Silenzio, Marlowe pensa

Silenzio, Marlowe pensa Un'antologia con i brani «non gialli» dei romanzi polizieschi Silenzio, Marlowe pensa Idee e «perle» dei grandi detective f\ IUANDO uscì dal bagno 11 si avvicinò al letto e 11 guardò Fedink. Dormiva 11 sodo, a faccia in giù, un Y I braccio ripiegato sul ca- po. Il telefono aveva smesso di suonare. Ned si raddrizzò la cravatta e tornò nel salotto. Trovò tre sigarette in una scatola sul tavolino tra due poltrone. Ne prese una mormorando: "Raffinato" senza sorridere, prese un fiammifero e andò in cucina. Spremette quattro arance e bevve il succo. Poi preparò il caffè e ne bevve quattro tazze...». E' il risveglio di Ned Beaumont, il tenebroso gentiluomo protagonista e vittima de La chiave di vetro di Dashiell Hammett a figurare come incipit di una bizzarra e succosa impresa editoriale intitolata Mosaico giallo da poco arrivata in libreria. Il presunto colpevole Roberto Coizet confessa subito l'assoluta mancanza di scientificità che ha presieduto a questa operazione che, secondo il sottotitolo stampato in rosso su giallo anche in copertina, dovrebbe offrire «i luoghi, le azioni, le idee e i personaggi della letteratura poliziesca, un collage di citazioni dagli autori più amati». Roberto Coizet, a nome anche del suo gruppo di lavoro (tra i cui componenti uno solo, quello che si è occupato soprattutto dell'impaginazione e della grafica, figura con nome e cognome, ovvero Emanuele Pesso, mentre tutti gli altri si presentano come Anna, e basta; Chiara D. G.; Clara M.; Isa C; Marco M.; Raffaella M.; Anna e Laura B. V.; Mattia A.; Marzia B. e Simona M.; Clara S. e Rossana F.), dice che un giallo, lo si sa, lo si legge tutto d'un fiato. Non se ne può fare a meno perché la trama, il ritmo delle azioni e i colpi di scena avvolgono il lettore in una sorta di gradevole incertezza che può essere risolta soltanto arrivando alla fine. Ma, girata l'ultima pagina, resta una strana sensazione in bilico tra il piacere di aver ricostruito l'intero quadro e il dispiacere che la narrazione sia finita troppo presto. E da questo, Roberto Coizet trae la convinzione che in molti casi il giallo è davvero un buon libro che meriterebbe di essere letto in modo meno rapido ed avventuroso. «Spesso parallelamente all'intreccio - sostiene Roberto Coizet - si sviluppano qua e là idee, visioni del mondo e virtuosismi narrativi degni dei più grandi protagonisti della letteratura. Per questo abbiamo voluto provare un'operazione un po' inconsueta: quella di "ritagliare" dai gialli una serie di frammenti che contengono gli aspetti più diversi tranne per l'appunto la parte più gialla, cioè l'intreccio. Così abbiamo montato qualche centinaio di citazioni, raggruppandole per temi e mettendole semplicemente l'una a fianco dell'altra...». In parole povere, insomma, l'amore per il giallo di Roberto Coizet e del suo gruppo di lavoro si estrinseca nell'evidenziare, addirittura nell'antologizzare, offrire in pasto al pubblico i brani di questo o quel romanzo giallo amato che possono venire estrapolati impunemente dall'intreccio, che quindi sono estranei alla trama. Singolare modo di dimostrare un amore, ma si sa che l'amore si manifesta in tanti modi. «Scegliendo soltanto stralci molto brevi, che non hanno nulla che vedere con la trama, restano in evidenza le altre qualità narrative di questi autori...». Mosaico Giallo (ovvero, sarebbe più giusto dire: Mosaico di Quello che c'è di Non Giallo nel Giallo) è una lettura divertente, divisa capillarmente in sezioni: si va da «Risvegli», «Incarichi», «Casa e Ufficio», «Tecniche di Omicidio», «Cadaveri» a «Figli di puttana», «Animali», «Poliziotti», «Fuga», «Opinioni». Ma è una lettura divertente, anzi appassionante proprio perché gli stralci (pure essendo spesso ma non sempre folgoranti) mendicano tutti la struttura che non solo li giustifica, ma anche li alimenta. Cosa vorrebbe dire in sé e per sé nella sezione «Protagonisti» questa descrizione di Georges Simenon prelevata da L'amica della signora Maigret senza un'indagine da compiere, un caso da risolvere: «Maigret aveva un modo tutto suo di salire i due piani del Quai des Orfèvres: faceva con indifferenza i primi gradini, là dove la luce dall'esterno arrivava quasi pura, poi sempre più preoccupato man mano penetrava nel grigiore del vecchio immobile...»? E nella sezione «Incontri» questa sciocchezza di Ross MacDonald rubata da II mondo è marcio: «Ancora una volta unimmo le nostre solitudini in qualcosa che era meno dell'amore ma più del proprio egoismo. E quella notte io non tornai a casa...»? O quest'altra, sempre nella stessa sezione espropriata da Peggio che morto di Rex Stout: «La donna era a soli pochi passi da me e, quando la raggiunsi, avevo già preso una decisione. Una decisione per cui alle volte, di fronte a una rappresentante del gentil sesso, mi occorrono ore e perfino giorni: non le avrei sfiorato neppure una mano. Il motivo di una così drastica risoluzione era che un solo sguardo mi era stato sufficiente per capire che, se mi fossi permesso di sfiorarle una mano, mi sarebbe restato difficile trattenermi dal desiderare il resto: e ciò era assolutamente sconsigliabile, date le circostanze...»