IL PASSATO IN VETRINA Due rassegne archeologiche al Museo di Antichità

IL PASSATO IN VETRINA MOSTRE IL PASSATO IN VETRINA Due rassegne archeologiche al Museo di Antichità T ORINO e il Piemonte sono protagonisti al Museo di Antichità, in corso Regina Margherita 105, della mostra archeologica «Memorie del Passato, recuperi e restauri», a cura di Luisa Brecciaroli, che rimane aperta fino al 31 marzo. «La Soprintendenza Archeologica del Piemonte ha voluto porre in risalto alcuni interventi che riguardano l'attività di tutela, conservazione e valorizzazione dei beni della regione precisa la dottoressa Gabriella Pantò, organizzatrice dell'esposizione - poco considerati fino a qualche anno fa». Si parte da reperti più antichi, del nono e quinto secolo avanti Cristo, che riportano alla luce la cultura protostorica di Golasecca, e si arriva al sesto e settimo secolo dopo Cristo. Frammenti di vita e di morte, cultura e spirito di un Piemonte inconsueto, rivivono nelle teche del museo. Ricchi corredi di armi e ornamenti personali dei guerrieri longobardi di Borgo D'Ale (Vercelli) si affiancano alle suppellettili in ceramica e vetro delle necropoli romane di Gravellona Toce (Novara), Villa del Foro (Alessandria), Bastia di Mondovì e Carrù (Cuneo). In provincia di Torino, a Beimonte, sono stati estratti strumenti ed utensili per lavoro agricolo o attività artigianali del periodo altomedioevale. Sono in mostra anche le lapidi funerarie scoperte a Valperga e i corredi sepolcrali di Ameno e Castelletto Ticino (Novara). Studi prolungati e sforzi economici hanno permesso la riorganizzazione del museo che, a partire dal giugno dell'89, ha ripreso le attività nella nuova sede, attualmente diretta da Liliana Mercando. Quasi 6 mila metri quadrati, di cui 3 mila destinati all'esposizione e 2 a depositi, laboratori e uffici. Una mostra permanente di 2000 reperti documenta le collezioni iniziate nel '500 e '700, che arricchiranno un'area sotterranea di 1200 metri dedicata alle ultime ricerche in Pie- monte. Negli altri spazi espositivi trovano posto mostre itineranti. Fra queste la raccolta fotografica «Da Skilletion a Scolacium, il parco archeologico della Roccelletta» che rimarrà a Torino fino a fine gennaio e che racconta come un' area di ricerca e studio sia diventato un parco archeologico. Le fotografie e un plastico scandiscono le tappe principali durante i 25 anni di lavoro condotto dalla Soprintendenza Archeologica della Calabria a Roccelletta di Borgia, Catanzaro. Nel '65, data d'inizio degli scavi, emersero tracce dell'antica colonia greca di Scolacium, città sorta sulla costa ionica nel 123-122 avanti Cristo, in prossimità della greca Skilletion, da cui derivò il nome. Soltanto il 1982 segnò la data di costituzione del Parco Archeologico Nazionale, salvando le bellezze artistiche e naturali dalla speculazione edilizia. Orario di visita: martedì-sabato 9-13; 15-19. Prima e terza domenica del mese 9-13. L'ingresso costa 6 mila lire.Il biglietto è gratuito fino a 18 anni e oltre i 60. Per visite guidate telefonare al numero 521.22.51. Agibile ai portatori di handicap. Daniela Cuzzolin Gabriella Pania direttrice de/Museo torinese Sotto: alcune cartoline d'epoca

Persone citate: Daniela Cuzzolin Gabriella Pania, Gabriella Pantò, Liliana Mercando, Luisa Brecciaroli