Diecimila restano a casa di A. Prò.

Diecimila restano a casa Tanti malati, veri o fìnti, alla ripresa del lavoro in città Diecimila restano a casa Medici Usi e Pronto soccorso di ospedali presi d'assalto per la «pechinese» Ma c'è anche chi simula i sintomi4ell'influenza per prolungare le vacanze Il calcolo non è facile ma, secondo un'attendibile stima, almeno diecimila torinesi sono rimasti a casa martedì perché malati. Per molti si è trattato di «pechinese», l'influenza che da settimane colpisce i cittadini. Altri invece, «malati immaginari», ne hanno approfittato per simulare anch'essi i sintomi ormai noti del virus: mal di testa, nausea. Il rientro dalle vacanze di fine anno ha così riscritto un copione scontato, solo con poche varianti. «Tra Natale e Santo Stefano dice il responsabile della Guardia medica, dottor Nebbia - siamo arrivati ad avere tutte le 26 linee telefoniche occupate. Ci sono state anche 2000 chiamate con oltre 200 visite domiciliari effettuate dai nostri dieci medici durante un turno diurno. Martedì abbiamo raggiunto 1700 chiamate ma solo perché erano tornati i medici di base». Le richieste? «In buona parte erano giustificate dall'influenza ma ci sono stati anche casi di persone che, con qualche linea di febbre, pretendevano il no¬ stro intervento. Spesso abbiamo preferito dare consigli telefonici». Se alla Guardia medica qualcuno ha esagerato i sintomi di un malessere .cercando di spacciarlo per una malattia, lo stesso «trucco» non è stato utilizzato nei pronti soccorsi degli ospedali. Qui si sono rivolti in massima parte veri malati. «Anziani, pèrsone affette da problemi cardiaci aggravati dai primi sintomi di influenza - dice il dottor Capra, aiuto del dottor Garetto, primario della medicina d'urgenza delle Molinette -. In molti casi è stato necessario il ricovero». Il risultato ha evidenziato ancora una volta l'inadeguatezza delle strutture sanitarie. Nonostante la buona volontà, martedì alle Molinette c'erano ancora molti malati sulle barelle. In Pronto soccorso di Medicina, nella mattinata, se ne contavano dieci mentre quattro persone attendevano di poter essere avviate nei reparti di degenza. «Nei primi sei giorni del mese spiega la direzione sanitaria abbiamo effettuato oltre 652 ri¬ coveri contro una media di meno di 500 dello stesso periodo dello scorso anno». Stessa situazione al Traumatologico («meno fratture ma più lesioni ai legamenti del ginocchio o alla clavicola») e al Martini Nuovo. «Pensiamo di arrivare a circa 170 ricoveri - commenta il direttore sanitario, dottor Scarabosio contro i 100 della media stagionale». Il barometro della «malattia da rientro» che martedì avrebbe falcidiato scuole e posti di lavoro (non ci sono dati ufficiali) si vede dal medico di base. «Quest'anno, complice la Pechinese, c'è stato un vero assalto degli assistiti agli studi - confida un medico del quartiere San Donato -. Ne ho sentite di tutti i colori. C'è stato addirittura un impiegato che, abbronzatissimo, sosteneva di essere stato a letto dalla fine dell'anno e chiedeva urrreferto per poter stare a casa e recuperare». Conclude: «Due hanno persino chiesto qualche giorno di malattia poiché, asserivano, "non ci ammaliamo mai"». [a. prò.]

Persone citate: Capra, Garetto, Medici Usi, Scarabosio