Panorama direttori in trincea

Panorama, direttori in trincea Lo sciopero della redazione e dei grafici non ferma Andrea Monti e i suoi 4 vice Panorama, direttori in trincea Panini al salmone e birra, impaginano senza sosta E il sindacato risponde con una pioggia di denunce MILANO. Sandro, il ragazzo del bar Mondadori, arriva alle 13,37 con il vettovagliamento: panini al salmone e birre. Andrea Monti, direttore di «Panorama», e i suoi quattro vice, fanno provviste. Poi tornano in trincea, tra matite colorate, didascalie, articoli da ricucire. Hanno una missione da compiere; spedire in edicola mezzo milione di copie entro lunedì 13 gennaio. La redazione è in sciopero da 48 ore. Piove, sono soli e ce la faranno. Eccolo qui, al primo piano di Segrate, il giornale alla rovescia che fa imbufalire il sindacato dei giornalisti: direttori in camicia a lavorare contro lo sciopero (e contro il tempo), redazione deserta. «Uno scandalo», secondo il sindacato. «Una decisione legittima», secondo il gruppo Finivest, proprietario della Mondadori, un episodio di «normale dialettica sindacale». Mica tanto normale, visto che il sindacato risponde con una pioggia di denunce. Nell'ordine: contro Andrea Monti, direttore; contro i suoi quattro vice - Maria Luisa Agnese, Pasquale Chessa, Carlo Rossella (vicario), Luciano Santilli -, contro il caporedattore Romano Cantore. Detta il comitato di redazione: «Primo: abbiamo chiesto la loro espulsione dal sindacato. Secondo: li deferiremo all'Ordine dei giornalisti. Terzo: non escludiamo di chiedere l'intervento del magistrato». Quarto: lunedì 13 nuova giornata di sciopero e conferenza stampa «contro questo attacco alle libertà sindacali perpetrato dal gruppo Berlusconi». Da Roma rumoreggia la Fnsi, Federazione nazionale della stampa: «E' un'aspra contesa». Da Arcore Berlusconi fa il pesce in barile e ai suoi fa dire: «Il cavaliere non sapeva niente della vertenza, lo ha letto sui giornali». Ma da qui, pentolone di So¬ grate, con carpe e nebbia, nessuno dei protagonisti fiata. Più rumoroso di tutti è il silenzio di Franco Tato, amministratore delegato della Mondadori, fama di duro tagliatore di esuberi. L'operazione «in-edicola-a-tutti-icosti» è farina del suo sacco. L'idea gli deve essere balenata mercoledì mattina 8 gennaio, dopo aver appreso che gli ottanta giornalisti di «Panorama» (impegnati nel rinnovo del contratto integrativo: 650 mila lire di aumento in 3 anni) avrebbero fatto altri due giorni e mezzo di sciopero e che in edicola non sarebbe arrivato il nuovo numero a sostituire quello ultramorto uscito lo scorso 23 dicembre. «Tirava aria brutta quella mattina - ricorda Giorgio Oldrini, rappresentante sindacale della redazione -. Voci di guerra. Poi è arrivato il segnale». E' il telefono di Andrea Monti che squilla alle 14: convocazione immediata al quinto piano per lui i suoi colonnelli. Arriva pure Luca Formenton, vicepresidente Mondadori. Tutti in per sessanta minuti. conclave Tocca a Monti comunicare la decisione fatale alla redazione: l'azienda vuole il numero in edicola, noi siamo dirigenti di questa azienda, è nostro dovere rispettarne la volontà, voi potete scioperare, ci pensiamo noi. Redattori sbalorditi a casa, direttori («mesti, imbarazzati») al lavoro. Dicono i giornalisti (anonimi) del settimanale: il braccio di ferro voluto dall'azienda ci terrà uniti. Dicono i direttori (anonimi) delle altre testate Mondadori: ci stanno chiedendo di fare una guerra contro le redazioni, ma non ne capiamo il motivo. Invece il sindacato dice di saperlo: «La nuova proprietà vuole cambiare le relazioni industriali, vuole dirci chiaro: qui comandiamo noi. Sono convinti che i giornali si possano fabbricare come saponette. Non sanno, non vogliono sapere, che invece sono prodotti collettivi». Ma come si fa a fare un settimanale di duecento pagine pati¬ nate con sei teste e dodici mani? Bisogna usare quel che c'è nel frigorifero, scrivere non più del necessario, trovare un centinaio di foto, impaginare il tutto. Ieri, nel deserto di scrivanie è approdato uno dei grafici. Ignorava gli eventi. Quando ha saputo, si è seduto al suo posto e su un foglio ha scritto: «Sciopero». Sembra che l'azienda abbia chiesto alla Agi, la tipografia, di poter utilizzare i grafici per l'impaginazione. Neanche per sogno, hanno risposto, e pure questo lavoretto toccherà ai direttori. «Vediamo come se la caveranno» dicono i giornalisti. Ce la caveremo ottimamente, fanno sapere i direttori dalla loro miniera. Uno di loro giura persino: sarà un numero speciale, un unicum da collezione (persino con anomali seni in copertina). Vista l'aria che tira i rivali dell'«Espresso» hanno deciso di anticipare l'uscita a sabato. Piccole cattiverie della concorrenza. PinoCorrias Il cavalier Berlusconi resta fuori dalla mischia «Non sapevo della vertenza Ho letto tutto sui giornali» li cdr di «Panorama» ha chiesto l'espulsione dal sindacato e il deferimento all'Ordine del direttore Andrea Monti (nella foto grande) Qui a sinistra Silvio Berlusconi

Luoghi citati: Milano, Quarto, Roma, Segrate