PER UN PUGNO DI AUTO

PER UN PUGNO DI AUTO PER UN PUGNO DI AUTO MOLTO fumo e poco arrosto. L'impegno «volontario» dei costruttori giapponesi ad aumentare entro il 1994 gli acquisti sul mercato americano di parti e componenti d'auto, per un valore di 19 miliardi di dollari (22.000 miliardi di lire) contro i 9 del 1990, e la decisione dei cinque maggiori produttori automobilistici del Giappone (Toyota, Honda, Nissan, Mazda e Mitsubishi) di rilanciare le vendite di vetture Usa nel Paese, portandole a 19.700 l'anno, sono ben poca cosa e non aiutano gli Stati Uniti a risolvere i grossi problemi del settore. Nel documento che è già stato definito, con una certa enfasi, «Dichiarazione di Tokyo», nel quale è più volte ripetuta la «necessità di liberalizzare l'economia mondiale», Usa e Giappone hanno avuto il buon gusto di relegare in un allegato l'intesa su auto e componentistica, sottolineandone così l'esigua portata. Le reazioni americane non si sono fatte attendere e sono state piene di dubbi, scetticismo e insoddisfazione, anche se bisogna riconoscere che le uniche concessioni strappate al Giap¬ pone dagli Usa riguardano proprio e soltanto l'automobile. Si tratta, comunque, di poche briciole tenendo conto della portata delle due maggiori potenze economiche, che insieme producono il 40% della ricchezza mondiale. Harold Poling, presidente della Forti, in accordo con i presidenti della General Motors e della Chrysler, ha criticato l'indifferenza che le imprese automobilistiche nipponiche hanno mostrato di fronte alla richiesta di eliminare lo squilibrio commerciale con il Giappone, che nel 1991 risulterà di 41 miliardi di dollari, di cui il 75% rappresentato dall'auto. Proprio per ridiscutere di questo argomento e per cercare insieme qualche rimedio all'«insignificante» accordo di Tokyo, i presidenti delle tre grandi case Usa avrebbero invitato il mese prossimo a Detroit i vertici delle prime cinque aziende giapponesi del settore. Resta ora da vedere se le case nipponiche accetteranno l'invito e, in caso affermativo, se Detroit non rappresenterà un'altra illusione perduta. Renzo Vi Ilare

Persone citate: Detroit, Harold Poling