I GESTI DI MARTHA II 10 e l'11 approda al Regio la compagnia della Graham di Sergio Trombetta

I GESTI DI MARTHA DANZA I GESTI DI MARTHA II10 e Vii approda al Regio la compagnia della Graham SE in questa fine secolo, momento di bilanci, si dà uno sguardo ai quasi cento anni che ci stanno alle spalle, si potrà constatare che la grande rivoluzione della danza moderna l'hanno fatta le donne. I Infatti, se l'Ottocento è il secolo ■ del coreografo e della ballerina, il Novecento vede salire in primo piano la coreografa. La donna che dice basta alle costrizioni del tutù e delle scarpette a punta del balletto, per fondare una nuova danza, più terrena che aerea, più legata a contenuti profondi, a esigenze reali. E' una schiera folta e complessa che percorre le scene di danza d'America (Isadora Duncan, Ruth Saint Denis) e d'Europa (Mary Wigman), che cerca di ridare alla danza la capacità di esprimere sentimenti tragici, di elaborare un nuovo linguaggio antitetico a quello classico. Da questo magma tumultuoso, spesso percorso da ingenuità Kitsch, emerge prepotente Martha Graham, con la sua :aDacìtà di sint.et.i7.7arp tutte capacità di sintetizzare tutte queste esperienze, di creare un linguaggio codificato, di fondare il vero balletto americano, la nuova «modera dance». Un'arte che non rinuncia a collegarsi e mettersi in contatto con le nuove correnti artistiche che negli stessi anni si sviluppano ' in America. Ed è proprio per questa stretta collaborazione della Graham con i grandi maestri dell'arte (primo fra tutti lo scultore Isamu Noguchi) e della musica americana, che la compagnia della grande coreografa. smn-marsa neH'aTvrilp HpI Ql scomparsa nell'aprile del 91 a 97 anni, è stata invitata il 10 al Teatro Regio (ore 21) per inaugurare la mostra del Lingotto «Arte americana 1930 - 1970»; replica 1' 11 per gli abbonati del Regio. Profondamente convinta che il gesto è in grado di esprimere le pulsioni dell'animo umano, Martha Graham in oltre sessanta anni di attività, a partire dal 1926 anno in cui fondò la sua compagnia, affronta nei 181 balletti che realizza, uno spettro amplissimo di contenuti. Dall'impegno politico, all'amore, dalla religione alla gioia, sino allo scandaglio dei più profondi sentimenti umani, realizzato nella ricreazione in forme moderne di danza dei miti greci, intesi come generatori di archetipi in cui l'umanità intera si riconosce. Il programma proposto dalla la Martha Graham Dance Company (che tra l'altro si è esibita a Torino soltanto due volte: nel 1954 e nel 1983) copre un arco molto vasto sia sul piano cronologico sia su quello dei temi affrontati. «Primitive Mysteries», che viene presentato in prima europea nonostante sia un balletto del 1930, intende ricreare tre momenti della ritualità cattolico-pagana del mondo hispanoamericano. «Steps in the Street», del 1936, è un grido contro l'imperialismo, una denuncia dell'imperialismo e della guerra civile spagnola. «Hérodiade», del 1944, è ispirato al poema di Mallarmé e si avvale delle musiche di Hindemith e delle scene di Isamu Noguchi. E' una riflessione sulle passioni che si combattono nell'animo di una donna che scopre, guardandosi allo specchio, la scomparsa della giovinezza. «Embattled Garden», del 1958, ci fa conoscere un giardino terrestre abitato da sentimenti violenti dove danzano quattro personaggi: Adamo, Eva; Lilith e lo Sconosciuto. Infine «Maple Leaf Rag» del 1990 è un testamento artistico lieve e giosioso, su musiche di Scott Joplin, dove la Graham fa quasi una parodia dei propri balletti. Sergio Trombetta Alcune scene dai balletti della Martha Graham Dance Company. Xellafoto in basso «La redora allegra» in versione cubana

Luoghi citati: America, Europa, Torino