Stefania Belmondo profeta in patria di Cristiano Chiavegato

Stefania Belmondo profeta in patria Coppa del Mondo a Cogne: nella 30 km primo successo di un'azzurra sulle nevi italiane Stefania Belmondo profeta in patria Ottima anche Manuela Di Centa, 4a dietro a 2 norvegesi Nella 15 km maschile, dopo 3 scandinavi ecco Valbusa COGNE DAL NOSTRO INVIATO Una valle che sembra uno scrigno, incorniciato dalle stupende montagne del Gran Paradiso. E dentro c'è una perla di ragazza. Qui, in questo angolo Alpi che ha ancora dimensioni umane, si è esaltato il talento di Stefania Belmondo, la più grande fondista che l'Italia abbia mai avuto. Vincendo la gara sui 30 km a tecnica libera, 5° appuntamento di Coppa del mondo, la ventitreenne cuneese ha stabilito un altro record: dopo essere stata nell'89 la prima azzurra nella storia ad aggiudicarsi una prova del grande circuito internazionale, ieri è diventata la prima italiana a imporsi in una competizione di Coppa disputata in patria. Sinora solo un altro azzurro era riuscito nell'impresa, Giulio Capitanio, 1° in una 30 km nel '79 a Castelrotto. Stefania non solo ha vinto (secondo successo stagionale dopo quello a Silver Star), ma ha dominato. Lo scricciolo di Pietraporzio (1,57 di altezza per 44 kg) ha inflitto a tutte distacchi terribili: 47"9 alla norvegese Elìn Nilsen, l'34"8 alla sua connazionale Dybendahl, 2'01"2 a Manuela Di Centa, pure lei bravissima a completare una giornata storica per il nostro fondo, fortissimo come vedremo anche con gli uomini nella 15 km. Se ci viene permesso il paragone, Stefania ricorda un altro fenomeno dello sport azzurro, Novella Calligaris, nuotatrice che nel '73 divenne campionessa e primatista mondiale degli 800 si. Entrambe piccole, magre, dotate di una grande predisposizione naturale e di una volontà di ferro. A differenza dalla padovana, la Belmondo manca di aggressività nelle parole, è più modesta, forse per la sua origine montanara. Ma non è certo una che si fa mettere sotto i piedi: «Chi è assente - ha risposto a chi sottolineava la mancata partecipazione di Elena Vialbe, la fuoriclasse russa, e delle altre atlete della formazione A di quel Paese impegnate nel ritiro olimpico o in una selezione interna - ha sempre torto. Lei è fortissima, ma ha anche vinto quando io non c'ero. E quando abbiamo gareggiato insieme abbiamo fatto un primo e un secondo posto ciascuna». Non un sospiro troppo lungo, non un segno della fatica che una nevicata pesante ha reso molto dura. Unico vezzo quattro orecchini, due con brillanti, distribuiti sui lobi. Poi i soliti occhi spalancati, le frasi dette a mezzavoce, i capelli biondi un po' spettinati. Neppure quando si è avvicinata Manuela Di Centa, bellezza prepotente e labbra rosse per via d'un filo di rossetto (qualche concessione alla femminilità bisogna farla), Stefania si è scomposta. «Sei andata fortissimo», ha detto l'atleta della Gamia, abbracciandola. «Anche tu sei brava», ha risposto la Beimondo. Fra le due esiste soltanto una sana rivalità, ma è chiaro che anche la stima ha una sua parte. In ogni caso - così ci hanno detto - questa vittoria vale per la ragazza piemontese circa 25 milioni di premi, il che le permetterà di festeggiare più che degnamente, domani, il compleanno (è nata infatti il 13 gennaio 1969 a Vinadio). Il trionfo della Belmondo, il quarto posto della Di Centa (36a Laura Bettega, 41a Desderi, ritirata Paruzzi) non debbono far dimenticare l'ottimo risultato di squadra degli uomini, il migliore, come complesso, di sempre. Nella 15 km vinta dal norvegese Dahlie, davanti allo svedese Mogren e a Bors (Norvegia), quarto si è piazzato il giovane Fulvio Valbusa, veronese di Boscochiesanuova, che ha preceduto talenti come Ulvang e Langli, fenomeni riconosciuti del fondo. Poi 9° Runggaldier, 10° Maurilio De Zolt, 14° Silvio Fauner, 16° Paolo Riva, 19° Fabio Maj, 23° Maurizio Pozzi, 25° Giorgio Vanzetta. Una piccola ma solida valanga. Tanto da pensare che oggi, in staffetta, con Fauner, Albarello, Valbusa e Maurilio De Zolt potremo dare filo da torcere ai norvegesi. Il povero De Zolt doveva andare a correre una maratona a Pustertal, ma è andato tanto forte da essere cooptato in squadra, perdendo una decina di milioni d'ingaggio. Ma ha detto: «Obbedisco». Per le donne, se tanto ci dà tanto, si può puntare al podio. Cristiano Chiavegato 46 La Belmondo (n° SS) in azione durante la 30 km dominata ieri con le norvegesi alle sue spalle

Luoghi citati: Castelrotto, Cogne, Italia, Norvegia, Pietraporzio, Vinadio