A caccia grossa in Africa di M. A.
A caccia grossa in Africa Parte la coppa del Continente, scattano dall'Italia truppe di mercanti A caccia grossa in Africa Nella storia, da trentadue anni oscura e probabilmente inscrivibile, dei collegamenti aerei tra Roma e Dakar il volo di venerdì prossimo, 17 gennaio, si segnala tra i più affollati nonostante la data cabalisticamente infausta. Su quell'Airbus A300, l'Alitalia stiperà infatti il citi della nazionale, Arrigo Sacchi, più un paio di collaboratori federali più una pattuglia scelta di osservatori, manager, diesse, procuratori, trafficanti, insomma il Barnum che fa mercato, nella più robusta spedizione tentata dal calcio italiano in Africa occidentale. Questo perché da domani fino al 26 si gioca in Senegal la diciottesima Coppa d'Africa, manifestazione di cui si sono ignorate senza rimorsi le prime diciassette edizioni e che diventa, all'improvviso, imperdibile. Intendiamoci, il gran popolo dei calciofili, continuerà a fregarsene. Ma la presenza a Dakar (pur in lieve ritardo sull'inizio) di Sacchi e dei mercanti indica una tendenza con la quale ci si dovrà scontrare entro un paio di anni: l'Africa è diventato l'ultimo continente da studiare e da razziare. La prossima colonia del pallone. Eppure non sono passati dieci anni da quando un manager di successo rispose a chi gli caldeggiava l'algerino Belloumi, gran talento poi rovinato dagli infortuni: «So' mica scemo. Se mi presento con un africano dicono che non valgo un tubo sul mercato». E comprò, di peggio, altrove. Di pari passo con gli atteggiamenti si sono modificati i prezzi. Costantino Rozzi comprò nell'81 il ventenne ivoriano Zahoui per dieci milioni, risparmiando sui regali di Natale. Oggi l'operazione del Torino per i ghaniani Gargo, Duah e Kuffour, tutti tra i 15 e i 16 anni, è costata oltre un miliardo e a fine Coppa i nostri club si contenderanno una decina di africani al triplo di quanto costerebbero oggi. Del resto si può capire: a prezzi gonfiati si moltiplicano pure le mediazioni, le percentuali, le tangenti. E poi loro, gli africani, ci aspettano a Dakar con l'ansia del cacciatore in attesa che passino le oche. Insomma nel safari rischiamo di fare la figura dei fessi. Le considerazioni mercantilistiche non devono distrarre tuttavia dal valore tecnico della Coppa, che potrebbe accostarsi a quello dei prossimi Europei in Svezia. Con maggiori novità. Le prestazioni del Camerun e dell'Egitto a Italia '90, la vittoria del Ghana ai Mondiali Under 17, i successi della Nigeria a livello giovanile dimostrano che l'Africa si è avvicinata ai livelli europei e sudamericani, con la prospettiva di affiancarli presto. Lo si era già ipotizzato nell'82 quando l'Italia pareggiò a fatica con il Camerun e l'Algeria, battuta la Germania, venne poi eliminata soltanto per la vergognosa combine dei tedeschi con l'Austria. Ci fu quindi la conferma con il Marocco, ai Mondiali dell'86. I progressi nell'ultimo decennio sono stati costanti, sfruttando un materiale umano di primissimo ordine e la maggiore attenzione sul piano tattico. E l'aumento dei calciatori africani nei campionati di tutta Europa (nella sola Francia ve ne sono 157, altri giocano in Belgio, Olanda, Spagna, Germania e Portogallo) ha favorito l'acquisizione di un know-how tecnico e agonistico che ha migliorato la qualità del gioco. All'Africa per realizzare il salto non rimane che potenziare le strutture e l'organizzazione. Sta provando a farlo. Un po' a tentoni. Abbagliati dal Mondiale italiano i dirigenti della Caf, l'omologo africano dell'Uefa, hanno cercato di organizzare un'edi¬ zione memorabile della Coppa partendo dagli sponsor, che hanno garantito venti miliardi, almeno il quadruplo del budget annuale di tutte le Federazioni del continente. Con questo de naro si potrà irradiare in tv la manifestazione gratuitamente in tutti i Paesi e coprire le spese delle varie Nazionali, spesso troppo povere. Anche la dimensione del tor neo è cambiata. Si inizia domani alle 20,30 italiane con SenegalNigeria e non ci sono più otto ma dodici squadre divise in quattro gironi: Kenya, Nigeria, Senegal più Camerun, Marocco e Zaire a Dakar; i campioni uscenti dell'Algeria, Congo e Costa d'Avo rio, più Egitto, Ghana (con il granata Cargo) e Zambia a Ziguinchor, una città a Sud del Paese, dove i guerriglieri antigoverna tivi hanno annunciato una serie di attentati. Le prime due di ogni girone passeranno ai quarti. L'obiettivo politico tuttavia è di convincere i dirigenti del cai ciò che l'Africa può organizzare un Mondiale, supportando la candidatura del Marocco per il '98. Non ci sarebbe da stupirsi. Dopo aver dato un Mondiale al l'America sarebbe anzi un atto di giustizia. [m. a.]
Persone citate: Arrigo Sacchi, Costa D'avo, Costantino Rozzi, Gargo, Kenya, Kuffour, Sacchi
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