Fuga rocambolesca dopo la rapina

Fuga rocambolesca dopo la rapina A Prato due persone prese in ostaggio, un bandito e un poliziotto feriti Fuga rocambolesca dopo la rapina Fallito l'assalto a una banca, inseguimenti e sparatorie Catturati 4 dei 5 malviventi, recuperato il bottino FIRENZE DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Una fallita rapina, una serie di conflitti a fuoco, fughe, inseguimenti, feriti, ostaggi presi e liberati. E' questa la drammatica sequenza a cui hanno dato vita cinque banditi con un'azione che si è snodata da Prato a Firenze e quindi nel Valdarno e che potrebbe riservare ancora qualche colpo di scena. Quattro di loro sono già stati arrestati. Del quinto, ancora in fuga, polizia e carabinieri conoscono già l'identità. I quattro finiti in carcere sono Alceo Bartalucci, 34 anni, romano, residente a Strà (Venezia); Francesco Basilico, 27 anni, di Grottaglie (Taranto); Rocco Capalbo, 33 anni, di San Giorgio Lucano (Matera); Giancarlo Matichecchia, 23 anni, di Cosenza. Eccetto il Basilico tutti pluripregiudicati. La mattina di terrore è cominciata alle 8,20. I cinque banditi erano entrati durante la notte nei locali dell'agenzia della Cassa di Risparmio di Casarza, a Prato. Ieri mattina, via via che gli impiegati entravano negli uffici, i rapinatori li chiudevano nel bagno. Stessa sorte è toccata anche alle due donne delle pulizie e alla guardia giurata. Quando è arrivato il direttore, con la minaccia delle armi (avevano pistole e un mitra Kalashnikov), si sono fatti aprire il caveau da dove hanno prelevato 243 milioni in contanti. Qualcuno, però, dall'interno dell'istituto di credito è riuscito ad azionare l'allarme collegato alla centrale operativa dei carabinieri. Una «gazzella» ha sorpreso i rapinatori proprio mentre uscivano con due grosse valigie in cui avevano messo il denaro. «Butta il mitra», hanno intimato i banditi all'appuntato dell'Arma che era sceso dall'auto di servizio. Poi hanno aperto il fuoco. Il carabiniere è stato colpito ad un ginocchio, ma a sua volta ha sparato contro i cinque. Una raffica ha ferito alla gola e a una gamba il Matichecchia, che ora è ricoverato in gravi condizioni all'ospedale di Prato. L'intervento del carabiniere ha fatto saltare i piani della banda i cui componenti si sono dati alla fuga in ordine sparso. Il Bartalucci è saltato su una Y10 guidata da una ragazza, Sabrina Rovai, che si era fermata impaurita dagli spari. «Fatti in là, non piangere e non farmi arrabbiare», le ha gridato spingendo sull'acceleratore. Pochi metri e l'auto è andata a sbattere contro una Fiat Croma. Il bandito è sceso trascinandosi dietro la ragazza in ostaggio, è montato su un Fiorino ed è ripartito. Ma nella zona di Jolo è stato intercettato dalle forze dell'ordine. Conflitto a fuoco e fuga. Nuova sparatoria nei pressi di Montemurlo. Qui il rapinatore, sempre trascinandosi dietro la ragazza sotto choc, ha cambiato ancora mezzo di fuga montando su una Ford Escori e puntando verso Firenze. «Non conosceva bene la città ha raccontato poi Sabrina Rovai -, mi chiedeva in continuazione di farlo uscire "da questo budello"». E proprio il traffico caotico del centro l'ha tradito. Giunto in via della Scala, a due passi dalla stazione di Santa Maria Novella, è stato intercettato da un'auto dei carabinieri. Il bandito ha tentato una spericolata manovra imboccando un senso vietato e travolgendo un ciclomotore, ma è stato chiuso da una macchina della polizia. Allora è sceso sparando ma è stato raggiunto e immobilizzato. Meno rocambolesca la fuga di un altro bandito (l'unico che ancora resta da catturare), che è salito su una «164» nera guidata da Giangiorgio Pini, anche lui preso come ostaggio. Il bandito ha imboccato l'Autostrada del Sole uscendo al casello di Incisa, a Sud di Firenze. Vicino a Figline Valdarno ha lasciato libero usuo ostaggio. Nel frattempo il Bartalucci, portato in questura, aveva fornito informazioni per rintracciare gli altri tre, fra cui quello ferito nella sparatoria davanti alla banca, che erano riusciti a far perdere le proprie tracce. Un'irruzione in un appartamento di via del Molino a Calenzano, un paese tra Firenze e Prato, ha messo fine alla libertà di Mantichecchia, Basilico e Capalbo. Nell'alloggio sono state trovate le armi per la rapina e una serie di arnesi da scasso. Le valigie con i soldi sono state invece recuperate nei pressi della banca. Particolare attenzione viene data al mitra Kalashnikov. Un'arma di questo tipo fu impiegata durante un assalto ad un furgone della Brink Securmark il 14 dicembre del 1989. Un colpo che fruttò ai banditi 4 miliardi e mezzo. Francesco Matteini Giancarlo Matichecchia, rapinatore ferito, in ospedale. A fianco la ragazza che ha sequestrato