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Pininfarina: saran dolori Pininfarina: saran dolori «Occupazione, peggio che in Usa» Morese (Cisl) propone un patto ROMA. La crisi sarà dura, più dura che negli Stati Uniti; i provvedimenti saranno dolorosi, ma il confronto continuo col sindacato servirà ad attenuarne la durezza: l'analisi del presidente della Confindustria Sergio Pininfarina, appena tornato da Detroit, è pessimista e apre la porta a due richieste: tregua nelle trattative aziendali e nuovi ricorsi ad ammortizzatori sociali come cassa integrazione e prepensionamenti. Pininfarina non parla del caso Olivetti, ma il riferimento si legge chiaramente fra le righe: le ragioni economiche delle aziende «causano provvedimenti duri per l'occupazione, ma ciò non toglie che si possa collaborare insieme per cercare di attenuare, in ogni modo, la durezza umana dei provvedimenti». Come da tempo avviene negli Stati Uniti, è il parallelo di Pininfarina, c'è la necessità «di ampi ridimensionamenti aziendali per ritrovare l'efficienza perduta». Ma in Italia ciò avvie¬ ne «non solo per ragioni di carattere congiunturale, ma anche per ragioni di carattere strutturale. Questo perché abbiamo dei punti di svantaggio rispetto ai Paesi concorrenti». Il primo obiettivo da raggiungere, secondo Pininfarina, è quindi un limite al costo del lavoro, da ottenere «con una pausa nella trattativa aziendale» nel '92. Quindi il richiamo allo Stato perché non lesini su cassa integrazione e prepensionamenti: «Hanno funzionato per anni. Ora vi è una maggiore resistenza a concederli, però nel futuro sarà assolutamente necessario farlo». Dalla parte del sindacato, Raffaele Morese, numero due della Cisl, convinto che la crisi sia «più violenta di quella sofferta all'inizio degli Anni 80», propone un esperimento da applicare proprio al caso Olivetti «dove ci sono tutte le condizioni per governare la crisi senza il ricorso alle liste di mobilità che sono di fatto veri e propri licenziamen- ti». In sostanza, un patto di 3 anni, col nuovo governo, che salvi la competitività aziendale e l'occupazione: lo scambio tra il mantenimento del posto di lavoro e l'uso di alternative al licenziamento. Un esempio: gestione concordata della formazione professionale con l'obiettivo della mobilità certa, contratti di solidarietà a orario di lavoro ridotto (anche non a parità di salario) e part-time tra lavoro e pensione per chi ha età fra 40 e 50 anni. Brano Gianotti Raffaele Morese, della Cisl