la Cee avverte l'Italia di Flavia Amabile

La Cee avverte l'Italia La Cee avverte l'Italia «Basta con gli aiuti pubblici siete già fuori dall'Europa» PERUGIA DAL NOSTRO INVIATO Per la Cee sulle privatizzazioni è molto più credibile la politica del governo greco o di quello portoghese che quella del governo italiano ma sotto accusa da parte di Bruxelles c'è soprattutto la politica degli aiuti pubblici che rende le nostre imprese delle privilegiate rispetto a quelle europee. Difficilmente dunque ci sarà scampo per casi come quelli dell'Efim o dei fondi che da Roma continuano ad arrivare nelle zone colpite dal terremoto dell'80. In pericolo anche l'attività svolta da Enel, Eni e dalle Poste. A prometterlo è Claus Ehlemann, direttore generale della concorrenza in seno alla commissione Cee, che ieri ha partecipato a un convegno organizzato da Nomisma. Il rischio che l'Italia corre è grosso: le sanzioni saranno severe, ma in discussione potrebbe esserci anche la partecipazione del nostro Paese alla seconda fase dell'u¬ nione monetaria europea. «L'Italia farebbe bene a diluire il livello degli aiuti pubblici per due motivi: rendere le imprese più competitive e quindi ridurre l'inflazione da offerta e ridurre una delle voci che più contribuiscono a alimentare il forte deficit pubblico. Due voci a cui il governo italiano deve prestare la massima attenzione se vuole ritrovarsi insieme agli altri Paesi Cee nella seconda fase dell'unione monetaria». E' così grave la situazione? Basta guardare le cifre. L'Italia è al secondo posto dopo la Germania come quantità di aiuti che il governo fornisce alle imprese ed è al primo posto se prendiamo in considerazione solo il settore manifatturiero. Gli aiuti pubblici rappresentano il 28% del deficit statale. Il 6,2% della spesa pubblica se ne va sempre sotto la stessa forma. La voce più rilevante è quella degli aiuti al Sud che rappresentano il 47% del totale degli aiuti al settore produttivo. Percentuali ben più alte degli altri Paesi Cee. E che continuano ad aumentare. E' stato appena approvato un ulteriore stanziamento a favore delle zone terremotate... Ancora? Dopo undici anni? Ma quanto dura un terremoto da voi? La commissione interverrà appena potrà per mettere fine a questa situazione. Un'altra pioggia di miliardi dovrebbe arrivare su Iri, Eni ed Efim. Attendiamo la comunicazione che il governo italiano deve obbligatoriamente presentare alla nostra commissione. Dopo di che verificheremo se si tratta di società inutili o in perdita e interverremo in modo diverso a seconda dei casi: certo non si possono sanare le perdite di un'impresa con i soldi pubblici. Con una presenza così estesa dell'intervento pubblico nell'economia l'Italia riuscirà nel suo sforzo di privatizzare? In Europa ci sono tre grossi pro¬ cessi di privatizzazione in atto in questo momento. Innanzitutto quello della Germania Ovest che in meno di un anno ha venduto la metà delle imprese di Stato della Germania Est. Poi, ci sono i casi di Portogallo e Grecia i cui governi hanno effettivamente mostrato la loro determinazione in questo senso. Una determinazione che il governo italiano non ha mostrato? Certo non nei termini di questi tre Paesi. Non dimentichiamo poi che per fare le privatizzazioni è necessario ci sia una situazione favorevole del mercato borsistico. Esistono settori su cui Bruxelles ha intenzione di concentrare la sua attenzione? In generale tutta l'attività manifatturiera in modo da intervenire quando le imprese iniziano ad avere problemi di bilancio e non quando le perdite sono già ad uno stadio avanzato. Flavia Amabile

Persone citate: Claus Ehlemann