E Ruffolo striglia i sindaci

E Ruffolo striglia i sindaci E Ruffolo striglia i sindaci «Targhe alterne, caos dovuto al panico da auto» alle regioni, chiesi di fare chiarezza». «Evidentemente non avrei accettato», aggiunge il ministro con una punta di polemica anche con il sindaco di Roma Franco Carraro pur senza citarlo, «che il nuovo atto snaturasse il senso di quel documento». Adesso, però, non dovrebbe esserci più posto per malintesi. Secondo Ruffolo, rimane sostanzialmente valido il testo firmato da lui stesso e dal ministro per le Aree Urbane Carmelo Conte: i sindaci sono tenuti a prendere decisoni contro l'inquinamento, ma godono in quest'ambito di ampio margine di discrezionalità nella scelta dei provvedimenti. Soltanto in «condizioni generali di comprovata gravità», ad esempio, potranno essere imposte le targhe alterne. Su questa misura, dalla maggior parte degli esperti ritenuta inutile, il ministro dell'Ambiente dice che, personalmente, il suo giudizio è «abbastanza tiepido, soprattutto perché appena la circolazione riprende normalmente il livello di inquinamento torna come prima». MILANO. «I provvedimenti antinquinamento», dice il ministro per l'Ambiente Giorgio Ruffolo, che ieri si trovava a Milano, «entreranno regolarmente in vigore il 10 febbraio, come previsto. Fra essi c'è la facoltà dei Comuni di decidere restrizioni alla circolazione in caso di "condizioni generali di comprovata gravità", cioè le famose targhe alterne delle quali si è tanto discusso». Più che di «un giallo» però, il ministro preferisce parlare di «tanta confusione, originata forse da una sorta di "autopanico", nel senso di spavento dovuto sia all'uso dell'automobile sia alle eventuali conseguenze su chi aveva approvato quei rimedi». In realtà, prosegue, giovedì scorso è accaduto qualcosa di abbastanza semplice: «Essendoci all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri una discussione che non richiedeva la mia presenza, ne approfittai per proseguire la messa a punto di un decreto sull'acqua. Ma appena ebbi notizia delle preoccupazioni di chi, nelle modifiche all'ordinanza del 28 dicembre, vedeva un drastico ridimensionamento e la delega Il ministro Giorgio Ruffolo L'ordinanza, inoltre, consente alle regioni di individuare i criteri sulla raccolta di dati relativi all'inquinamento, le invita a promuovere intese con i Comuni per le reti di monitoraggio e annuncia procedure semplificate per l'applicazione delle marmitte catalitiche. Ma, per essere efficaci, tali rimedi devono inserirsi in tutta una serie di altri provvedimenti, come l'accordo con le aziende petrolifere per immettere sul mercato benzina ver- de con tassi innocui di benzene e idrocarburi aromatici. Sarà utilizzabile non soltanto dalle auto catalizzate ma dal 40 per cento di quelle in circolazione; nelle prossime settimane comincerà la relativa campagna d'informazione. Dal 10 febbraio, questa benzina sarà in vendita nelle colonnine «normali» delle undici città «a rischio», vale a dire Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia. Attuando tutte le misure previste, afferma Ruffolo, l'inquinamento scenderebbe del 75 per cento: «Ma se gli automezzi in città raddoppieranno, l'effetto sarà annullato. Indispensabile è un'adeguata politica di trasporti pubblici, con meno autostrade e più metropolitane». Ospite a Milano dell'Associazione Ambiente e lavoro, Ruffolo ha anche parlato della «Direttiva Seveso» e del relativo decreto-legge che semplifica le procedure di applicazione e i controlli sulle trecento aziende «a rischio rilevante». Ornella Rota

Persone citate: Carmelo Conte, Franco Carraro, Giorgio Ruffolo, Ornella Rota, Ruffolo