Caso Marlboro, l'Italia assolta di F. Gal.

Caso Marlboro, l'Italia assolta «Validi i motivi di ordine pubblico» per sospendere la vendita di sigarette Caso Marlboro, l'Italia assolta Dalla Cee, accolte le tesi del decreto Formica BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La Cee ha assolto l'Italia sul «caso Marlboro». Bruxelles ha deciso di non dare seguito alla procedura avviata il 18 dicembre, con la richiesta di precisazioni al nostro governo in merito alla decisione del ministro Formica di sospendere per un mese la vendita sul territorio nazionale di Marlboro, Merit e Muratti. La risposta italiana, puntualmente ricevuta il 20 dicembre, è stata ritenuta soddisfacente: i motivi di ordine pubblico invocati dal ministro, legati al problema del contrabbando, sono stati accolti. Nessun ricorso comunitario alla corte di giustizia, quindi, ma un invito ad affrontare congiuntamente l'esame degli strumenti da utilizzare per la lotta al contrabbando, al fine di evitare in futuro analoghi incidenti. La decisione della Commissione Cee, emessa infine ieri, cade a tre giorni dalla data - 12 gennaio - in cui si concluderà il blocco imposto dal decreto Formica. Ed è forse per questo, ma anche come conseguenza dei contatti già in corso fra il ministero delle Finanze e la Philip Morris per trovare un'intesa, se Bruxelles ha deciso di rinunciare a qualsiasi azione punitiva. Tramonta, di conseguenza, l'eventuale richiesta di danni cui la Philip Morris avrebbe avuto diritto in caso di condanna dell'Italia. La casa produttrice delle sigarette «proibite» aveva previsto, per il mese di sospensione delle vendite, una diminuzione di fatturato di 300 miliardi di lire e quindi una perdita di utili di 20 miliardi. E per questo si era rivolta alla Cee, che aveva contestato l'azione italiana sulla base di due articoli del Trattato Cee, il 30, che vieta ogni impedimento alla libera circolazione dei beni, e il 36 che precisa le eventuali deroghe (ritenendole inapplicabili in questo caso). Il ministro Formica aveva replicato sottolineando i gravi motivi di ordine pubblico alla base della disposizione adottata, in particolare l'esigenza di avere strumenti idonei a combattere il fenomeno del contrabbando. Tale tesi, riferiscono fonti comunitarie, è stata difesa ieri dai due commissari italiani Filippo Maria Pandolfi e Carlo Ripa di Meana ed è infine prevalsa. Ma Bruxelles, ritenendo che vi sia sperequazione fra le misure adottate e i loro effetti, vuole dall'Italia strumenti nuovi per la lotta al contrabbando, [f. gal.]

Persone citate: Carlo Ripa, Formica, Maria Pandolfi, Muratti, Philip Morris

Luoghi citati: Bruxelles, Italia, Meana