Al Gatt «frenata» sui commerci di Fabio Galvano

Al Gatt «frenata» sui commerci Al Gatt «frenata» sui commerci L'Europa fa quadrato attorno all'agricoltura BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La Cee resta salda: non sono sufficienti, nella loro forma attuale, le proposte di compromesso per il negoziato Gatt sui commerci internazionali. E' fermo l'impegno europeo a trovare l'accordo, ma non senza «miglioramenti sostanziali e modifiche essenziali»; e quando i 108 Paesi coinvolti dal negoziato esprimeranno domani a Ginevra le loro valutazioni sul «rapporto Dunkel» - le 436 pagine in cui il segretario generale del Gatt ha cercato di delineare una formula di compromesso - la Cee preciserà compatta che il documento è utile per continuare il negoziato, ma nella sua forma attuale «non è equilibrato». Proprio l'altra sera, parlando a Ginevra, Arthur Dunkel s'era detto convinto che c'era un forte consenso tra i parteci¬ panti al Gatt per entrare nella fase finale dell'Uruguay round. A queste conclusioni sono arrivati, nel cuore della notte e dopo una discussione durata otto ore, i ministri comunitari del Commercio estero e dell'Agricoltura (per l'Italia Vito Lattanzio e Giovanni Goria). La loro critica si concentra, come era già accaduto il 23 dicembre a un primo esame del rapporto Dunkel, sul capitolo agricolo, forse il più controverso dei 15 cesti di cui si compone il negoziato fallito nel dicembre 1990 a Bruxelles ma che molti sperano di poter concludere entro aprile (prima che la campagna elettorale americana metta tutto sotto naftalina). «La proposta Dunkel - ha sottolineato la presidenza portoghese - mette in pericolo i fondamenti della nostra politica agricola». Per questo è stato dato alla Com¬ missione Cee, che discuterà a nome dei Dodici, un preciso mandato: negoziare sostanziali miglioramenti su quelli che sono i tre aspetti più delicati, cioè la riduzione dei sussidi, le restrizioni quantitative all'export e il cosiddetto «green box», la «scatola» in cui sono raccolte tutte le misure di sostegno annesse all'agricoltura. Il dibattito non è stato facile. Da una parte i «liberisti» Gran Bretagna e Olanda - favorivano una decisa apertura di fronte alla richiesta americana di un taglio netto ai sussidi. Altri - Francia, Irlanda e Italia - sostenevano invece l'esigenza di procedere con maggiore cautela, di ottenere nel negoziato precise garanzie per l'Europa verde («Altrimenti sarebbe la rovina dell'agricoltura europea», ha detto il francese Mermaz). Alla fine sono state le esigenze dell'agricoltura europea a prevalere, no¬ nostante l'insistenza del tedesco Moelleman che «l'economia mondiale è fragile e ha urgente bisogno di un'iniezione di vitamine». In realtà la Cee non nega quelle vitamine, ma purché siano rispettate alcune precise esigenze. «Abbiamo lavorato ha sottolineato il ministro Lattanzio - per raggiungere un traguardo che favorisca la ripresa di tutti i 108 Paesi che hanno aderito al Gatt. Ci troviamo invece di fronte alla proposta di accordi limitati». Da parte italiana si è osservato che, sulla base del rapporto Dunkel, qualche progresso è stato compiuto «soltanto sul cesto delle controversie»; ma restano in piedi, oltre a quelle sull'agricoltura, le critiche già formulate su tessili, antidumping, sovvenzioni e proprietà intellettuale. Fabio Galvano