MA LA «NUTTATA» NON E' PASSATA
MA LA «NOTTATA» NON E' PASSATA MA LA «NOTTATA» NON E' PASSATA RICORDATE quel giorno di quattordici mesi fa in cui lo Stato dovette staccare uno chèque di 2800 miliardi a favore del «condottiero» Raul Gardini per riprendersi la chimica dal ribaldo socio privato ? Una bella flebotomia, disse qualcuno prima ancora che fossero versati ulteriori 1200 miliardi agli altri soci privati detentori del 20 per cento delle azioni, ma perlomeno cesserà l'indecente spettacolo della rissa nell'Enimont, che ci ha angustiati per due interminabili anni. «Adesso», chiosò con pensoso spirito partenopeo il ministro del Bilancio Paolo Cirino Pomicino, «ha da passa 'a nuttata». Ma la nottata non è passata e anzi le tenebre hanno prodotto un incubo. Un incubo da 860 miliardi. Dai preconsuntivi del 1991 stilati in questi giorni emerge che, senza considerare le cessioni all'interno del Gruppo, l'Enichem, risorta sulle ceneri di Enimont, ha accumulato per l'appunto una perdita d'esercizio effettiva di 860 miliardi. Come dire 2 miliardi e mezzo al giorno. Il budget di previsione indicava un utile di 57 miliardi. E' facile dedurne che la chimica pubblica, ricomprata per 4 mila miliardi, un prezzo giudicato eccessivo dalla Corte dei conti, oggi vale ben meno di un anno fa e aie ogni ipotesi di rilancio è meno attendibile. Dopo il dispendioso divorzio ci fu come un soprassalto di fierezza dell'Eni, dove vige spirito di corpo e grande autostima di un management che si ritiene misconosciuto: ci rimbocchere¬ ti ministro d mo le maniche - dissero - e rintuzzeremo con i fatti l'arroganza di Gardini, l'insolenza degli sleali ex soci privati. Il bilancio dei buoni propositi è desolante. Che cosa hanno fatto i manager chiamati in gran pompa a rilanciare la chimica dopo lo choc di quella che fu profeticamente definita la joint sventure con la Montedison? Sono soddisfatti i Porta, i Parrillo, l'amletico Cagliari di un'impresa che in 12 mesi ha mantenuto sostanzialmente invariato il patrimonio netto ed ha acere¬ sciuto i debiti di oltre 1000 miliardi? E' vero che la crisi del mercato chimico s'è abbattuta sui volumi e sui prezzi di vendita. Né si può negare che le incursioni politiche nell'Enichem siano state continue: dalla rissa per la designazione dei vertici, fino alla tormentata vicenda del business pian, respinto più volte al mittente con motivazioni politico-elettorali più che tecnico-finanziarie. D'altra parte, se le interferenze politiche vanno oltre il segno compromettendo il conto economico, un manager pubblico do¬ tato di qualche principio etico dovrebbe respingerle o, nell'incapacità di farlo, dimettersi. Adesso pare che il sentiero obbligato per salvare il salvabile sia quello che conduce a un nuovo accordo con la Montedison. Non entriamo nel merito della logica industriale che presiede a questa convinzione dell'Eni. Ma la trattativa è difficile e, visti i ventennali precedenti, è legittimo il timore che ancora una volta possa segnare una sconfitta per l'interesse pubblico. Il Gruppo privato vorrebbe far confluire talune attività delle plastiche in una società mista a maggioranza privata, quello pubblico chiede una società paritaria, cui vengano conferiti almeno tre crackers, che sono impianti con forti immobilizzazioni. Comunque vada, c'è da attendersi l'ennesimo balletto tra pubblico e privato nella chimica italiana. Una sciagurata usanza inau- gurata vent'anni fa da Eugenio Cefis con la prima scalata al Gruppo di Foro Buonaparte. Seguirono altre avventure dissennate, fino al divorzio Enimont, nelle quali lo Stato italiano ha dilapidato decine di migliaia di miliardi. Purtroppo si ha l'impressione che neanche questa volta gli ammaestramenti del passato servano a scongiurare un'ennesima follia. Perciò converrà forse azzerare tutto, a cominciare dai vertici societari pubblici responsabili di una perdita così cospicua e di una trattativa così confusa. Alberto Staterà ti ministro del Bilancio Paolo Cirino Pomicino
Persone citate: Alberto Staterà, Buonaparte, Eugenio Cefis, Gardini, Paolo Cirino Pomicino, Parrillo, Raul Gardini
Luoghi citati: Cagliari
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