Duemila dollari per dare la Bomba a Gheddafi di E. St.
Duemila dollari per dare la Bomba a Gheddafi LIBIA Dovrebbero trasferirsi in un centro di ricerca vicino a Tripoli, i colleghi cercano di dissuaderli Duemila dollari per dare la Bomba a Gheddafi // Colonnello tenta di ingaggiare due scienziati atomici russi WASHINGTON. La Libia ha offerto a due scienziati russi la direzione di un centro di ricerca presso Tripoli che secondo il controspionaggio americano potrebbe porsi come obiettivo la produzione di armi nucleari. La rivelazione, fatta ieri al quotidiano americano «Usa Today» dal vice direttore dell' Istituto Kurchatov per 1' energia atomica di Mosca, conferma i timori espressi la settimana scorsa da un rapporto della Cia. Secondo il rapporto dei servizi segreti americani, gli scienziati nucleari rimasti senza lavoro per la disgregazione dell' Urss potrebbero mettersi al servizio di Paesi del Terzo mondo interessati a usare le loro capacità a fini militari. Vyacheslav Rozanov, vice direttore dell' Istituto, ha raccontato a «Usa Today» che un rappresentante del colonnello Gheddafi ha offerto a due suoi colleghi alti stipendi perché si trasferiscano nel centro di ricerche di Tajura in Libia, costruito dai sovietici nel 1982. Secondo Rozanov i due scienziati avevano rifiutato 1' estate scorsa una prima offerta dei libici, ma due settimane fa ne hanno ricevuto una seconda. «Guadagnerebbero - ha spiegato Rozanov - duemila dollari (2.300.000 lire) al mese, uno stipendio favoloso in confronto a quello che percepiscono qui. Stiamo cercando di convincerli a rifiutare». Sarebbe questa la prova che il regime libico sta cercando di dotarsi di tecnologia nucleare approfittando del disfacimento dell'Urss. I due scienziati potrebbero anche dire di sì, se la retribuzione proposta fosse più sostanziosa anche se duemila dollari costituiscono una somma più che rispettabile in Russia, dove il salario medio mensile, al cambio ufficiale, non arriva a 10 dollari. I due scienziati, che hanno esperienza di studio e di lavoro sui reattori nucleari, sono stati avvicinati due volte da rappresentanti del regime libico, ha detto Rozanov, che è il vice-capo del Dipartimento termo-nucleare dell'Istituto di Energia Atomica; e l'Istituto, che era il più importante centro di ricerche nucleari di tutta 1 Urss, incoraggia i suoi esperti a respingere inviti del genere, sottolinea Rozanov. La vicenda non può che rinnovare la preoccupazione di quanti temono la diffusione di tecnologia nucleare con possibili applicazioni militari presso regimi pericolosi, in seguito al disfacimento dell'Unione Sovietica. Attualmente, gli specialisti di energia nucleare hanno poche possibilità di lavoro e di guadagno in Russia, per la riduzione degli stanziamenti militari e del blocco della costruzione di reattori nucleari. Ro¬ zanov ha precisato che le proposte libiche ai due esperti sovietici si riferivano a progetti per l'uso pacifico dell'energia nucleare ma ha ammesso che la capacità dei due scienziati potrebbe facilmente applicarsi al campo militare. «Non posso rimproverare i miei colleghi se vanno a lavorare per Paesi stranieri» ha detto Yuri Rogozhin, portavoce della Agenzia russa per la sicurezza nucleare, competente per i controlli sugli impianti atomici. Secondo Rogozhin, nella sola Mosca esistono «probabilmente 5000 equipe di scienziati capaci di realizzare armi nucleari», un vero e proprio esercito di esperti qualificati ormai privi di opportunità di lavoro: «E se la scelta è tra l'essere ridotti alla fame e ottenere lavoro nel proprio campo, è chiaro che si deve accettare il posto anche se do vesse significare lavorare per Gheddafi». [e. st.]
Persone citate: Gheddafi, Rozanov, Vyacheslav Rozanov, Yuri Rogozhin
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