«Cossiga non puoi insultarci»

Milano, Borghini ce la fa Il pri nella maggioranza La Malfa subito aveva detto no Milano, Borghini ce la fa Il pri nella maggioranza Ma pone tre condizioni al sindaco Attesa per oggi la decisione ufficiale MILANO. E dopo la notte più agitata, eccoci al giorno più lungo, quello decisivo. Ce la fa davvero, Piero Borghini, il candidato sindaco di Milano. Due appuntamenti per la conferma: il primo, alle 11, è una conferenza stampa del partito repubblicano; il secondo, ad ora non definita, un incontro tra Borghini e i cronisti. Scioglierà la sua riserva, come ha promesso mercoledì. Ha incontrato' tutti quelli che voleva vedere e qualcuno in più: il Movimento popolare, che a sorpresa ieri è andato a bussar alla porta. Ma per capire come andrà oggi bisogna partire da ieri mattina, quando alle 9 Borghini si è incontrato con i cinque consiglieri pri. Perché la notizia di oggi potrebbe essere presa, a scelta, tra queste tre: i repubblicani entrano in giunta, oppure danno un voto tecnico giusto per evitare le elezioni anticipate, o se ne vanno all'opposizione e Milano rischia di andare a votare. Com'è andato l'incontro di ieri? «Dopo questo incontro mi sono sentito più incoraggiato - racconta Borghini Non mi hanno detto no, mi hanno detto che ci devono pensare». Per pensare i repubblicani milanesi hanno riunito la loro direzione ieri sera. Situazione: per il segretario nazionale Giorgio la Malfa il pri a Milano deve stare all'opposizione. Ma per i milanesi, guidati dal vicesegretario Antonio Del Pennino, con Borghini ci si può stare. Nella notte questo l'orientamento: sì all'ingresso nella maggioranza (ma non in giunta) a tre condizioni. Che si dia il via all'area metropolitana, che Milano diventi sponsor della riforma elettorale, che il consiglio comunale si sciolga appena approvata la riforma elettorale. Non era mistero che nel pri di Milano fossero in molti i favorevoli al sì. «Io mi appello al tradizionale senso di responsabilità di governo del partito», era la proposta dell'ex assessore Franco de Angelis. E non è mistero che proprio De Angelis non fosse contrario a dar l'appoggio a Borghini: senza fidarsi troppo dei «Verdi», s'intende. Insomma, anche se La Malfa ha sempre detto no, qui a Milano strappano un sì. Commento nella sede pri: «Giorgio è per il no perché vuole una campagna elettorale a mani libere, senza rapporti di governo con la de». Soltanto questa mattina si saprà - ufficialmente - cos'hanno deciso. Ma prima dell'inizio dell'incontro era arrivata un'autorevole dichiarazione, ufficialissima, di Giovanni Spadolini, già consigliere comunale, a Milano per l'inaugurazione dell'anno giudiziario: «Colgo l'occasione per fare un augurio a Milano nella mia veste di presidente del Senato e senatore eletto da cinque legislature in questa città: auguro che si riesca ad evitare lo scioglimento del consiglio e le elezioni anticipate». Cosa intende? «Ho fatto la mia dichiarazione, sta a voi interpretarla». Un'interpretazione è quella del ministro de Virginio Rognoni, a passeggio per via della Spiga, un caffè al «Cigno nero»: «I re- pubblicani ci devono stare, La Malfa deve fare i conti con la realtà di Milano. Borghini, poi, è una persona perbene ed è giusto che vada aiutato». Non erano esclusi, ieri sera, contatti telefonici con Giorgio La Malfa, a Torino per seguire le vicende legate alla successione dell'ex sindaco Valerio Zanone. Chi è vicino a Borghini da giorni si domanda: «Ma perché il pri a Torino dice sì e a Milano dice no?». E così siamo al giorno decisivo e per Borghini le probabilità di successo sono ben superiori al 51%. Di incoraggiamenti ne ha avuti parecchi. E «l'impressione è positiva», come ha detto soddisfatto Ennio Presutti, presidente dell'Assolombarda, dopo l'incontro. Sciolte le riserve pri potrebbero arrivare altre sorprese. I Verdi, ad esempio, si son fatti sotto con un comunicato: «Se il programma ci convince ci stiamo anche noi». Borghini era partito con l'altro ex pds, ora «Unità riformista», più psi, de, psdi, pli, pensionati ed ex leghista: 41 voti. Potrebbe arrivare a Palazzo Marino persino con i tre Verdi e i cinque repubblicani: 49 voti. Ce l'ha quasi fatta, ma che fatica remare in queste acque. Il consiglio comunale potrebbe essere fissato giovedì 16. E' San Marcello, proprio è il protettore dei vogatori. Giovanni Cerniti