«Melissa, ci hai tradito con un nero»

«Melissa, ci hai tradito con un nero» La soldatessa ha sposato un commilitone ed è in attesa di un bambino «Melissa, ci hai tradito con un nero» Insulti razzisti all'ex eroina del Golfo NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Quando fu catturata dagli iracheni, la casa dei suoi genitori vicino a Detroit fu inondata di lettere che auguravano un suo pronto ritorno a casa; ora che è libera, sposata e in attesa di un figlio, la casa di Melissa Rathbun-Nealy di El Paso, in Texas, viene inondata di lettere piene di insulti. La sua colpa: avere sposato un nero, Michael Coleman, anche lui reduce della Guerra del Golfo. Il suo caso lo ricordano tutti: pochi giorni dopo che l'offensiva di gennaio ebbe inizio, Melissa e un suo commilitone, David Lockett, furono catturati dai soldati iracheni mentre tentavano di ripartire con il loro camion, rimasto intrappolato nella sabbia del deserto. Era la prima donna ad essere presa prigioniera (mentre oltre tutto c'era un grande dibattito sulla massic¬ cia presenza femminile fra le truppe mandate a combattere) e divenne subito un personaggio. I giornali pubblicarono le sue foto e tutti poterono vedere che era bionda e carina. Cosa le succederà ora, nelle mani di quei bruti?, ci si chiese. Già la si vedeva violentata dai perfidi iracheni, e in qualche modo la sua vicenda servì ad aumentare l'ostilità nei confronti di Saddam. Poi, quando Melissa fu liberata e raccontò che l'avevano trattata bene, che l'unica molestia sessuale subita era stato un timido approccio di un soldato che aveva subito fatto marcia indietro, visto lei non aveva mostrato nessuna disponibilità, il sospiro di sollievo generale fu nettamente percepito. Lei continuava quindi ad essere un personaggio, e quando dopo tre settimane dalla liberazione - sposò Michael Coleman, le nozze fecero notizia. Sui giornali apparve la foto dei due sposini, ed ecco lo shock: lui era nero. Così l'ondata di lettere si è trasformata. Dal «Welcome home» ricorrente, si è passati a uno sbrigativo «Bitch», cioè cagna. «La nostra è una società fortemente razzista e i matrimoni misti non sono ancora contemplati», dice con calma il padre di Melissa, Leo. Ma lei, aggiunge, se ne preoccupa poco. In questo momento il suo problema principale è che le sta scadendo la «ferma» e deve decidere se restare nell'esercito, tenendo conto che la prospettiva, per lei e per Michael, è di essere trasferiti in Germania. Ma che la cosa non la preoccupi sembra dubbio. A far uscire fuori la storia delle lettere con gli insulti, infatti, è stato il suo rifiuto a farsi intervistare dal «Detroit Free Press». Non ho niente contro di voi, ha spiegato, ma non vorrei far aumentare ancora di più il volume degli insulti postali. [f. p.)

Persone citate: David Lockett, Michael Coleman, Nealy

Luoghi citati: Detroit, El Paso, Germania, Melissa, New York, Texas