I radicali voteranno «Il ragazzo che sorride» di Massimo Gramellini

I radicali voteranno «Il ragazzo che sorride» Giannini e Negri propongono una lista referendaria (ma Pannella per il momento sta a guardare) I radicali voteranno «Il ragazzo che sorride» E' il simbolo che Vaclav Havel ha usato in Cecoslovacchia ROMA. Il ragazzo che sorride: sulla prossima e già affollatissima scheda elettorale sta per fare capolino un nuovo simbolo, lo stesso utilizzato in Cecoslovacchia dal presidente Vaclav Havel. Si chiamerà Riforma Democratica. Dietro il ragazzo che sorride c'è un giovanotto di settantasette anni: il professor Massimo Severo Giannini, promotore dei referendum contro la partitocrazia e di un appello, rimasto per lo più inascoltato, per la presentazione di liste comuni al Senato da parte di chi ha partecipato all'iniziativa. «Decideremo la prossima settimana, dopo aver ascoltato tutte le proposte», ha spiegato ieri mattina il professore dalla tribuna del congresso radicale. Poche ore prima si era incontrato con Leoluca Orlando, che gli ha proposto un'alleanza nelle regioni meridionali: lì la «Rete» si presenterebbe solo alla Camera, facendo convergere su Giannini i voti per il Senato. Il Professore ha preso tempo, ma fra breve scioglierà la riserva: se Segni, Occhetto, La Malfa e Altissimo continueranno a ri- fiutare liste comuni, il comitato per la Riforma Democratica dovrà scegliere: ritirarsi o scendere in pista per conto suo e a tutto campo, Camera e Senato. A spingere in questo senso sono alcuni collaboratori di Giannini, i radicali Giovanni Negri e Peppino Calderisi, decisi a continuare quello che Negri, coniando così il primo slogan del nuovo movimento, definisce «uno scherzo serio». Uno «scherzo» a cui non si sa ancora se parteciperà anche Pannella: «Guardiamo alla possibilità di una lista nuova e altre in cui presentarci - ha detto - ma non ci convincono le soluzioni piccole». Un rifiuto, almeno temporaneo, di aderire a Riforma Democratica, temperato da una tiepida disponibilità ad appoggiare il movimento nella difficile fase della raccolta delle firme: per presentarsi alle elezioni, in ogni circoscrizione elettorale ne occorrono duemila. Resta in ogni caso da capire se Pannella sarebbe un candidato gradito. «Certo, non si può dire che non sia un antipartitocratico», commenta senza troppi entusiasmi Negri, l'ex delfino. Il timore è che la presenza di Pannella possa oscurare la novità politica della nuova creatura. Più in generale, i dissidenti contestano al partito di «aver troppo spesso declinato il verbo radicale con le istanze ambientaliste», mentre, dice Negri, «oggi il vero problema è quello della rifondazione dello Stato, di una terza via fra l'Italia di Pomicino e quella di Bossi». E Calderisi accusa il transnazionale Pannella di aver fatto praticare ai radicali italiani «un lungo digiuno politico». Ma allora, che farà Pannella? «Deciderà alle 19 e 59 dell'ultimo giorno utile», dice Calderisi. L'interessato conferma e, se solo potesse, sposterebbe in avanti le lancette di un altro minuto: «Sono obbligato a presentarmi, perché per garantire i contributi alla nostra radio bisogna che almeno un radicale venga eletto. Ma dove e con chi lo stabilirò all'ultimo momento. Voglio prima attendere gli errori degli altri...». Si era pensato a una sua candidatura in Abruzzo per il pds, «ma ogni volta che vedo Occhetto dice che dobbiamo parlarci e poi scompare». Oggi Occhetto parlerà ai delegati del¬ la Sinistra Giovanile nel salone accanto a quello dei radicali e Pannella lo aspetta al guado. Nel frattempo pilota il Congresso da par suo, arrivando anche a sgridare i «compagni ritardatari» che alle nove del mattino non erano presenti alla ripresa dei lavori. A preoccuparlo, come al solito, è il comportamento della tv: «Fra pochi giorni si entra in campagna elettorale e non avrò più spazi». Così adesso non perde un colpo: Barbato, Ferrara, Chiambretti, Fede, persino l'«Appello del martedì» di Maurizio Mosca. Ma fra i radicali c'è chi ha scelto un altro tipo di pubblicità: è René Andreani, eletto nelle liste verdi. Ha fatto stampare la sua biografia su un enorme volantino nel quale, vicino alla data 1979, si può leggere: «Si iscrive al Partito radicale. Da quel momento cambia "radicalmente" vita, getta giacca e cravatta, rinuncia a una brillante carriera e a forti guadagni, decidendo di stare con la gente, per la strada, ai tavoli radicali». Massimo Gramellini Massimo Severo Giannini leader della nuova lista con Giovanni Negri

Luoghi citati: Abruzzo, Cecoslovacchia, Italia, Pomicino, Roma