Il card. O'Connor in Israele, ed è subito giallo

Il card. O'Connor in Israele, ed è subito giallo L'arcivescovo di New York era in visita pastorale, ma ha avuto incontri con il premier Shamir Il card. O'Connor in Israele, ed è subito giallo Si era pensato ad un possibile riconoscimento diplomatico CITTA' DEL VATICANO. Il Vaticano getta acqua sul fuoco delle speranze: niente di nuovo per le relazioni diplomatiche fra Santa Sede e Israele, e il viaggio del card. John O'Connor, arcivescovo di New York, è stato di carattere pastorale e non diplomatico. La precisazione suona a parziale smentita delle dichiarazioni, di tono più ottimistico, che il porporato aveva rilasciato a «Radio Gerusalemme»: «Posso sicuramente dire che vedo che le relazioni (tra Israele e il Vaticano) si stanno riscaldando. Penso anche che vi siano molte questioni da definire». Il card. O'Connor aveva aggiunto di aver trovato il premier Shamir «abbastanza ottimista» per quanto riguarda il processo di pace. «E' molto realista e come noi diciamo nella nostra chiesa che Roma non è stata costruita in un giorno, sa che nulla in Medio Oriente avviene rapidamente». Era la prima volta che il cardi¬ nale si incontrava con il capo del governo israeliano nel suo ufficio, un elemento che fonti di Gerusalemme avevano sottolineato con piacere. Il «Jerusalem Post» ha dedicato un editoriale all'avvenimento, titolandolo «Un prelato perspicace», e ha definito «molto gradita» la visita. La diocesi di New York, di cui è responsabile il porporato, ospita una comunità israelitica molto numerosa e potente. Il «Jerusalem Post» ricordava che O'Connor è favorevole a relazioni diplomatiche fra Santa Sede e Israele, e attribuiva la sua presenza a «un mutato atteggiamento del Vaticano nei confronti di Israele». L'editoriale terminava con un'osservazione lievemente polemica: «Israele non vede per quali ragioni il Vaticano si sia finora rifiutato di stabilire rapporti diplomatici». Il governo infatti «non può essere biasimato per nessuna delle questioni che sembrano preoc¬ cupare il Vaticano: la libertà di accesso ai luoghi santi, la protezione delle comunità cristiane in Medio Oriente e il problema palestinese». John O'Connor è un cardinale di primissimo piano; inoltre, qualche tempo fa, una sua visita in Israele aveva provocato qualche problema di carattere formale. Ieri il cardinale è stato ricevuto da Giovanni Paolo n, e l'udienza è stata occasione, da parte della Santa Sede, di puntualizzare di nuovo lo stato dei rapporti. «Durante i suoi incontri in Israele - ha detto il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Joaquin Navarro Valls - il cardinale ha preso atto della nuova situazione emersa nel Medio Oriente ed ha constatato il grande desiderio di pace che esiste, ed anche la consapevolezza che non ci sarà pace se non ci sarà giustizia». Con queste parole si è riaffermato l'appoggio vaticano alla richiesta di una pa¬ tria per i palestinesi, uno dei punti chiave della politica mediorientale della Santa Sede. Navarro ha tolto valenza diplomatica al viaggio di O'Connor: «Si è recato nella regione nella sua veste di Presidente della Cnewa, un'organizzazione assistenziale americana, in visita alle chiese del Medio Oriente. Per ora non c'è nulla di nuovo: «se la situazione cambia, la Santa Sede valuterà tutti gli elementi della nuova situazione. Certo ha aggiunto il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede - con un processo di pace ancora aporto il "se" rimane. Il processo di pace aperto non ne ha ancora portati, e il condizionale resta d'obbligo». Il Vaticano non ha pregiudìzi politici relativi a Gerusalemme: «chiede solo forme di garanzia per la libertà religiosa delle tre confessioni monoteiste interessate alla città santa». Marco Tosarti

Persone citate: Giovanni Paolo, Jerusalem, Joaquin Navarro Valls, John O'connor, Navarro, O'connor, Shamir