A Belgrado caos e aria di golpe

A Belgrado caos e aria di golpe A Belgrado caos e aria di golpe ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO L'abbattimento dell'elicottero della Cee da parte di un Mig dell'Aviazione militare dell'Armata jugoslava ha relegato in secondo piano tutti gli altri avvenimenti della giornata. Per Zagabria non ci sono dubbi: si è trattato dell'ennesima mossa della Serbia per impedire il processo di pace iniziato con la mediazione della Cee e dell'Orni. I dirigenti croati confidano nel seguito delle trattative. Intanto guardano con sospetto a quello che sta accadendo a Belgrado. , Che nella capitale della vecchia Jugoslavia stia bollendo in pentola qualcosa di grosso è più che evidente. La vera bomba è giunta in serata, con la notizia delle dimissioni del ministro della Difesa federale, gen. Veljko Kadijevic. Ma le sorprese non sono mancate sin dal mattino. Dopo il lungo silenzio del giorno precedente, seguito infine dall'ammissione di aver abbattuto l'elicottero della Cee, il minstero della Difesa federale ha mandato ieri le condoglianze al governo italiano e a quello francese, esprimendo il rammarico per l'accaduto. Oltre al telegramma, firmato dal gen. Kadijevic in persona, Italia e Francia hanno avuto le condoglianze anche dal governo serbo e dal patriarca della Chiesa ortodossa, Pavle. Anche i giornali di Belgrado hanno deplorato l'incidente. Tranne un trafiletto apparso sul quotidiano «Politika», che appoggia il regime e che accusa gli elicotteri della Cee di aver volato su una rotta vietata. Ma il vero colpo di scena è stata la dichiarazione dell'amm. Stane Brovet, viceministro della Difesa federale che avrebbe parlato di un tentativo di colpo di Stato nelle file dell'Esercito, di cui farebbe parte l'incidente con l'elicottero. A quanto scrive il quotidiano di Belgrado «Vecernje Novosti», Brovet lo avrebbe detto in una conversazione telefonica con l'emissario speciale dell'Orni, Cyrus Vance. Di certo è che l'amm. Brovet ha ricevuto ieri mattina a Belgrado una delegazione della Cee, composta dall'ambasciatore portoghese, quello olandese e quello della Gran Bretagna, ai quali ha detto di es- Lascia il ministro Kadijevic, un falco al suo posto tutti Milan Babic, il capo della Krajina, l'enclave serba in Croazia che si è autoproclamata Repubblica indipendente. Con un decreto speciale, Babic ha vietato nella «sua» Krajina tutti i partiti comunisti. A Belgrado interpretano il suo gesto come un atto di ribellione contro i generali della vecchia guardia che hanno rifondato la Lega comunista e che sognano di poter ricostituire la Jugoslavia di una volta. Babic avrebbe però l'appoggio degli ufficiali più giovani, i comandanti delle guarnigioni di Knin e Banja Luka, favorevoli a un Esercito totalmente serbo. Ma Slobodan Milosevic, sempre più scontento di Babic, starebbe per eliminarlo dalla scena politica. Rimane da vedere se il presidente della Serbia sceglierà definitivamente l'alleanza con il durissimo generale Adzic. Intanto Belgrado ha reso noto che i due piloti del Mig-21 sono stati arrestati, mentre ha smentito gli arresti domiciliari del gen. Zvonko Jurjevic, comandante dell'Aviazione militare che per il momento sarebbe semplicemente stato sospeso dalla presidenza federale. [i. b.J sere sconvolto da quel che è successo. Brovet ha offerto ai funzionari della Cee di partecipare all'inchiesta sull'abbattimento dell'elicottero. Lo stesso ha fatto il governo federale. D'altra parte lo stesso Brovet aveva rifiutato di venire a Zagabria alla riunione convocata per le 11 di ieri mattina dal capo della missione Cee in Croazia. Quelli della Cee hanno per questo deci¬ so di sospendere ogni missione sul terreno finché non otterranno tutte le spiegazioni necessarie e le garanzie da parte dei militari. A coronare il tutto, in serata è giunta la notizia delle dimissioni del gen. Kadijevic. In una lettera a quel che rimane della cosiddetta presidenza federale, Kadijevic riconferma quel che aveva già scritto tempo fa e cioè che per motivi di salute non è più in gra¬ do di svolgere la sua funzione. Da questo momento in poi il suo posto verrà preso dal comandante dello Stato Maggiore, gen. Blagoje Adzic, noto come uno dei più duri falchi dell'Esercito, nonché acceso nazionalista serbo. Che ci sia una scissione nelle file dell'Armata jugoslava, a questo punto appare più che chiaro. Ma, oltre ai militari, in gioco sono anche i leader serbi; primo fra Il ministro della Difesa Kadijevic che ieri si è dimesso al suo posto è stato nominato il generale Blagoje Adzic