E' salvata in extremis dai carabinieri, viveva in un accampamento di Pozzuoli

E* salvata in extremis dai carabinieri, viveva in un accampamento di Pozzuoli NAPOLI. Li ha presi per mano e si è arrampicata sino ai binari. Poi ha abbracciato i due bambini e con loro si è sdraiata aspettando il treno. Qualcuno li ha visti e ha avvertito i carabinieri: li hanno salvati prima che finissero stritolati sulle rotaie, ma più che alla vita, madre e figli sono tornati all'inferno dei senza casa. Maria Capasso ha 24 anni e da sei abita in un prefabbricato nel borgo Pescatori di Licola, una frazione di Pozzuoli, a pochi chilometri da Bacoli dove sono morti i tre fratellini bruciati nella roulotte. Anche la donna che ieri ha tentato il suicidio appartiene a una famiglia dell'esercito dei «senzatetto storici». E anche lei vive in un accampamento tra rifiuti, topi e i liquami delle fogne che nessuno ripara. Di Maria ora dicono che è «esaurita», che già lo scorso anno ci aveva provato. Ma nel borgo dove sono ammassate 15 «scatole di latta» occupate abusivamente da 25 nuclei familiari, tutti puntano il dito sul degrado e dicono: «A stare qui, certo si diventa pazzi». Ragioni per farla finita, alla giovane madre non mancavano. Il marito, Valentino Lubrano, 39 anni, sbarca il lunario gestendo sulla statale Domiziana un banco di sigarette di contrabbando. Sta fuori tutto il giorno, quando non l'arresta la Finanza o non finisce in galera per furto. E nel prefabbricato restano la moglie e i due figli, Marianna e Salvatore, di 5 e 2 anni. I bambini giocano nel fango, tra le immondizie e ratti grossi come conigli. Dello Stato, conoscono soltanto le divise dei carabinieri, costretti a sedare risse e conflitti. E' questo l'inferno di Maria che ieri mattina, tirandosi dietro i suoi piccoli, ha scavalcato il muretto che porta alla ferrovia Cumana: ogni 20 minuti un treno tra Napoli e la zona Flegrea. Quando la donna ha visto gli uomini venuti a salvarla, si è scagliata contro di loro. L'hanno portata in ospedale e, in attesa che fosse trovato il padre, Marianna e Salvatore sono stati sistemati da una zia. Ma chi sono i disperati ammassati nell'accampamento da dove Maria ha cercato di fuggire per sempre? Quei prefabbricati a due piani furono installati durante il bradisismo. Erano destinati ai pescatori di Pozzuoli. Loro ci restarono poco, i «bipiani» furono presto occupati dai senzatetto, gente ignorata dalle graduatorie. Lì sono andati e lì sono rimasti, come le 40 famiglie che, sempre a Licola, si ritrovano nel gradino più basso dei diseredati. Per casa hanno quelli che con un eufemismo sono definiti «bungalow», nient'altro che cabine in muratura per bagnanti. Nel lido «Le Ancore», uomini, donne e bambini, aspettano da anni un tetto. Rappresentano una piccola fetta delle 350 famiglie che a Pozzuoli ancora sono parcheggiate in alloggi di fortuna. Ma dopo la tragedia di Bacoli, anche loro, come i senza casa del borgo Pescatori, si sono ribellati. Le manifestazioni di protesta sono all'ordine del giorno: dopo l'assalto al municipio della gente di contrada Caruso, hanno fatto sentire la loro voce gli abitanti di La Schiana, il campo dove sono sistemate 133 famiglie. Tutti accusano il Comune di non aver mai mosso un dito, né per la casa, né per rendere più civili quei fangosi agglomerati di container e prefabbricati. E di fronte all'ultimo dramma, quello del mancato suicidio di Maria, la rabbia è tutta contro l'amministrazione municipale. Prova a respingere le accuse il sindaco, il de Salvatore Lubrano: «Cerchiamo di intervenire, ma deve essere chiaro che questi sono abusivi, altrimenti sembra che qui non si è fatto niente. Il problema va affrontato globalmente, mentre forse la donna che ha tentato di uccidersi vole¬ va montare un caso». «La verità - aggiunge - è che lo Stato è as sente e anche la prefettura si è limitata a disporre un censimen to dei senzatetto, mentre bisognerebbe agire più decisamente sul governo». E la sporcizia, i topi? «Certo - ammette il sindaco mi è stato detto che c'è qualche problema igienico-sanitario. Le strade per arrivare ai campi, però, non sono asfaltate ed è difficile garantire la pulizia. Se un cittadino lo chiede, comunque, vengono assicurate disinfesta zioni e derattizzazioni». Ma mentre il Comime si difende, a Pozzuoli potrebbe aprirsi un nuovo scandalo: i carabinieri stanno indagando sulla regola rità delle assegnazioni degli al loggi costruiti dopo terremoto e bradisismo. Qualcuno ha occu pato abusivamente gli appartamenti, qualcun altro li subaffitta anche a 300 mila lire al mese. Mariella Cirillo