Bruce, rock camionista e McCartney Anni 50

Brace, rock camionista e McCartney Anni 50 Brace, rock camionista e McCartney Anni 50 IL 1992 rock sarà l'anno dei redivivi, dei Lazzaro «alzati e canta», dei grandi desaparecidos delle classifiche dei dischi. I grandi ritorni, così li etichettano i tamburini della pubblicità. La crisi creativa e di vendite del settore si vede anche da questi particolari: rarefazione delle uscite, un continuo rimuginare idee e spartiti. Per insicurezza, aridità o estremo calcolo? Comunque sia, meglio così, si evitano le minestre riscaldate, la stessa canzone rivestita all'infinito come una Barbie. Alla stregua di un oroscopo d'inizio anno, ecco un piccolo inventario delle promesse: Lou Reed sta per riproporre il suo rock decadente con «Magic and Loss», a due anni da «New York»; Bruce Springsteen riuscirà forse entro primavera a trovare una manciata di «rock camionista» nel centinaio di canzoni, che si dice abbia scritto tra nuovi matrimoni e paternità; Peter Gabriel pensa da tempo altre alchimie sonore in grado di seguire e superare quelle dell'ormai lontano «So». Altre promesse, dopo «la pausa di riflessione», dalla delicata Sade, da Brian Ferry (di cui si vocifera una riunificazione con i rimpianti Roxy Music), e dalla potente voce di Annie Lennox (di cui è sicura la separazione dall'altra metà degli Eurythmics, Dave Stewart). Nell'attesa, le novità in Italia latitano. Complice anche quel lottizzato circo Barnum dell'aria fritta nazionalpopolare chiamato Festival di Sanremo, che paralizza ogni rischio imprenditoriale dei discografici dopo gli sforzi natalizi. Per il momento conviene allora indirizzare l'attenzione a tre dischi, che oltretutto permettono di rivisitare alcune importanti fasi storiche del rock. Un'emozionante rimpatriata negli Anni 50 la consente l'inossidabile e sempre affidabile Paul McCartney con il suo «Snova v CCCP» (Capitol, 1 Cd e Me). Titolo russo, che non è altro che la traduzione del celebre successo beatlesiano «Back in Ussr», per la versione ufficiale in Cd del concerto tenuto nell'ex Unione Sovietica nel 1988. Finora è stato un bootleg, e come per tanti altri «dischi pirata» del '91 (da quelli di Dylan a quelli di Frank Zappa fino all'antolo¬ gia dello stesso McCartney) è stato un rientro nella legalità. Il bel Paul scava nelle radici del rock ed estrae quattordici profumatissimi e preziosissimi tartufi. E finalmente si riesce a riassaporare l'energia, la spontaneità, il clima di festa di un vero, antico concerto rock. «Lucilie», «Kansas City», «Twenty Flight Rock» di Eddie Cochran, «Crackin' Up» di Bo Diddley sono solo alcuni episodi con cui la bravissima band di McCartney riesce a trascinare l'ascoltatore. Difficile trovare un'atmosfera tanto ruspante, focosa e brillante in altri dischi tratti da concerti di oggi. McCartney ha rispolverato i vecchi amori, gli antichi maestri, mantenendo però una fedeltà di suono e spirito. Moderni strumenti e tecniche aggiungono brillantezza. Un altro viaggio interessante, anche se non proprio agevole, per allegria, è la colonna sonora di Tom Waits per il nuovo film di Jim Jarmusch ((Night on Earth» (Island, 1 Cd), che allinea nel cast anche Benigni. Il film - una storia che migra tra Los Angeles, New York, Parigi, Roma e Helsinki - non è ancora uscito. Sedici brani in tutto, tre con la roca e biascicata voce di Waits, che riuniscono le coordinate della sperimentazione e del rock proletario. Dominano le atmosfere da rock urbano Anni 80, tipiche del cantautore tardo beatnik, in cui si incastonano tratti francesi e mediterranei funzionali alla trama del film. Pur con queste atmosfere, si tratta di un disco molto curato negli arrangiamenti, geniale ed originale. Alessandro Rosa

Luoghi citati: Helsinki, Italia, Kansas City, Los Angeles, New York, Parigi, Roma, Sanremo, Unione Sovietica