BONACELLI GIOCA DA LEONE

BONACELLI GIOCA DA LEONE TEATRO BONACELLI GIOCA DA LEONE Al Carignano recita Pirandello Monti e Giordana a Rivoli PIRANDELLO piace: ogni volta la gente viene volentieri a vederlo». Paolo j Bonacelli è soddisfatto, come i sempre. «Sono molto contento ! di quello che finora ho realizzaì to», ammette con il consueto ot, timismo. Ora, con il «Gioco deli le parti» di Pirandello appunto, ; viene al Carignano per il cartel, Ione della stagione Stabile dal 7 | gennaio. Lo spettacolo, prodot: to dal Teatro di Sardegna, si avi vale della regia di Beppe Naveli lo. In scena recitano anche Carmen Scarpitta e Gianni Garko. «Non è un testo facile - spiega l'attore -, ma il pubblico l'apprezza lo stesso. Il segreto credo che sia nell'interpretazione registica originale. Finora quest'opera era stata rappresentata in modo freddo, astratto. Qui invece si calca su una certa carnalità, che c'è nel copione e che alla gente piace perché probabilmente vi si riconosce di più». «Il gioco delle parti», recitata da Ruggero Ruggeri nel dicembre del '18, è una commedia dall'intreccio interessante, in cui il consueto «triangolo» borghese è affrontato da Pirandello in modo particolarissimo, con risvolti comici e da giallo, e con un finale a sorpresa. I protagonisti - Leone Gala, moglie e amante - «sono molto ben disegnati e hanno un loro preciso carattere che dà una gran forza comica alla vicenda» dice Bonacelli. «Ogni serata è diversa racconta l'attore - e d'altra parte recitare non è mai sempre uguale: certe risate, certi silenzi del pubblico si creano pian piano. E siccome Pirandello non è superficiale, il personaggio viene fuori dopo 40, 50 repliche. Migliora, si delinea in modo completo, soltanto col tempo». Bonacelli racconta di aver avuto delle sorprese in tournée. «Il teatro le offre sempre - dice e io le amo e non dò mai niente per scontato. Ma stavolta mi sono stupito per come il pubblico si entusiasmi e riesca a penetrare il testo. E' anche vero che noi ce la mettiamo tutta: io sono convinto infatti che quando la risata non arriva la colpa sia sempre di chi recita». L'attore ha qualche sogno nel cassetto: «Vorrei poter avere delle occasioni di nuova drammaturgia, ma non è così facile. Il mercato non lascia molto spazio alla sperimentazione, che oggi è rischiosa». E la tivù? «Non esiste più per noi attori si lamenta Bonacelli -. Chi ci va lo fa ormai soltanto per dare testimonianza di sé e del suo esistere. Però - si consola - il pubblico vuole i classici: e per vederli deve venire a teatro». Il dopo-feste offre anche un capolavoro del teatro brillante: a Rivoli, al Don Bosco, va in scena il 7 gennaio «Due dozzine di rose scarlatte» di Aldo De Benedetti, con Ivana Monti e Andrea Giordana, un'accoppiata vincente del palcoscenico leggero ormai da anni. «I critici parlano di miracolo, ma il nostro stile è riconoscibile. Si tratta soltanto di professionalità - afferma Ivana Monti -. In 5 anni, da "Fiore di cactus" e "Tovarish" abbiamo fatto un lavoro serio sul comico, di repertorio, come una volta. E ne siamo fieri». La commedia di De Benedetti è un congegno ad incastro basato su un equivoco da cui parte tutta la vicenda. Due dozzine di rose rosse firmate «Mistero» e preparate per un'amante finiscono per sbaglio nelle mani della moglie, che le crede sue. La donna pian piano si innamora dello sconosciuto ammiratore, mentre il marito, pur a conoscenza dell'errore, ne diventa a sua volta geloso. «La storia non va letta in modo semplicistico dice la Monti -.E' una commedia simbolica, amara e critica. Traccia un ritratto di borghesia vuota, inutile e piena di difetti. La protagonista è una donna annoiata che insegue un sogno, e anche gli altri personaggi sono meschini. Il marito è sleale e un po' sadico, nel condurre in avanti l'equivoco. E anche l'amico dei due è un bugiardo». Nella commedia non c'è un vero e proprio lieto fine: «Marito e moglie resteranno insieme, ma sarà solo un aggiustamento, una scelta di comodo». Nonostante l'amarezza di fondo però, in platea si ride molto. Perfetta nella costruzione teatrale, la pièce «è in bell'italiano, con un linguaggio e con situazioni intelligenti: se no - dice l'attrice - non saremmo oltre la duecentesima replica!». Cristina Caccia Ivana Monti eAndrea Giordana. Qui a destra Paolo Bonacelli. Sella foto in basso una scena del musical «Nunsense

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