Galloni torna all'attacco

Galloni torna all'attacco Galloni torna all'attacco Critiche a Martelli e Cossiga «Troppe mine sulla Costituzione» BOLOGNA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Inaugurazione con polemica a Bologna, dov'è andata di scena una nuova puntata della «querelle» che per mesi ha contrapposto il Csm e la magistratura al presidente Cossiga e al Guardasigilli Martelli. «I mutamenti di fondo del sistema costituzionale non si possono realizzare in modo improprio e strisciante attraverso spostamenti di confine di fatto tra l'area del potere politico e l'area del potere giudiziario». Giovanni Galloni, vicepresidente del Csm, scandisce bene le parole. Nel giorno dell'inaugurazione dell'anno giudiziario nel distretto dell'Emilia Romagna ripercorre, in 32 cartelle dense di richiami alla difesa «ferma e forse anche intransigente» del principio dell'autonomia della magistratura, le tappe del lungo conflitto, non ancora risolto, con i massimi vertici dello Stato. Il suo discorso strappa applausi e consensi tra i giudici. Ma anche reazioni infastidite da parte di esponenti del mondo politico. Galloni minimizza. Al termine della cerimonia, ai giornalisti che gli riferiscono le reazioni dei politici spiega che «non c'è nessun attacco al Presiden¬ te, ma solo le posizioni così come sono emerse nel corso dell'anno e registrate puntualmente». «Mi pare - aggiunge il vicepresidente del Csm - che l'attacco non vi sia né nel tono né nella volontà». Eppure, quelle 32 cartelle sono fitte di riferimenti alle esternazioni e alle azioni di Cossiga. E di moniti, anche, sulle «minacce di un pericoloso processo involutivo» che gravano sulla Costituzione. E sul rischio che l'unità del Paese (necessaria per superare la crisi della giustizia) possa incrinarsi «ove si dovesse creare il sospetto» che «da qualche parte il maggiore impegno richiesto, specie ai magistrati, venga strumentalizzato ad altri fini che nulla hanno a che vedere con la crisi della giustizia, ma che riguardano invece l'aggiustamento della mappa del potere per limitare l'autonomia e l'indipendenza della magistratura previste dalla Costituzione ed accentuare quella dell'esecutivo». Per Galloni, «mai si è avuto come ora da parte del Presidente della Repubblica una rivendicazione così drastica del potere che la Costituzione gli concede di presiedere il Csm». Riguardo poi al cosiddetto potere di esternazione, esso «si è andato dilatando oltre ogni ragionevole previsione nelle istituzioni dello Stato», ma lo «si vorrebbe del tutto negare ai giudici e al Csm bollandolo come illegittima manifestazione di natura politica». Tre sono le direttrici lungo le quali secondo Galloni è stato condotto l'attacco all'autonomia dei giudici: le controversie sui poteri di formazione degli ordini del giorno del Csm, i poteri sulle nomine dei direttivi («il parere del ministro di Grazia e Giustizia è obbligatorio, ma non vincolante») e le deroghe chieste al principio di inamovibilità dei magistrati. La battaglia contro questo attacco, per Galloni, non è «difesa della corporazione dei giudici, ma della libertà dei cittadini», che «altrimenti sarebbero minacciati dai partiti» che «hanno preteso talvolta di influenzare il potere giudiziario nell'amministrazione della giustizia». Ricordando lo scontro recente, Galloni sottolinea che il Csm non è stato lasciato solo. Accanto «all'incomprensione di molti» il vicepresidente registra anche «la solidarietà da parte dei giudici appartenenti ad ogni corrente ed anche da parte di non appartenenti ad alcuna corrente». Una solidarietà, commenta, che «mi ha ripagato da molte amarezze». Marisa Ortolani

Luoghi citati: Bologna, Emilia Romagna