Abbiamo trovato la casa di «Zarathustra»

Abbiamo trovato la casa di «Zarathustra» Svelato un segreto di Nietzsche: il «paesaggio ideale» in cui nacque la sua opera più famosa Abbiamo trovato la casa di «Zarathustra» A Mentone dietro quelle pareti rosa oggi c'è un ospedale psichiatrico D MENTONE OVE' nato lo Zarathustra di Nietzsche? Il filosofo tedesco ce ne ha lasciato numerevoli tracce nelle sue lettere: «Questa Engadina è il luogo di nascita del mio Zarathustra. Ho rinvenuto per l'appunto il primo abbozzo delle idee in esso raccolte; sotto vi è scritto "Primi di agosto, 1881 a Sils-Maria, 6000 piedi sopra il livello del mare e assai di più al di sopra delle cose umane"». E in altre ricorda i boschi e le rocce del lago di Silvaplana, il lungomare di Rapallo, i pini di Zoagli, la baia fra Santa Margherita e Portofino. Ma il «paesaggio ideale» per lo Zarathustra, Nietzsche lo trovò a Mentone, dove il filosofo era arrivato il 2 novembre del 1884, dopo un viaggio assai sco- modo: «4 volte cambiato il biglietto, 3 trasbordi, 2 volte la dogana con visite minuziosissime». Lui, habitué della Costa, innamorato di Nizza, incantato dalla Corsica, com'era arrivato a Mentone, allora paesotto di campagna, alle pendici delle Alpi Marittime, a ridosso del confine con l'Italia? Nietzsche era stato qualche settimana a Zurigo, dopo aver lasciato Nizza, l'aria, anzi «il cielo e l'uomo» avevano cospirato a farlo star bene. In treno, durante quelle settimane, aveva incontrato un tedesco, un certo Adolphe Wessinger. I due avevano fatto un po' di conversazione e Wessinger gli aveva detto di avere una «brasseria» a Mentone, un locale tranquillo, a due passi dal mare, con qualche camera che dava sugli ulivi e le piccole strade verso Gorbio e Santa Agnese, ma anche verso Eze. Wessinger non gli aveva mentito. Nietzsche trovò «un bello studiolo, simile a quello di Zurigo, pieno di sole». Ma c'era un ma: «La casa è quasi vuota e il vitto per il momento miserando (pezzettini di carne riscaldata, non mi fa affatto bene). Se non migliorerà, tornerò a Nizza, dove mi si dà da mangiare abbastanza e tutto cotto come si deve senza grasso, mentre qui si cucina alla wurttemberghese...». Per il resto Mentone gli piace più di Nizza, è «più tranquilla e grandiosa, tutta montagna, il verde più a portata di mano...». In poco tempo scopre otto passeggiate e Mentone gli diventa «stupenda». Una di queste, quella che porta al vecchio borgo di Eze, ancor oggi è chiamata «Le chemin de Nietzsche», e in qualche vecchio libro sulla Costa Azzurra si racconta di pastorelle che incontravano un vecchio signore con i baffi e un bastone che parlava agli uccelli e ai cespugli in tedesco. Ma dove era la «brasseria» del signor Wessinger? Mentone, come la Francia tutta, è prodiga di lapidi e indicazioni. A Mentone non mancano quelle per Katherine Mansfield, Lunacijarski, Le Corbusier, Yeast o Bradsley. Ma del passaggio di Nietzsche e del suo lungo lavoro su Zarathustra non c'è traccia scritta. Eppure la casa esiste ancora, sepolta nella selvaggia speculazione edilizia, favorita dagli italiani. C'è, piccola, rosa, con qualche manda¬ rino e magnolia davanti, in fondo alla me Prato, una via poco distante dalla zona pedonale, vicina al Casinò, nel quartiere San Benedetto, con botteghe di pesce surgelato e magazzini di ceramiche e vetri. Una strada in ombra, nascosta, lontana da quella luce che aveva colpito il filosofo e che ancora doveva inondare la «brasseria» quando fu successivamente trasformata in Hotel des Etrangers e successivamente in Queen. Oggi la casa rosa, ironia del destino, è diventata il «Santa Maria, Ospedale psichiatrico per malattie mentali», e nessuno ricorda più che lì Nietzsche, «l'animale delicato», come si autodefiniva il filosofo, fece vivere e parlare il suo Zarathustra. Nico Orango 9 Friedrich Nietzsche ritratto da Munch. A Meritorie il filosofo trovò «un bello studiolo, simile a quello di Zurigo, pieno di sole»