«Ideali romantico-conservatori nella rivoluzione marxista»

do la parola di Gesù, paria e agisce come un amico dell'umanità, sparge bene intorno a sé e si interessa all'educazione dei figli dei suoi operai, è attivo nella cura dei bisognosi, e come il padre dimostra la propria fede». La compattezza di questa organizzazione materiale e spirituale, forse, aiutò più tardi Friedrich a compiere il gran balzo «dalla comunità di produzione alla comunità dei beni», come presume Knieriem. Per questo «le lettere colmano molte lacune lasciate aperte dai biografi, soprattutto dell'Est. Anche l'assoluto amore della verità e la capacità di vivere nel mondo che Engels manifestò più tardi, appaiono il frutto del protestantesimo di Barmen: un aspetto finora sottovalutato. E il grande talento organizzativo che Friedrich mise al servizio della lotta di classe diventa chiaro, adesso: tutti i membri della famiglia, lui compreso, partecipavano alla complicata organizzazione dell'azienda». Nonostante ribellioni e periodici distacchi, che lo avevano sempre riportato alla famiglia, Friedrich riuscì a calarsi molto bene nel suo ruolo di imprenditore responsabile di una «fabbrica internazionale»: fino al 1869 anche dopo aver scritto il Manifesto, dunque - continuò a dirigere la fabbrica paterna in Inghilterra. Il 10 settembre 1858 il padre confessava a sua moglie Elise, in una lettera da Manchester, che il figlio curava egregiamente gli interessi di famiglia nella società con gli Ermen: «Ho trovato il bilancio bell'e pronto e i risultati sono molto superiori alle mie aspettative. La nostra parte è aumentata di dodici sterline. E' un risultato davvero sorprendente, è piacevole che gli affari abbiano preso una direzione tanto solida». Nel soddisfatto conteggio dei profitti sembrano sparite, perfino, le ansie e le paure che il 5 ottobre del '42 Engels padre confessava al cognato a proposito di Friedrich, quasi una riprovazione e una condanna: «Da quando era bambino conosco la sua tendenza per le cose estreme... Gli farò capire che in sua presenza non cambierò e non nasconderò le mie opinioni sulla religione e la politica. Continueremo a mantenere le nostre abitudini e a leggere davanti a lui la parola di Dio. Ma non voglio litigare con lui, la sua riconversione deve venire dall'alto: una persona che ha sperimentato impulsi pii e ha avvertito nel suo cuore la potenza della parola di Dio, non si accontenterà per sempre di questo nuovo, sbiadito sistema... Dovrà risalire una china diffìcile, prima di riuscire a scendere dalla montagna del suo orgoglio e mettere, di nuovo, il suo cuore nelle mani potenti del Signore». Emanuele Novazio