Quella lezione in arrivo da Parigi Riforme vane contro gli scandali

Quella lezione in arrivo da Parigi Riforme vane contro gli scandali r NOMI E COGNOMI 1 Quella lezione in arrivo da Parigi Riforme vane contro gli scandali RANDE riforma o piccola riforma, sbarramento elettorale o revisione dei regolamenti parlamentari, Cancellierato alla tedesca o Repubblica semipresidenziale alla francese. Mentre i referendum giungono al primo porto, quello delle firme, l'ingorgo progettuale intorno alle nostre istituzioni si fa quasi inestricabile, con un assioma di base ormai così diffuso da sfiorare la banalità: partitocrazia uguale malgoverno. Perché gli amministratori estorcono, i pubblici funzionari ricattano, i manager delle Partecipazioni statali sperperano e le Usi qualche volta uccidono? Ma perché i partiti debordano dalle loro funzioni, lottizzano, avviluppano e occupano indebitamente istituzioni e società civile. Se questa ormai è una certezza fin troppo granitica, qualche dubbio converrà invece coltivare intorno all'iperprogettualità riformista. Dubbi che s'intensificano imbattendosi nelle anticipazioni di un libro uscito proprio ieri in Francia, felice Repubblica semipresidenziale, dove l'esecutivo, rafforzato da acconci regolamenti, fa in Parlamento ciò che crede e può governare libero dagli esiti devianti di una democrazia consociativa come la nostra, per di più assistito da una pubblica amministrazione di insigni tradizioni. vJL'argent facile. Dictionnaire de la corruption en France» di Gilles Gaetner, I naif I Fra» giornalista dell'Express, allinea in buon ordine una serie di scandali di regime, uno per ogni lettera dell'alfabeto, escluse soltanto k, q, w, y e z, con un effetto devastante per il prestigio della felice Repubblica semipresidenziale francese. L'autore avanza il dubbio non soltanto che la corruzione sia il problema numero uno del Paese, ma persino che la Francia sia una delle democrazie più corrotte del mondo, dove ciascuno costruisce la propria morale e «si arroga il diritto di decidere che cosa sia lecito e che cosa illecito». Soprattutto impressiona l'assonanza tra le miserie di questa nostra democrazia partitocratica così screditata e quelle del mitico modello transalpino, tanto lodato nei nostri seminari istituzionali e nelle quotidiane sceneggiate politiche. Lettera A, come Amnistia. Il condono di Formica che, con pochi spiccioli, perdona evasori fiscali incalliti e arroganti è quasi un paradigma di etica se confrontato alle tre amnistie accordate nel secondo mandato di Mitterrand e, in particolare, alla terza, che sembra fatta apposta per Christian Nucci, ex ministro della Cooperazione, e per altri politici concussori. Lettera G, come Gerolami. Ispettore veterinario, taglieggiava i controllati. Proprio come i taglieggiatori dei commercianti di Ostia o, se vogliamo, come Gasparone, l'assessore «10 per cento» della Regione Lazio. Lettera M, come Machines, una storia di slot machines che ha coinvolto Pierre Joxe, ex ministro dell'Interno. Anche da noi a SaintVincent hanno avuto qualche problema. Tolte k, q, w, y e z, non*' avremmo difficoltà a identificare calzanti paragoni italici, almeno fino alla P, come Pechiney che, nel prendere il controllo della società d'imballaggio americana Con, ha dato luogo a uno scandalo che ha lambito anche l'Eliseo. O come Pacemàkers, edificante storia di stimolatori cardiaci installati a cardiopatici soltanto perché qualcuno ci guadagnava. Che la nostra sia una democrazia senza ricambio sarebbe difficile negarlo e non foss'altro che per questo i referendum dovrebbero suscitare simpatia. Ma, per carità, attenzione a dire che qui da noi malversano non perché non vengono rispettate leggi che pure ci sono, ma perché non c'è la Repubblica semipresidenziale o magari il Cancellierato alla tedesca. Alberto Staterà

Persone citate: Alberto Staterà, Christian Nucci, Formica, Gasparone, Gilles Gaetner, Mitterrand, Pierre Joxe

Luoghi citati: Francia, Nomi, Parigi, Regione Lazio