I costruttori: quei dati sono assurdi

I costruttori: quei dati sono assurdi RAPPORTO CENSIS I costruttori: quei dati sono assurdi ROMA. Le reazioni al rapporto sulla criminalità del Censis non si sono fatte attendere. «Paradossali ed infondati» sono, secondo l'Ance (Associazione nazionale costruttori edili) i dati sugli appalti che, aggiunge, «rischiano di creare un enorme equivoco nell'opinione pubblica». Il presidente dell'Ance, Riccardo Pisa, «ha invitato il Censis a fornire i necessari chiarimenti sull'equivoco sorto». Un equivoco, si afferma, in base al quale «si potrebbe infatti dedurre che il 70-80 per cento dei lavori pubblici appaltati in Campania, Calabria e Sicilia verrebbe realizzato da imprese definite "legali", ma di origine mafiosa». Una situazione, questa, «palesemente irrealisti¬ ca» che secondo l'Ance «lo diventa ancora di più se si pensa che si tratterebbe comunque di imprese iscritte all'Albo nazionale costruttori, in possesso di regolari certificati antimafia e rispondenti a tutti i requisiti di legge». Per Marco Taradash del Coordinamento radicale antiproibizionista (Cora) il rapporto del Censis sulla criminalità è invece «una truffa». «Attribuire infatti un fatturato complessivo di 20 mila miliardi al mondo criminale e di 4 mila miliardi ai narcotrafficanti italiani - si legge in una nota significa non avere consapevolezza di una realtà che proietta l'Italia fra i Paesi più minacciati dal grande traffico internazionale di droga». [Ansai

Persone citate: Cora, Marco Taradash, Riccardo Pisa

Luoghi citati: Calabria, Campania, Italia, Roma, Sicilia