? La sezione «Incontri» sarebbe tutta da citare, ma non possiamo trascurare altre sezioni. A esempio, quella «Alte concentrazioni» che comprende uno scippo dal S. S. Van Dine d'annata La canarina assassinata: «Vi fu di nuovo il silenzio per alcuni minuti. Vance si dondolava nella sua poltrona con gli occhi socchiusi, ma vidi che, quantunque avesse la sigaretta tra le labbra, non fumava affatto. Una ruga gli solcava la fronte; egli era perfettamente immobile. Capii che meditava su un problema di grande importanza. Quella specie di letargo significava una profonda concentrazione...». E si è proprio sicuri che la gloria di Raymond Chandler possa essere validamente difesa dalla perla di In montagna non c'è pace che fa bella mostra nella sezione della refurtiva «Istanti»: «Pace e silenzio e l'esatta sensazione di essere isolati dal mondo. Non so se mi spiego...»? O la fama di Ellery Queen da un'altra chicca travasata da La morte di Don Juan alla stessa affollata sezione: «Si udì rumore stomachevole come di ossa rotte. L'uomo giacque immobile...»? Povero Raymond Chandler, lui, il cesellatore delle frasi, il battutista elegante pur nei momenti più terribili, essendo uno dei più citati, è uno dei più esposti a far magre come in queste poche righe di Addio, mia amata che la sezione «Deduzioni» spietatamente ospita: «Io mi sedetti rigirando una sigaretta tra le dita e attesi. Quella donna o sapeva qualcosa o no. Se sapeva qualcosa o me la diceva o no. Era semplicissimo...». Come si sa, una grossolana e vetusta definizione tra giallo inglese e giallo americano conserva ancora qualche fascino oggi. E' proprio Raymond Chandler, romanziere americano, ma d'educazione inglese, che ha portato uno dei più vibrati attacchi al giallo inglese, accusando di tutto Agatha Christie. Ma nello scontro, qui in Mosaico Giallo, Agatha Christie trionfa a mani basse. E' pedagogica e sferzante come in questo brano di Non c'è più scampo, rapito per la sezione «La forza del pregiudizio»: «Già non è mai prudente dire a un uomo la verità sul conto di sua moglie... Strano ma con le donne è diverso. Una donna può apprendere che il marito è un ladro, un ubriacone, un traditore, un cocainomane e, in generale, la meno raccomandabile delle persone, senza batter ciglio e senza che il suo affetto per quel bruto ne venga diminuito! Le donne sono realiste in modo meraviglioso!...». Uno dei compiti che Roberto Coizet si pone nella premessa a Mosaico Giallo è «far riaffiorare l'invincibile senso dell'umorismo che, con mille sfumature diverse, anima tutta la letteratura gialla». In questo la raccolta pubblicata dalle Arcadia Edizioni di Milano (un album di un centinaio di grandi pagine in rosso e nero decorate da arguti disegni, lire 28.000) è perfettamente riuscita. E c'è addirittura da chiedersi se non sia inconsapevolmente andata troppo oltre. Restando spavento, tensione, errore confinati dentro la trama rimossa e negletta, tutte le citazioni sono diventate comiche. E, forse, per questa eccessiva comicità c'è da fare la stessa osservazione di P. D. James in Un lavoro inadatto a una donna antologizzato nella sezione «Opinioni», l'ultima. Per la verità P. D. James si occupa della villania, ma il dialoghetto funziona benissimo anche per la comicità: «Ti piace mio fratello?». «Non moltissimo, mi è sembrato un po' villano con me». «Non era nelle sue intenzioni». «Allora è peggio. La villania dovrebbe sempre essere intenzionale; se no, è insensibilità»... Oreste del Buono Frasi folgoranti e sciocchezze: «Unimmo le nostre solitudini» Humphrey Bogart nei panni di Marlowe e sotto Gino Cervi in quelli di Maigret, il celebre Nell'immagine grande a sinistra, Raymond Chandler. Sotto, Rex Stout, vittima nel libro d'un episodio di comicità involontaria no gli aspetti più diversi tranne per l'appunto la parte più gialla, cioè l'intreccio. Così abbiamo montato qualche centinaio di citazioni, raggruppandole per temi e mettendole semplicemente l'una a fianco dell'altra...». In parole povere, insomma, l'amore per il giallo di Roberto Coizet e del suo gruppo di lavoro si estrinseca nell'evidenziare, addirittura nell'antologizzare, offrire in pasto al pubblico i brani di questo o quel romanzo giallo amato che possono venire estrapolati impunemente dall'intreccio, che quindi sono estranei alla trama. Singolare modo di dimostrare un amore, ma si sa che l'amore si manifesta Stralci celebri in «Mosaico Giallo», antologia di luoghi e situazioni della letteratura poliziesca trava nel grigiore colta pubblicata dalle Arcadia Edizioni di Milano (un album di un centinaio di grandi pagine in rosso e nero decorate da arguti disegni, lire 28.000) è perfettamente riuscita. E c'è addirittura da chiedersi se non sia inconsapevolmente andata troppo oltre. Restando spavento, tensione, errore confinati dentro la trama rimossa e negletta, tutte le citazioni sono diventate comiche. E, forse, per questa eccessiva comicità c'è da fare la stessa osservazione di P. D. James in Un lavoro inadatto a una donna antologizzato nella sezione «Opinioni», l'ultima. Per la verità P. D. James si occupa della villania, ma il dialoghetto funziona benissimo anche per la comicità: «Ti piace mio fratello?». «Non moltissimo, mi è sembrato un po' villano con me». «Non era nelle sue intenzioni». «Allora è peggio. La villania dovrebbe sempre essere intenzionale; se no, è insensibilità»... Oreste del Buono Stralci celebri in «Mosaico Giallo», antologia di luoghi e situazioni della letteratura poliziesca

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