Ruffolo: ecco perché ci abbiamo ripensato di Maria Grazia Bruzzone
Ruffolo: ecco perché ci abbiamo ripensato Ruffolo: ecco perché ci abbiamo ripensato ROMA. Stanco ma soddisfatto, alle 22 Giorgio Ruffolo è di nuovo in ufficio, dopo una giornata passata col sottosegretario alla presidenza del Consiglio Cristofori e i ministri Conte e Martinazzoli, a scrivere la versione ultima del decreto sull'inquinamento da motori, noto ormai come «dpr sulle targhe alterne». Tranquillo e poco disponibile a recriminazioni o polemiche. Allora ministro cosa è successo? E' successo che è stato riconvocato di nuovo il Consiglio dei ministri, che ieri era stato convocato in modo un po' improprio. E il Consiglio ha approvato una proposta dei ministri delle Aree urbane, dell'Ambiente e degli Affari regionali. Proposta approvata sotto forma di decreto del Presidente della Repubblica come atto di coordinamento rivolto alle Regioni e ai Comuni. E cosa dice questo dpr? Intanto, conferma le ordinanze di Conte e mie con la scadenza del 1° febbraio prossimo. E poi si aggiungono norme importanti, rivolte alle Regioni. In sostanza? La prima novità è che le Regioni possono individuare zone a rischio che comprendano più Comuni e in queste zone possono istituire autorità competenti in materia di inquinamento atmosferico, d'accordo coi Comuni. Del resto, questo è già stato fatto con successo in Lombardia, cui si ispira la norma. Nessun obbligo, solo una possibilità, un invito, ad accelerare, in zone a rischio, i piani di risanamento previsti da una legge del maggio 1983. E, se vogliono, ad avvalersi delle competenze dei tecnici del ministero. Nessun trasferimento alle Regioni di competenze dei Comuni dunque: le iniziative dei Comuni non saranno subordinate ai piani regionali, rallentando così il meccanismo? Assolutamente no. I Comuni so¬ no liberi di prendere le iniziative più opportune, ma con una cautela. Dice il testo: «Le restrizioni generalizzate della circolazione, ivi comprese quelle a targhe alterne, sono adottate ove non sussista altra misura alternativa, sulla base di accertamenti che rivelino condizioni di comprovata gravità». Anche qui non si tratta di una costrizione, ma di un invito autorevole. Di fronte al proliferare di provvedimenti anche drastici per i cittadini, il governo ha sentito il bisogno di avvisare Regioni e Comuni perché agiscano in modo equilibrato, usando, se possibile, misure meno traumatiche. Anche in questo caso se vorranno, potranno - non dovranno ma potranno - avvalersi della commissione tecnica competente. C'è altro? Due nuove disposizioni. Le Regioni potranno promuovere intese per completare le reti di monitoragggio che noi abbiamo già finanziato con 120 miliardi. E il ministro dei Trasporti adotterà delle procedure di omologazione semplificate per l'adozione dei dispositivi anti-inquinamento sui veicoli, in pratica le marmitte catalitiche e i retrofit. Cosa ci aspetta, oggi? Dal 10 febbraio entreremo in vigore le ordinanze con i loro livelli di attenzione e di allarme. I Comuni prenderanno le loro decisioni, con l'avvertenza di non abusarne. E non va dimenticato che dalla stessa data si comincerà a vedere la benzina pulita, destinata a migliorare il tasso complessivo di inquinamento. Tanto rumore per nulla allora. Se non foste arrivati a un accordo si sarebbe dimesso? Ruffolo sorride. «Questo fa parte della storia non scritta, sulla quale si possono inventare romanzi interi. Diciamo che le dimissioni prima si danno e poi si dicono». Maria Grazia Bruzzone
Persone citate: Cristofori, Giorgio Ruffolo, Martinazzoli, Ruffolo
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