più che mai come una missione, accanto al Maestro tanto amato, è un qualcosa in più per arricchire il loro ferreo atto di devozione: «Non me la sarei sentita di condurre una vita esclusivamente di preghiera - precisa Ugo Sandri -. Voglio continuare a lavorare, mettendo la mia professione al servizio di una causa che ci consenta di tradurre in pratica gli insegnamenti di Sai Babà». E gli altri devoti astigiani approvano: ogni domenica e giovedì sera si ritrovano puntualmente per pregare e incontrarsi: c'è anche chi come Marmo Cono, ex responsabile di una televisione privata locale, offre del Maestro immagini catturate con la telecamera durante i viaggi compiuti in India. «Sono quadretti splendidi» ci racconta Sandri, ma presto, per lui e il collega cardiologo, la quotidiana frequentazione dell'adorato Sai Babà renderà quei fotogrammi niente altro che un ricordo. Franco Cavagnino Alberto Caratti

Luoghi citati: Asti, India